La trasversalità e la contaminazione dell’arte costituiscono il futuro, molti artisti del Novecento hanno sperimentato e attuato tale concetto, e oggi vi racconto come quel passato continui a espandersi e ad arricchire lo sguardo del pubblico che ha la possibilità di trovare creazioni artistiche anche su prodotti di largo consumo.
Enza Teti è un’eclettica artista laziale che ha sempre dovuto tenere a bada il suo estro creativo al punto di preferire la strada dell’autodidattica per non subire influenze formative che, prima di tutto, avrebbero limitato la sua originalità e in secondo luogo le avrebbero impedito di lasciar fluire quella corrente energetica che in lei è particolarmente spiccata, come se fosse una forza inarrestabile che non poteva, e non voleva, avere imposizioni, regole, confini. Anche la sua manifestazione pittorica, a volte più figurativa, in altri casi vira verso una tecnica senza linee di demarcazione definite che la fa rientrare di diritto nell’Espressionismo astratto. I suoi dipinti sono moti dell’anima, racconti emotivi di ciò che la sua interiorità percepisce ma che poi il suo estro creativo deve sublimare e manifestare attraverso il messaggio che resta impresso nella tela, esternazione di quell’attimo intenso che non ha potuto fare a meno di colpire la sensibilità dell’artista.
Colori forti, netti, vibranti, sono caratteristiche riconoscibili delle opere di Enza Teti, poesie visive in cui lei racconta la realtà secondo il suo personalissimo punto di vista; altrettanto predominante sembra voler essere la luce, fonte rigenerante di vita, di movimento, di mutazione e di metamorfosi di paesaggi, di forme in continua evoluzione.
Dipinti come Mare in tempesta sembrano voler portare all’interno dello spazio limitato della tela, il movimento perpetuo delle acque, come se la Teti volesse condurre per mano l’osservatore dentro un’esperienza che coinvolge tutti i sensi, non solo la vista.
O Fiori autunnali, dove le tonalità sono così gioiose e vitali da far dimenticare il cielo grigio e plumbeo che caratterizza la stagione che segue il sole dell’estate.
Persino quando racconta il Caos la sua pittura è sempre luminosa, chiara, positiva, e regala all’osservatore la visione del mondo dell’artista, a sua volta irrequieta, forte e sempre in movimento ma verso la luce, mai all’interno di un buio che non le appartiene, che non riesce a predominare sui colori che definiscono la sua personalità.
Comunicare è la tendenza di chiunque viva nella creatività, raccontare, descrivere, farsi vedere da quante più persone possibile perché è questa la linfa di chi fa arte e cultura, di chi crea mondi e universi che senza quell’atto di generazione non esisterebbero.
Dunque la Teti decide di rendere la propria arte protagonista anche di oggetti che possano entrare nelle case delle persone, aderendo a quella tendenza, via via più radicata e consolidata, di allargare il proprio campo d’azione, di ampliare la possibilità di fruire di espressioni creative e apprezzarle in un modo differente da quello che ci si aspetterebbe, quello classico all’interno delle gallerie d’arte.
Usa t-shirt, vasi, anfore, sassi, per raccontare frammenti, per dare vita a pillole su larga scala di ciò che è la sua emotività inarrestabile, il suo impeto nel manifestare ciò che ha e che vive dentro il suo animo irrequieto e curioso.
Gli oggetti da lei prodotti svelano tutta la sua anima colorata, variopinta, espressionista appunto, dove l’irrealtà delle tonalità scelte accompagna e sottolinea immagini più conosciute e altre invece intuite, a seconda della superficie usata e dell’oggetto che devono ornare.
I vasi sono per lo più abbelliti da immagini di fiori un po’ fiabeschi, quasi magici nella loro dimensione, nel loro colore e nella semplicità dei tratti con cui vengono illustrati dalla Teti;
nelle maglie invece preferisce imprimere immagini più geometriche, più incomprensibili e concettuali, forse per ispirare una riflessione che colga subito lo sguardo per poi indurre la mente a esplorare il significato nascosto, o forse no, semplicemente facendo in modo che l’occhio si soffermi sul dettaglio;
e poi ancora i sassi che assumono tinte quasi tribali, misteriose e criptiche, e diventano ciondoli da indossare, come ricordo di un’emozione, di un momento particolare, di un qualcosa che coglie l’interiorità prima ancora che la mente sia spinta a prendere in mano l’oggetto e volerlo fare suo.
Pezzi unici, preziosi e complementi che permettono di respirare arte all’interno delle proprie abitazioni anche a chi non è in grado di apprezzarla in modo differente, o chi non si è ancora avvicinato alla bellezza di un dipinto ma che, proprio attraverso la scoperta di un artista che si mette in gioco per dedicarsi alla produzione di oggetti di uso comune, può iniziare ad apprezzare l’arte intesa nel senso più classico del termine.
ENZA TETI-CONTATTI
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