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La delicatezza narrativa dell’Espressionismo di Young Park, quando ogni istante porta in sé quello immediatamente precedente e il successivo

Nella fase di osservazione della realtà l’artista si trova a dover compiere la scelta se catturare l’attimo fissandolo sulla tela come fosse un’istantanea di quel frangente, oppure se permeare il dipinto del senso di movimento, di quella fluidità che appartiene più al mondo del sentire, alla percezione che si ha davanti a una scena, a un fotogramma che contiene in sé la scia dell’energia che si è mossa fino a quel momento e una sottile anticipazione di quanto seguirà poco dopo. Questo secondo punto di vista pittorico infonde una sensazione avvolgente nel fruitore, come se si sentisse completamente calato e quasi partecipe della scena raccontata dall’autore dell’opera, catturato dalla liricità del momento presente e completamente rapito da ciò che si trova davanti agli occhi, ed è esattamente la strada espressiva scelta dalla protagonista di oggi per la quale dipingere diviene un mezzo per lasciar emergere i sentimenti dei suoi soggetti, quei frammenti di emozioni che appaiono in modo chiaro ma pronti a scomparire dopo un secondo, quasi si mostrassero all’artista per essere catturati nella loro unicità.

Nel momento in cui vennero delineate le prime linee guida dell’Espressionismo, esattamente in quella sperimentazione teorica proveniente dai Fauves francesi che mostrava solo l’urgenza di prendere in mano il mondo interiore e trovare un modo per raccontarlo prescindendo da tutte le regole accademiche fino a poco prima dominanti nel mondo artistico, in quel momento dicevo fu necessario rompere gli schemi precedenti in maniera talmente netta e definitiva da indurre gli artisti protagonisti di questo passaggio a prendere le distanze dalla realtà osservata e da ogni regola estetica, prospettica, cromatica. Oltrepassati i primi tempi e preso atto della trasformazione di quelle idee in un vero e proprio movimento, l’Espressionismo appunto, si cominciò a prendere in considerazione la possibilità di lasciare che lo stile pittorico si adeguasse al sentire e all’attitudine rappresentativa di ciascun esponente, anche sulla base della nazione di provenienza, così le tinte vivaci e piene di Henri Matisse e di Franz Marc, grande rappresentante del gruppo tedesco Der Blaue Reiter, si affiancavano alle tinte più tenui, vicine alla realtà, e alle deformazioni estetiche delle nudità di Egon Schiele e all’eleganza algida di Amedeo Modigliani, coesistendo con il sarcasmo e la critica alla società dell’epoca di Ernest Ludwig Kirchner, appartenente al gruppo Die Brücke, e di Oskar Kokoschka. Con il trascorrere del tempo e la fine del periodo delle guerre mondiali, l’Espressionismo mostrò una necessità di avvicinarsi maggiormente a una narrazione più vicina all’osservato da cui far emergere emozioni e sensazioni intimiste, legate all’animo, alle destabilizzazioni esistenziali del periodo post-bellico e alla necessità di coltivare il proprio animo, le proprie paure e insicurezze; fu la Scuola di Londra a essere particolarmente rappresentativa di questo nuovo approccio del movimento dove la magia della realtà si accostava a tutto quell’universo di emozioni incontenibili provenienti dall’introspezione dell’artista che si riflettevano sulla tela fino a raggiungere il fruitore. Tra i maggiori esponenti di questa sfaccettatura dell’Espressionismo vi furono Lucian Freud, forse il più diretto erede dell’Esistenzialismo di Egon Schiele per la sua capacità di mostrare l’essere umano con tutte le sue debolezze interiori ed esteriori, e Paula Rego che invece attraverso i ricordi del suo paese di origine, il Portogallo, conduce il fruitore in un mondo a metà tra realtà e magia, tra atmosfere oniriche e sguardo critico sulla società in cui era cresciuta ancora troppo conservatrice.

1 Lean on the new – acrilico su tela, 61x73cm

L’artista coreana Young Park attinge a questa tendenza più reale dell’Espressionismo mescolandola però a un apparato poetico che la avvicina alle atmosfere del Realismo Magico dei primi del Novecento, quasi come se il lirismo che la contraddistingue fosse fondamentale per entrare in un mondo in cui ogni elemento sembra avere una propria vita attraverso la quale rende l’idea del movimento, di una fluidità dell’azione o del frangente immortalato che si incastona tra un prima e un dopo che colloca l’immagine in una dimensione spazio temporale non sospesa bensì in costante evoluzione; l’Espressionismo emerge dalla decontestualizzazione cromatica dove le tonalità sono delicate, tenui, evanescenti dal punto di vista della stesura sulla tela, ma fortemente legate alle atmosfere e alle sensazioni che Young Park desidera far emergere, quella poetica osservazione dell’essere umano da cui si propagano pensieri, percezioni, concetti o semplicemente impressioni istantanee con le quali l’artista permea i dipinti.

2 Fly high – acrilico su tela, 73x91cm

I soggetti, prevalentemente donne, sono ritratti spesso di spalle, come se la riservatezza orientale fosse insita nel suo modo di vedere e di vivere la realtà e dunque non può che svelare il senso di rispetto verso un sentire intimo che non necessariamente deve fuoriuscire da uno sguardo bensì può essere sottinteso anche dalla curvatura del collo, dalle mani che coprono e al contempo rivelano in virtù della loro innata e istintiva espressività, dalla leggerezza dell’immagine raccontata in cui entrano elementi romantici come le farfalle e i fiori.

3 Shy girl’s smile – acrilico su tela, 53x45cm
4 Cure – acrilico su pannello MDF, 42x30cm

Cure è un chiaro esempio dell’attitudine lirica e quasi magica di Young Park, perché la ferita della mano, più metaforica che reale, viene curata attraverso il gambo e la delicatezza dei fiori di ciliegio, sottolineando così quanto il rapporto con la natura sia fondamentale per l’essere umano; ma i fiori di questo albero originario dell’Oriente sono anche un simbolo di rinascita, riscatto, fortuna, pertanto la mano protagonista del dipinto si lascia avvolgere da quella positività che diviene così uno stimolo a trovare la giusta direzione nel mondo e nel cammino della protagonista. La linea di demarcazione dei contorni, che appartiene alle caratteristiche principali dell’Espressionismo, qui è appena percettibile, delicata tanto quanto lo sono lo sfondo e i particolari della manica che sembrano essere in perfetta armonia lirica con il senso profondo del dipinto.

5 This is where the lands ends and the sea begins – acrilico su tela, 72,5x91cm

In This is where the land ends and the sea begins, il ragazzo accucciato è in posizione di contemplazione, rapito della bellezza del paesaggio di fronte ai suoi occhi, sembra quasi indeciso se preferire restare sullo scoglio oppure sollevarsi per tuffarsi nelle acque chiare e limpide perfettamente affini alla sua natura; gli stivaletti e il cappello evidenziano infatti una medesima tonalità, sebbene di gradazione cromatica differente, rispetto al mare quasi come se questo fosse funzionale per l’autrice a infondere nell’osservatore la sensazione di totale fusione tra il giovane uomo e quello scorcio calmo a cui quel frangente appartiene.

In qualche modo l’opera si avvicina al Realismo Americano di Edward Hopper ma poi lo oltrepassa tendendo verso un’atmosfera più soffusa, irreale, in cui le sensazioni del ragazzo sono il punto focale della scena, così tanto da diffondersi e propagarsi su tutto il paesaggio; l’esitazione nella scelta su cosa fare nell’istante successivo costituisce invece una caratteristica delle opere di Young Park che non riesce a concepire una scena senza desiderare di intuire cosa abbia condotto lì i protagonisti e cosa accadrà non appena distoglierà l’attenzione da ciò che ha mosso le sue corde emotive fino al punto di desiderare immortarlarlo.

6 Go out – acrilico su tela, 91x117cm

In Go out infatti divide addirittura in due la tela per mettere sullo stesso piano visivo il dettaglio del volto della protagonista, e l’azione che sta compiendo, esattamente come farebbe un regista televisivo o cinematografico davanti a una scena saliente, in questo caso la stessa che dà il titolo al dipinto; il volto della ragazza è sereno, pacato e tuttavia non si riesce a intuire se sia davanti allo specchio, cercando di apprezzare l’immagine in esso riflessa prima di uscire per affrontare un giornata di lavoro, oppure se stia silenziosamente chiedendo l’approvazione del suo uomo, il suo compagno con cui si sente pienamente se stessa ma di cui ha bisogno per colmare le proprie insicurezze, o ancora il frangente narrato potrebbe invece essere il termine di un incontro d’amore che l’ha lasciata appagata e sicura del suo fascino. Di conseguenza il gesto della chiusura della cerniera dell’abito diviene centrale del senso della tela, ecco perché Young Park le dedica metà del dipinto, per mettere in evidenza quanto l’azione sia fondamentale per la narrazione che fa di ogni aspetto della vita. Anche in questo caso l’Espressionismo è delicato, emerge dalla decontestualizzazione dell’ambiente circostante ma anche dall’emanazione delle sensazioni che fuoriescono dal volto e dal gesto della protagonista.

7 Freedom come to me – acrilico su tela, 35x28cm

Young Park ha al suo attivo la partecipazione a mostre collettive e personali in Corea del Sud, paese dove vive e lavora, riscuotendo notevoli successi per la sua originalità espressiva.

YOUNG PARK-CONTATTI

Email: judepark1022@gmail.com

Sito web: www.young-park.com/

Instagram: www.instagram.com/youngparkartist/

The narrative delicacy of Young Park’s Expressionism, when each instant carries within it the one immediately preceding and the next

When observing reality, the artist is faced with the choice of whether to capture the moment by fixing it on the canvas as if it were a snapshot of that moment, or to imbue the painting with a sense of movement, of that fluidity that belongs more to the world of feeling, to the perception one has in front of a scene, a photogram that contains within itself the wake of the energy that has moved up to that moment and a subtle anticipation of what will follow shortly after. This second pictorial point of view instils an enveloping sensation in the viewer, as if he feels completely immersed and almost a participant in the scene narrated by the author of the artwork, captured by the lyricism of the present moment and completely enraptured by what is before their eyes, and this is exactly the expressive path chosen by today’s protagonist for whom painting becomes a means of allowing to emerge the feelings of her subjects, those fragments of emotions that appear clearly but are ready to disappear after a second, as if they were showing themselves to the artist to be captured in their uniqueness.

At the moment when the first guidelines of Expressionism were outlined, exactly in that theoretical experimentation coming from the French Fauves that only showed the urgency to take the inner world in hand and find a way to tell its story leaving aside all the academic rules that had been dominant in the artistic world until a short time before, at that moment I was telling it was necessary to break the previous schemes in such a clear and definitive way as to induce the artists protagonists of this passage to distance themselves from the observed reality and from all aesthetic, perspective and chromatic rules. Once the early days were over and the transformation of those ideas into a true movement, Expressionism, was over, it began to be considered that the painting style could be adapted to the feeling and representational attitude of each exponent, even on the basis of the country of origin, thus the bright and full colours of Henri Matisse and Franz Marc, great representative of the German Der Blaue Reiter group, were juxtaposed with the softer, close-to-reality hues and aesthetic deformations of Egon Schiele‘s nudity and Amedeo Modigliani‘s algid elegance, coexisting with the sarcasm and critique of the society of the time of Ernest Ludwig Kirchner, a member of the Die Brücke group, and Oskar Kokoschka. With the passing of time and the end of the period of the world wars, Expressionism showed a need to move towards a narrative closer to the observed from which could emerge intimist emotions and sensations, linked to the soul, to the existential destabilisations of the post-war period and to the need to cultivate one’s own soul, fears and insecurities; it was the School of London that was particularly representative of this new approach of the movement where the magic of reality was juxtaposed with the whole universe of irrepressible emotions coming from the artist’s introspection that were reflected on the canvas until they reached the viewer. Among the greatest exponents of this facet of Expressionism were Lucian Freud, perhaps the most direct heir to Egon Schiele‘s Existentialism for his ability to show the human being with all his inner and outer weaknesses, and Paula Rego who, through memories of her country of origin, Portugal, leads the viewer into a world halfway between reality and magic, between dreamlike atmospheres and a critical look at the society in which she grew up, which was still too conservative.

The Korean artist Young Park draws on this more real tendency of Expressionism, mixing it, however, with a poetic apparatus that brings her closer to the atmospheres of Magic Realism of the early 20th century, almost as if the lyricism that distinguishes it were fundamental to entering a world in which each element seems to have a life of its own through which she renders the idea of movement, of a fluidity of action or of the immortalised juncture that is set between a before and an after that places the image in a space-time dimension that is not suspended but in constant evolution; Expressionism emerges from the chromatic decontextualisation where the tones are delicate, tenuous, evanescent from the point of view of the drafting on the canvas, but strongly linked to the atmospheres and sensations that Young Park wishes to bring out, that poetic observation of the human being from which thoughts, perceptions, concepts or simply instantaneous impressions permeate the paintings. The subjects, predominantly women, are often portrayed from behind, as if Oriental reserve were inherent in her way of seeing and experiencing reality and therefore cannot but reveal the sense of respect towards an intimate feeling that does not necessarily have to come out from a glance but can also be implied by the curvature of the neck, by the hands that cover and at the same time reveal by virtue of their innate and instinctive expressiveness, by the lightness of the image told in which romantic elements such as butterflies and flowers enter.

Cure is a clear example of Young Park‘s lyrical and almost magical attitude, because the wound of the hand, more metaphorical than real, is healed through the stem and the delicacy of the cherry blossom, thus underlining how fundamental the relationship with nature is for the human being; but the flowers of this tree, originally from the East, are also a symbol of rebirth, redemption, good fortune, so the hand protagonist of the painting is enveloped by that positivity which thus becomes a stimulus to find the right direction in the world and in the protagonist’s journey. The line of demarcation of the contours, which belongs to the main characteristics of Expressionism, here is barely perceptible, as delicate as the background and the details of the sleeve that seem to be in perfect lyrical harmony with the profound sense of the painting. In This is where the land ends and the sea begins, the crouching boy is in a position of contemplation, enraptured by the beauty of the landscape before his eyes, seeming almost undecided as to whether he would prefer to remain on the cliff or rise to dive into the clear, limpid waters perfectly akin to his nature; the boots and the hat show in fact the same hue, albeit of a different chromatic gradation, with respect to the sea, almost as if this were functional for the artist to instil in the observer the sensation of total fusion between the young man and that calm foreshortening to which that fringe belongs. In some ways, the painting approaches Edward Hopper‘s American Realism, but then goes beyond it, tending towards a more suffused, unreal atmosphere in which the boy’s feelings are the focal point of the scene, so much so that they spread and propagate throughout the landscape; the hesitation in choosing what to do in the next instant, on the other hand, constitutes a characteristic of Young Park‘s artwork. She cannot conceive of a scene without wanting to guess what has led the protagonists there and what will happen as soon as she turns her attention away from what has moved her emotional chords to the point of wanting to immortalise it.

In Go Out she even divides the canvas in two to put on the same visual plane the detail of the protagonist’s face and the action she is performing, exactly as a television or film director would do in front of a salient scene, in this case the same one that gives the painting its title; the girl’s face is serene, calm and yet it is impossible to guess whether she is standing in front of the mirror, trying to appreciate the image reflected in it before going out to face a day’s of work, or whether she is silently seeking the approval of her man, her companion with whom she feels fully herself but who needs to fill her insecurities, or whether the narrated event could instead be the end of a love encounter that has left her fulfilled and confident in her charm. As a result, the gesture of zipping up her dress becomes central to the meaning of the canvas, which is why Young Park dedicates half of the painting to her, to emphasise how fundamental the action is to the narrative she makes of every aspect of life. Here too, Expressionism is subtle, emerging from the decontextualisation of the surroundings, but also from the emanation of the sensations emanating from the protagonist’s face and gesture. Young Park has participated in group and solo exhibitions in South Korea, the country where she lives and works, and has enjoyed considerable success for her expressive originality.

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Pubblicato da
Marta Lock

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