Venerdì 13 novembre torna in rotazione radiofonica Ognibene con il nuovo singolo “Eternità“, una ballata indie pop dolce e poetica, che in questi tempi così complessi e densi di incertezza apre la mente e scalda un po’ il cuore, regalando a chi ascolta qualche minuto di tenerezza. Scritto in collaborazione con l’autore e amico Simone Pozzati, il singolo è il quarto estratto dall’EP “Il varietà sulla natura umana vol. 1” (LaPOP 2020), già disponibile sulle piattaforme digitali.
“Eternità” è un brano autentico e sinceramente romantico che sottolinea come tutto segua meccaniche cosmiche a noi sconosciute. Di come nel buio possiamo affidarci a quel bagliore che ci guida verso il nostro destino, un amore nuovo o una nuova vita.
L’artista ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Eternità” è il tuo nuovo singolo, com’è nato e come si caratterizza?
“Eternità” è un brano che parla di un amore profondo, potente e destabilizzante come quello che si prova per la nascita di un figlio. Con Simone Pozzati, artefice quanto me della scrittura dell’intero album, abbiamo scritto questa canzone qualche anno fa e, a quei tempi, parlava di una fase di vita distante da me anni luce. Decisi di inserirla in questo EP a settembre dello scorso anno e, per un gioco del destino, qualche mese dopo scoprii che sarei diventato padre. Ho deciso quindi di dedicare questa canzone a mio figlio, nato ad agosto, per renderla il mio regalo di benvenuto al mondo.
Il singolo è il quarto estratto dall’Ep “Il varietà sulla natura umana vol. 1”. Com’è strutturato l’Ep?
Questo EP è la prima parte, appunto “Vol.1”, di un concept che funge da contenitore di storie ed emozioni. I racconti e le immagini in esso contenute creano una sorta di finestra interiore nella quale possiamo riconoscere sfumature del nostro essere. A Dicembre uscirà dunque l’intero album in supporto fisico CD mentre nei primi mesi del prossimo anno uscirà il “Vol. 2” per il mercato digitale.
Quanto c’è bisogno di tenerezza in questo periodo?
C’è sempre bisogno di tenerezza ma in questo periodo serve come l’aria che respiriamo. Viviamo tra doveri ed insicurezze, in un mondo fatto di contatti virtuali e solitudine, e ci dimentichiamo di cosa sia la felicità vera. Un abbraccio sincero o una carezza fanno la differenza e bisogna imparare a riappropriarsi della felicità. Sentirsi meno soli aiuta a vedere il bicchiere mezzo pieno e a superare le difficoltà.
Come ti sei avvicinato al mondo della musica e come hai sviluppato questa inclinazione?
Io dico sempre che la musica si è avvicinata a me. Fin da quando ero bambino in casa mia la musica è stata una costante e qualcosa di importante. Ho iniziato ad approcciarmi alla chitarra poco dopo i dieci anni e notai da subito una sorta di naturalezza nel suonare. Suonare mi ha sempre dato il senso di aver trovato il mio posto nel mondo. Successivamente ho approfondito anche altri strumenti incluso il canto e, verso i quindici anni, ho iniziato a comporre i primi brani.