“Equilibrio instabile”, il singolo di LaRizzo: “Mi racconto senza filtri”

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“Equilibrio Instabile è autoironia allo stato puro. Il disordine, l’essere sempre un po’ con la testa tra le nuvole e un po’ scorbutica, sono tutti lati del mio carattere che ho imparato ad accettare”

Da venerdì 23 aprile è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme digitali “Equilibrio instabile” (TRP Music), il nuovo singolo di LaRizzo estratto dal suo ultimo album “Fogli che raccontano”. Equilibrio instabile racconta di un disordine che può sembrare ordine agli occhi del protagonista, che con la testa persa in mille pensieri, cerca un proprio equilibrio, che passa dall’accettazione di sé stesso. Con la produzione artistica di Riccardo Samperi e Edoardo Musumeci, il tutto è reso con auto-ironia e leggerezza musicale, immersi in un sound prettamente acustico, legnoso e concreto. Troviamo così lo stesso Edoardo Musumeci alla chitarra, Alberto Fidone al contrabbasso e Peppe Tringali alla batteria impegnati a dare solidità sonora e stabilità ad un brano che, al contrario, racconta di un Equilibrio Instabile. Il brano accompagna l’ascoltatore, verso la fine del viaggio dell’album “Fogli che Raccontano”.

LaRizzo ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“Equilibrio instabile” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?

Equilibrio Instabile è il secondo singolo estratto da Fogli che Raccontano, all’interno del disco, quello che accompagna verso la fine del viaggio. E’ il brano dell’accettazione di sé raccontata, all’interno del quale si guada ai propri difetti con ironia e leggerezza.

Cosa vuoi trasmettere con questo brano?

Come accade in tutti i brani del disco mi racconto senza filtri. In questo mio mondo disordinato, mi impegno a trovare ordine in tutte quelle situazioni, in cui gli altri, in realtà, vedono solo caos. Un mondo che viene condiviso con poche persone, che riescono ad andare oltre con lo sguardo e vedere quello che sei realmente.

C’è anche un videoclip, come si caratterizza?

Il videoclip continua a richiamare l’idea del viaggio, ma in questo caso dal passato ai giorni nostri. Ho avuto il privilegio di lavorare a fianco dell’attrice catanese Simona Scuderi, intreprete di un Virgilio tutto al femminile, che mi mette di fronte ad enigmi da risolvere per poi, solo alla fine, darmi la possibilità di tornare indietro o restare.

Come ti sei avvicinata al mondo della musica?

Faccio parte di quella categorie di musicisti che crede che in realtà sia la musica a scegliere noi. Ho capito presto che la mia strada era segnata, ma non per quello che tutti pensano possa restituire in termini di visibilità. Per me la musica, la scrittura, il canto restano la medicina migliore, gli unici mezzi attraverso i quali riesco ad essere totalmente senza filtri. Mi sono avvicinata allo studio del pianoforte e poi del violoncello molto giovane, mantenendo un rapporto speciale con il canto, che poi, solo più grande, ho deciso di sposare totalmente.