“Credo che molto merito lo abbiano le donne. Meloni e Schlein hanno condotto una campagna elettorale pugnace, ma hanno avuto la capacità di esprimere, nella diversità, con chiarezza le loro posizioni e catalizzare i rispettivi consensi, oltreché hanno dato prova di maturità nella conduzione della vis politica. Ora inizia per il presidente del Consiglio Meloni il confronto con un’altra donna, che non è Ursula Von der Leyen, bensì è la regina Europa. Una regina burocratica e con tendenze assolutiste e un po’ libertine, con una corte piena di principi ambiziosi ma senza autorevolezza e cortigiani assetati, ma che, non dobbiamo dimenticare, da 80 anni, come mai nella sua storia, riesce a garantire la pace ai suoi sudditi e che per farli guarire dall’ultima epidemia li ha curati con duemila miliardi di euro. Una regina che però non può intendere la democrazia come uno strumento contabile necessario solo per ripartire il potere tra coloro che comandano il gioco e che hanno come obiettivo reale la difesa dei loro interessi nazionali, ma come uno strumento politico da utilizzare per la costruzione di una comunità popolare europea che abbia al centro della propria azione il raggiungimento del bene comune rappresentato dalla valorizzazione della persona umana e, quindi, in primis, la pace, il lavoro e la salute delle donne e degli uomini, la famiglia”.
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