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Luminosa positività e vitalità cromatica nell’Espressionismo Astratto di Marc Feist, quando l’armonia diviene linea guida per il sentire

Tutto ciò che appartiene all’interiorità, al modo di percepire il mondo intorno a sé, fuoriesce negli artisti attraverso le loro opere, come se attraverso la rappresentazione pittorica e scultorea essi non potessero fare a meno di rivelare ciò che diversamente non sarebbero in grado di spiegare; questo è tanto più vero quanto più i creativi si avvicinano a un tipo di arte in cui la forma lascia spazio al mondo della non forma, quell’assenza di riferimenti visivi dentro i quali sarebbe possibile nascondersi conducendoli così quasi inconsapevolmente a mettere a nudo la loro natura, raccontando il proprio personale modo di porsi davanti alla vita, di interpretare gli accadimenti e le interpretazioni della realtà osservata. Il protagonista di oggi sceglie questo tipo di approccio pittorico da cui è possibile intuire, oltre al suo talento nell’accostamento cromatico, anche lo sguardo sorridente che dona a tutto ciò che lo circonda narrando le sue emozioni attraverso l’utilizzo della luminosità.

Intorno agli inizi del Ventesimo secolo l’arte ebbe bisogno di compiere un’evoluzione necessaria a essere al passo con i tempi completamente accelerati dalle innovazioni tecnologiche, alla dinamicità sociale che stava generando un profondo cambiamento rispetto ai ritmi più lenti e tradizionali del passato; nell’ambito di questa nuova visione nacquero movimenti diversi e persino opposti dunque laddove alcuni vollero mantenere il contatto con la realtà osservata pur reinterpretandola secondo le nuove tematiche anticipate dalle correnti artistiche di fine Ottocento, altri invece sottolinearono l’esigenza di distaccarsi completamente dal percepibile con lo sguardo per entrare in una dimensione nuova in cui il gesto plastico fosse sufficiente a generare arte, indipendentemente da qualsiasi contingenza a cui fare riferimento. Questa linea guida generò la nascita dell’Astrattismo dove i primi teorici si focalizzarono sull’oggettività delle figure nello spazio, spesso con riferimenti geometrici e con una scelta cromatica legata ai soli colori primari, come nel Suprematismo di Kazimir Malevič e nel De Stjil di Pete Mondrian e Theo Van Doesburg, e soprattutto escludendo ogni soggettivismo, ogni tipo di emozione o di interferenza personale da parte dell’autore dell’opera.

Solo Wassily Kandinsky, considerato di fatto il padre dell’Arte Astratta, cercò di mantenere, con poco successo in quel periodo, il contatto con il sentire interiore attraverso il trasporto esecutivo generato dalla musica; il suo tracciato espressivo, dopo un distacco da parte dei suoi contemporanei, fu ripreso e persino estremizzato intorno agli anni Cinquanta del Novecento, con la nascita negli Stati Uniti di quell’Espressionismo Astratto destinato a rivoluzionare il mondo dell’Arte Informale liberandola da qualsiasi riferimento, persino geometrico e lineare, per trasformarla in pura manifestazione dell’interiorità dell’autore di un’opera, e il cui comun denominatore era di non avere altre regole lasciando così al singolo artista la possibilità di scegliere la tecnica pittorica più affine al suo sentire. L’impulsività di Jackson Pollock, uno dei padri fondatori della corrente, trovò la sua piena realizzazione nel Dripping, eseguito spesso sulle note della musica jazz, forte elemento ispiratore, mentre la riflessività di Mark Rothko e la delicatezza poetica di Helen Frankenthaler avevano bisogno della calma del Color Field, tanto quanto l’irrazionalità impetuosa di Franz Kline necessitava la pittura segnica per liberarsi sulla tela in maniera spontanea. L’artista francese Marc Feist raccoglie le linee guida dell’Espressionismo Astratto, a cui il suo stile pittorico appartiene, rielaborandole per accordarle al suo sentire, al suo atteggiamento nei confronti dell’arte ma anche di tutto ciò che passa sotto la sua attenta e sensibile lente emotiva che gli permette di percepire l’energia invisibile che si muove al di sotto della realtà.

1 Feminité – acrilico su tela, 100x81cm

Non solo, per lui i colori corrispondono alle vibrazioni emozionali che si muovono all’interno del sé, spesso incapaci di fuoriuscire in maniera completa, mentre attraverso la manifestazione pittorica è possibile lasciarsi completamente andare al flusso delle sensazioni evitando il filtro della razionalità proprio in virtù della scelta di tenersi distaccato dalla figurazione, anche se in alcuni dipinti egli sovrappone immagini reali ad altre prive di forma; per Marc Feist l’arte è terapia di liberazione e consapevolezza di un mondo interiore spesso troppo ricco per essere raccontato a parole, e dunque il gesto plastico diviene comunicazione, connessione, tra inconsapevolezza e presa di coscienza di tutto ciò che diversamente potrebbe sopraffare.

2 Oxygène – acrilico su tela, 80x80cm

L’utilizzo degli acrilici e prevalentemente del coltello e della spatola per stendere il colore, gli ha permesso nel corso del tempo di affinare la sua tecnica e di armonizzarla al suo approccio alla vita dove ogni accadimento, ogni circostanza può essere trasformata in fondamentale spunto per scegliere di vedere opportunità di luce dove molti vedono il buio; questo tipo di concetto gli ha permesso di canalizzare in occasione di superamento attraverso l’arte il disturbo schizofrenico di uno dei suoi figli a cui ha insegnato a dipingere proprio per oltrepassare i blocchi e le crisi permettendogli di convogliare in creatività ciò che affliggeva la sua mente. Sono la positività e la resilienza innate in Marc Feist a generare la sua tavolozza di colori vitali, vivaci, allegri, come se nella sua concezione dell’esistenza tutto volgesse verso la luce lasciando emergere l’euforia e l’entusiasmo nei confronti di un’esistenza che si modifica sulla base del proprio personale punto di vista, perché lo sguardo su ciò che circonda l’essere umano è in grado di determinare l’esperienza che si fa della realtà.

3 Conception par la lumière – acrilico su tela, 80x60cm

Conception par la lumière sembra essere il simbolo della pittura dell’artista, racchiude tutto ciò che per lui conta: la luce, i colori, l’allegria espressiva, l’incapacità totale di considerare le ombre e il grigio perché è molto più divertente abbracciare la gioia piuttosto che la cupezza, è meglio credere che da tutto possa fuoriuscire positività e opportunità anziché negatività e staticità. Ecco, in qualche modo questa tela rappresenta il movimento e l’esplosione di condizioni favorevoli che possono scaturire dagli accadimenti che si susseguono. La frammentazione cromatica è accentuata dall’utilizzo dei mezzi di realizzazione, perciò il pennello interviene solo a rifinire l’azione del coltello e della spatola, come a sottolineare l’unicità delle infinite possibilità che ogni giorno si presentano davanti a chi sa coglierle.

4 Imagine – acrilico su tela, 80x80cm

La tela Imagine conduce invece l’osservatore in una dimensione più poetica, sognante, quasi quello di Marc Feist fosse un invito a entrare nel mondo incantato che può generarsi quando l’adulto riesce a concedersi il lusso di tornare un po’ bambino per ricordarsi di cullare i propri desideri, le fantasie che spesso l’adulto rinnega o semplicemente dimentica; i colori sono tenui, delicati, eppure in alcuni tratti divengono più definiti, forse per sottolineare quanto tutto possa essere reale, se solo si sceglie di crederlo. La stesura dei colori acrilici qui è più morbida, leggera, per accentuare quello spazio sospeso e distante dalla realtà in cui i sogni hanno bisogno di essere coltivati.

5 Hurlement – acrilico su tela, 80x80cm

Hurlement è una delle poche opere in cui emerge uno spazio di buio, quasi Marc Feist fosse consapevole che a volte è necessario provare un momento di smarrimento prima di recuperare l’atteggiamento sorridente e allegro che contraddistingue la sua personalità ottimista; malgrado questa presa di coscienza però, lo spazio occupato dal nero è minimo, giusto il tempo di permettergli di lasciar andare l’urlo di cui parla nel titolo, subito dopo sovrastato e messo in secondo piano dalla capacità di reagire, di sollevare di nuovo il capo per tornare a sorridere grazie alla meraviglia intorno a sé, all’innata attitudine a considerare la tristezza o la destabilizzazione solo come un mezzo per apprezzare tutto ciò che invece di bello esiste e che costituisce di fatto il vero sale della vita.

6 Courage – acrilico e foglia oro su tela, 60x60cm

E, quasi come fosse complementare alla tela precedente, Courage sottolinea attraverso l’ampio utilizzo della foglia oro, la preziosità di una forza interiore, di una capacità di reazione che risulta fondamentale a Marc Feist per affrontare gli alti e bassi, per sottolineare il valore di un atteggiamento resiliente grazie a cui è possibile superare ogni ostacolo; il fondo di questa opera è meno intenso, meno colorato rispetto ad altre tele, forse per sottolineare il disorientamento che si verifica quando l’individuo prende atto di un evento non semplice ma davanti al quale si può scegliere di soccombere oppure, ed è questa l’opzione suggerita dall’artista, prendere in mano la situazione e risolverla a proprio favore.

7 Osmose – acrilico su tela, 100x50cm

Marc Feist, artista formatosi come autodidatta, è membro de l’Académie des Arts-Sciences et Lettres, premiato con la medaglia di bronzo per la promozione nel 2023, ha al suo attivo la partecipazione a mostre collettive in molte città della Francia, a Barcellona, a Zurigo, New York, e ha ricevuto molti premi e riconoscimenti per la sua coinvolgente arte.

MARC FEIST-CONTATTI

Email: feist.marc@wanadoo.fr

Sito web: www.marcfeist.com/

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Luminous positivity and chromatic vitality in the Abstract Expressionism of Marc Feist, when harmony becomes a guideline for feeling

Everything that belongs to the inner self, to the way we perceive the world around us, leaks out in artists through their artworks, as if through pictorial and sculptural representation they cannot help but reveal what they would otherwise be unable to explain; this is all more true the more the creatives approach a type of art in which form leaves room for the world of non-form, that absence of visual references within which it would be possible to hide, thus leading them almost unconsciously to lay bare their nature, recounting their own personal way of standing in front of life, of interpreting events and interpretations of the reality observed. Today’s protagonist chooses this type of pictorial approach from which it is possible to perceive not only his talent in the combination of colours, but also the smiling gaze he gives to everything around him, narrating his emotions through the use of luminosity.

Around the beginning of the 20th century, art needed to make a necessary evolution to keep up with the times that were completely accelerated by technological innovations and the social dynamism that was generating a profound change from the slower and more traditional rhythms of the past; within this new vision were born different and even opposing movements where some wanted to maintain contact with the observed reality while reinterpreting it according to the new themes anticipated by the artistic currents of the late 19th century, while others emphasised the need to detach themselves completely from what could be perceived with the gaze in order to enter a new dimension in which the plastic gesture was sufficient to generate art, regardless of any contingency to which it could refer.

This guideline generated the birth of Abstractionism where the first theorists focused on the objectivity of the figures in space, often with geometric references and with a chromatic choice linked only to primary colours, as in Kazimir Malevič‘s Suprematism and Pete Mondrian and Theo Van Doesburg‘s De Stjil, and above all excluding any subjectivism, any kind of emotion or personal interference by the author of the work. Only Wassily Kandinsky, considered de facto the father of Abstract Art, tried to maintain, with little success at the time, contact with inner feeling through the executive transport generated by music; his expressive trajectory, after a detachment by his contemporaries, was taken up again and even taken to extremes around the 1950s, with the birth in the United States of that Abstract Expressionism destined to revolutionise the world of Informal Art by freeing it from any reference, even geometric and linear, to transform it into a pure manifestation of the interiority of the author of an artwork, and whose common denominator was that it had no other rules, thus leaving the individual artist the possibility of choosing the pictorial technique most akin to his feelings.

The impulsiveness of Jackson Pollock, one of the founding fathers of the current, found its full realisation in Dripping, often executed to the notes of jazz music, a strong inspirational element, while the reflexivity of Mark Rothko and the poetic delicacy of Helen Frankenthaler needed the calm of the Colour Field, just as much as the impetuous irrationality of Franz Kline needed sign painting to be spontaneously released on canvas. French artist Marc Feist picks up the guidelines of Abstract Expressionism, to which his painting style belongs, reworking them to tune them to his feeling, his attitude towards art but also towards everything that passes under his attentive and sensitive emotional lens that allows him to perceive the invisible energy that moves beneath reality. Not only that, for him colours correspond to the emotional vibrations that move within the self, often unable to escape completely, while through pictorial manifestation it is possible to let oneself go to the flow of sensations, avoiding the filter of rationality precisely because of his choice to keep himself detached from figuration, even if in some paintings he superimposes real images on others without form; for Marc Feist, art is a therapy of liberation and awareness of an inner world that is often too rich to be recounted in words, and thus the plastic gesture becomes communication, connection, between unconsciousness and awareness of everything that might otherwise overwhelm.

The use of acrylics and predominantly the knife and spatula to spread the colour, has allowed him over time to refine his technique and harmonise it with his approach to life where every event, every circumstance can be transformed into a fundamental cue to choose to see opportunities for light where many see darkness; this type of concept has allowed him to channel the schizophrenic disorder of one of his children, whom he taught to paint precisely in order to overcome the blocks and crises, allowing him to channel into creativity what was afflicting his mind. It is the positivity and resilience innate in Marc Feist that generate his palette of vital, lively, cheerful colours, as if in his conception of existence everything turns towards the light, allowing to emerge the euphoria and enthusiasm for an existence that changes according to one’s personal point of view, because the view of what surrounds the human being is capable of determining the experience one has of reality. Conception par la lumière seems to be the symbol of the artist’s painting, it encompasses everything that matters to him: the light, the colours, the expressive cheerfulness, the total inability to consider shadows and grey because it is much more fun to embrace joy rather than gloom, it is better to believe that positivity and opportunity can come out of everything rather than negativity and static. Here, in a way, this canvas represents the movement and explosion of favourable conditions that can arise from the events that unfold. The chromatic fragmentation is accentuated by the use of media, so the paintbrush only intervenes to finish the action of the knife and the spatula, as if to emphasise the uniqueness of the infinite possibilities that every day present themselves before those who know how to seize them.

The canvas Imagine, on the other hand, leads the observer into a more poetic, dreamy dimension, almost as if Marc Feist‘s was an invitation to enter the enchanted world that can be generated when the adult is able to allow himself the luxury of becoming a child again, to remember to cherish his desires, the fantasies that the adult often denies or simply forgets; the colours are soft, delicate, yet in some strokes they become more defined, perhaps to emphasise how real everything can be, if only one chooses to believe it. The drafting of acrylic colours here is softer, lighter, to accentuate that suspended space far removed from reality in which dreams need to be cultivated. Hurlement is one of the few artworks in which a space of darkness emerges, almost as if Marc Feist were aware that it is sometimes necessary to experience a moment of bewilderment before recovering the smiling, cheerful attitude that characterises his optimistic personality; in spite of this awareness, however, the space occupied by black is minimal, just long enough to allow him to let go of the scream of which he speaks in the title, which is immediately overpowered and overshadowed by his ability to react, to raise his head again and return to smiling thanks to the wonder around him, to his innate aptitude for considering sadness or destabilisation merely as a means of appreciating all that is beautiful and which in fact constitutes the true salt of life.

And, almost as if it were complementary to the previous canvas, Courage emphasises, through the extensive use of gold leaf, the preciousness of an inner strength, of a capacity to react that is fundamental to Marc Feist in order to cope with ups and downs, to emphasise the value of a resilient attitude thanks to which it is possible to overcome any obstacle; the background of this work is less intense, less colourful than other canvases, perhaps to emphasise the disorientation that occurs when the individual takes note of an event that is not simple but in front of which one can choose to succumb or, and this is the option suggested by the artist, to take the situation into one’s own hands and resolve it in one’s favour. Marc Feist, an artist trained as a self-taught artist, is a member of the Académie des Arts-Sciences et Lettres, awarded the bronze medal for promotion in 2023, has taken part in group exhibitions in many cities in France, in Barcelona, Zurich and New York, and has received many prizes and awards for his engaging art.

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Pubblicato da
Marta Lock

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