Immagini in movimento, musica, voce e fango nel video di “Essaiere” dei Mombao

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“Essaiere è un canto che è stato insegnato ad Anselmo durante un laboratorio di body percussion: quello che ci affascina di questo canto popolare è che può essere compreso da chiunque, anche se non si capisce il significato del testo”

Dopo l’anteprima con il sito di Rumore, è disponibile ovunque il video per Essaiere, l’ultimo singolo dei Mombao pubblicato il 16 marzo 2021. Un nuovo capitolo per l’atipico duo di Milano formato da Damon Arabsolgar (Pashmak) e Anselmo Luisi (Le Luci Della Centrale Elettrica, ha collaborato anche con Selton, Giovanni Falzone, Virtuosi del Carso) già ben affermato nella scena underground che ci porta al centro di un mondo dove convivono rock, elettronica e melodie tradizionali come in un rituale mistico capace di risvegliare sentimenti primordiali e sconosciuti, donandoci una personalissima versione di un canto popolare Yoruba Nigeriano, che difficilmente avremo mai potuto ascoltare altrimenti.

I Mombao ci hanno gentilmente concesso un’intervista.

È uscito il video di “Essaiere”, come si caratterizza?

Immagini in movimento. Musica. Voce. Fango. Due persone, coperte di fango. Colori. Strumenti, batteria, sintetizzatori. Colori, colori che segnano, colori sfumati su un viso. Buio. Luce. Buio. Una danza. Luce bianca, acqua, colori che colano. Viso. Fango.

Com’è stato accolto il singolo in questi primi giorni?

Ci ha scaldato il cuore sentire vicine le persone e gli amici che seguono il nostro progetto. Qualcuno ci ha mandato foto di pelle d’oca, qualcuno una descrizione dettagliata del trip che si è fatto ascoltando il brano. Qualcuno ci ha raccontato dei ricordi e delle immagini che gli ha evocato. Il filo comune di questa collezione di vibrazione positive è stato riassunto meravigliosamente da Giulio Favotto, videmoaker della compagnia di teatro Anagoor: “In un momento come questo dove la musica ha totalmente perso la fruizione collettiva, la condivisione, il video e la traccia fanno quasi male, sottolineano ancora di più l’assenza di questa dimensione collettiva, popolare di un rito così tribale, che male.”

Cosa volete trasmettere con questo lavoro?

Noi non vogliamo trasmettere nulla, è la canzone che decide cosa trasmettere. Forse se potesse parlare direbbe “prendete, condividete, trovatevi con un amico e cantate nudi.”

Come nasce il vostro progetto musicale?

Nasce per caso. Ci conoscevamo già da anni, venivamo da ambienti musicali completamente diversi – Anselmo dal jazz, Damon dall’indie rock – e ad un certo punto abbiamo deciso di trovarci e fare musica assieme, senza decidere prima in che direzione andare, ma con l’idea di mettersi in discussione per provare direzioni diverse, sfruttando il limite di essere soltanto in due come una risorsa creativa. Abbiamo fatto anche delle grosse cazzate, ma pure quelle ci sono servite per capire in quali direzioni non andare. E nel processo, passo dopo passo, questo incontro è diventato Mombao.