Salute

Ernia del disco: sintomi e inteventi con le nuove tecnologie

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità il 90% della popolazione adulta dei paesi occidentali soffre di mal di schiena. In alcuni casi è un semplice fastidio, mentre in altri può essere sintomo di condizioni patologiche anche gravi causate dalle ernie del disco, ovvero le cosiddette radicolopatie

Che si tratti di un leggero fastidio o di un dolore invalidante, il mal di schiena affligge il 90% della popolazione adulta dei paesi occidentali. È questo il dato diffuso dall’Istituto Superiore di Sanità, che annovera fra le cause principali di questo malore un lavoro sedentario, una postura scorretta e la mancanza di attività fisica: eventualità ancora più diffuse in questo difficile periodo di pandemia.

Vizi e cattive abitudini con cui in molti scelgono di convivere, ma che, a lungo andare, possono evolversi in una radicolopatia, ovvero una patologia provocata dalla compressione di una o più radici spinali. Una delle cause più frequenti di radicolopatia è l’ernia del disco, un’anomalia della colonna vertebrale di origine traumatica o degenerativa che si verifica nel momento in cui il disco intervertebrale si rompe, con conseguenti dolori e limitazioni funzionali.

In particolare, le ernie discali lombari interessano circa il 5-10% della popolazione con un’età media di 40 anni, mentre le ernie discali cervicali colpiscono circa l’1% della popolazione con un’età media di 47 anni. Inoltre, sempre stando ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità, ogni anno in Italia circa 30.000 pazienti vengono sottoposti ad intervento chirurgico per ernia del disco.

Fortunatamente, ci sono anche buone notizie: nei casi meno gravi, il ricorso all’intervento chirurgico non è necessario e l’ernia può essere trattata con cure conservative che possono farla regredire del tutto o in larga parte. Fra queste rientrano la fisioterapia, l’omeopatia e, specialmente negli ultimi anni, la laserterapia. Un esempio tutto Made in Italy in questo senso è Theal Therapy, l’innovativa laserterapia made in Italy di Mectronic.

“Personalmente, trovo che la rivoluzionaria tecnologia di terapia laser Theal Therapy si stia rivelando vincente nel trattare le ernie del disco in maniera rapida ed efficace, riducendo il dolore e accelerando i tempi di recupero – ha spiegato il Dott. Paolo Tenconi, medico, preparatore atletico professionista e allenatore Uefa B – Quest’innovativa metodica laser, infatti, possiede un protocollo terapeutico ad hoc per le radicolopatie e, grazie al controllo termico, riesce a garantire un effetto antalgico, antinfiammatorio, antiedemigeno, decontratturante e soprattutto fotobiostimolante. Inoltre, la sua estrema duttilità e facilità di utilizzo permette di lavorare in fase dinamica, erogando l’energia fisica durante la richiesta di esercizi motori”.

È proprio grazie alle cure conservative che nel 2018 Simona Halep è guarita da un’ernia lombare, una delle zone più a rischio per i tennisti. Al contrario, ad altri sportivi e personaggi di spicco non è andata altrettanto bene e si sono dovuti sottoporre obbligatoriamente a interventi chirurgici. Milly Carlucci, per esempio, ha sofferto di dolori alla schiena per anni a causa del pattinaggio su ghiaccio. Non solo: dopo essere rimasta incinta ha avuto ben tre ernie al disco, in quanto anche le gravidanze possono essere causa di radicolopatia. Oppure Barbara D’Urso, che ha raccontato di aver passato otto mesi infernali fra antidolorifici e medicina omeopatica prima di scegliere di percorrere l’unica via possibile per lei, ovvero sottoporsi a un’operazione di rimozione chirurgica. Nel suo caso, la radicolopatia è stata provocata da un allenamento in palestra probabilmente troppo intenso. Infatti, sottoporsi abitualmente ed in maniera prolungata a sforzi fisici elevati può essere un altro fattore rilevante di rischio.

Non stupisce quindi che anche molti atleti abbiano sofferto di questa patologia. Soprattutto i calciatori, che, allenandosi all’aperto, spesso sono soggetti a freddo e umidità, fattori deleteri per le radicolopatie. Caso esemplare in questo senso è quello di Buffon, che ai Mondiali del 2010 è stato messo fuorigioco da un’ernia lombo-sacrale. L’intervento di rimozione è stato relativamente rapido, ma i lunghi tempi riabilitativi, necessari ai fini di una corretta e completa ripresa, l’hanno tenuto a lungo lontano dal campo. Se poi ci spostiamo oltreoceano, il premio Oscar Christian Bale ha sofferto di una doppia ernia del disco causata dall’eccessivo aumento di peso per il suo ruolo nel film American Hustle, mentre Dwayne Johnson, in arte The Rock, se ne è procurate tre in un incontro di wrestling.

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