Estorsione, usura e riciclaggio: sequestrati beni per oltre 13 milioni di euro a Lecce

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Lecce, sequestrati beni per oltre 13 miloni di euroLECCE – Oggi termine di complesse indagini di natura patrimoniale e finanziaria, gli uomini del Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Lecce hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro – emesso della 2^ Sezione Penale del Tribunale di Lecce, su richiesta del Sost. Procuratore dott. Alessio Coccioli – nei confronti dei componenti di un gruppo criminale con base in Galatina, capeggiato da soggetti contigui ad esponenti di rango del clan mafioso “Coluccia”.

L’esecuzione delle misure ablative interviene a compendio di un’indagine delegata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia – denominata convenzionalmente “RIBA” – che aveva portato nel mese di settembre dello scorso anno all’esecuzione di 9 misure cautelari personali ed al sequestro preventivo, ex art.12 sexies della legge 356/1992, dei beni riconducibili agli indagati per oltre 5 milioni di euro.

Le investigazioni, che hanno interessato un ampio arco temporale, hanno evidenziato come gli odierni destinatari del provvedimento ablativo fossero abitualmente dediti all’usura, all’esercizio abusivo della raccolta del risparmio, alle estorsioni, al riciclaggio, al reimpiego di denaro di provenienza delittuosa nonché alla turbativa d’asta. Tali indagini hanno inoltre evidenziato come la consorteria criminale, anche in ragione della vicinanza al citato sodalizio mafioso, nel perseguire i propri intenti si avvalesse di modalità mafiose, accompagnando le proprie pretese creditorie con comportamenti minacciosi sfociati in numerosi episodi di estorsione e di violenza privata.

Si accertava, altresì, l’adozione di precise strategie di infiltrazione nell’economia legale. Infatti, una parte dei proventi conseguiti dai delitti di usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria veniva impiegata per finanziare sia attività commerciali riconducibili a congiunti degli indagati, operanti nel settore dei supermercati e del commercio di oro e preziosi, che la presenza in occasione delle compravendite immobiliari, come attestato dalla frequente partecipazione di taluni degli indagati alle procedure esecutive presso il Tribunale di Lecce.

Infatti, mirati riscontri sulla regolarità di tali aggiudicazioni evidenziavano gravi condotte tese a turbare la libertà degli incanti mediante minacce di azioni ritorsive rivolte dai sodali contro privati finalizzate ad ottenere l’abbandono dell’asta e l’aggiudicazione dei relativi beni. Sulla scorta di dette emergenze investigative, certamente indicative di una abitualità nelle condotte delittuose, il GICO del Nucleo di Polizia Tributaria di Lecce, con il supporto di personale in forza al Servizio Centrale Investigativo Criminalità Organizzata, ha eseguito accertamenti nei confronti dei componenti del citato sodalizio, volti a verificare l’esistenza dei presupposti legislativi per l’applicazione delle misure di prevenzione personali e patrimoniali, ai sensi della vigente legislazione antimafia.

Veniva avviata una complessa attività investigativa che permetteva di raccogliere inconfutabili elementi attestanti l’elevata pericolosità sociale degli investigati, la loro propensione a delinquere nonché la loro refrattarietà ad adeguarsi alle regole che presiedono l’ordinato e quieto vivere sociale. Nel contempo, con la collaborazione di personale dello Servizio Centrale Investigativo Criminalità Organizzata di Roma, venivano eseguiti approfonditi accertamenti patrimoniali e finanziari, che permettevano di accertare l’esistenza di una netta sperequazione tra le elevatissime disponibilità economico – patrimoniali e la ben più modesta posizione reddituale da ciascuno dichiarata.

All’esito delle indagini, le risultanze investigative venivano comunicate al Sostituto Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, dr. Alessio Coccioli, il quale, condividendo la proposta formulata, inoltrava al Tribunale di Lecce apposita richiesta di applicazione della misure di prevenzione personale e patrimoniale disciplinate dal D.lgs. 159/2011.

In data 23 marzo 2016, la Seconda Sezione Penale di Lecce – riunita in funzione di Tribunale della Prevenzione – ha disposto il sequestro dei beni mobili, immobili e delle disponibilità finanziarie che non hanno trovato giustificazione nei redditi dichiarati e nelle attività svolte dagli indagati e dai loro familiari. In particolare sono stati sottoposti a vincolo reale attività commerciali, quali gioiellerie, supermercati e società immobiliari, con immobili ubicati nei Comuni di Lecce, Galatina, Aradeo, Melendugno, nonché autovetture e disponibilità finanziarie il cui valore complessivo è stato quantificato in oltre 13 milioni di euro.

In dettaglio sono stati sequestrati 24 fabbricati (abitazioni, locali commerciali e garage), 1 terreno, 21 beni mobili registrati (auto/motoveicoli), 4 società (di cui una esercente attività di supermercato, due di commercio all’ingrosso di preziosi ed una immobiliare), 3 ditte individuali (di cui una esercente attività di supermercato e due di commercio al dettaglio di preziosi), saldi attivi riferiti a n.54 rapporti finanziari ed 8 rapporti assicurativi/fondi pensione. I beni posti sotto sequestro sono stati affidati all’amministrazione di un custode giudiziario appositamente nominato dal Tribunale di Lecce.