Ospite di RTL 102.5, Fabrizio Moro racconta ciò che si cela dietro il testo del brano: «È importante il mentre, non il dove. È questo il significato del testo di “Dove”. Volevo che il pubblico capisse quanto è importante quello che fai mentre cerchi di raggiungere la destinazione. La storia della mia vita è un non godersi mai niente. Ogni volta metto una bandierina e cerco di raggiungerla, ma poi, quando ci arrivo, ne metto subito un’altra. Poche volte mi sono “goduto il tramonto”. Ora, con il passare del tempo, cerco di godere di più delle cose, man mano che invecchio sto sempre più attento ai dettagli. Quando bevo un bicchiere di vino me lo godo, prima non me ne rendevo conto».
Il 19 maggio è uscito “La mia Voce vol. 2” e contiene sei brani: canzoni d’amore, ballate crude ed immediate e brani pop impreziositi dalla straordinaria penna di Fabrizio Moro, abile nel destreggiarsi tra le parole e le note di una narrazione sempre in bilico tra personale e universale, sospesa a mezz’aria tra forza e fragilità. «Ciò che ha sbloccato il processo creativo è stata proprio la mia voce, per questo si chiama così. Il tour era una sorta di racconto, non proprio un concerto. Ho ripercorso la mia carriera in maniera cronologica. Si passava quindi da brani che cantavano tutti ad altri che nessuno conosceva», aggiunge.
Fabrizio Moro, cantautore ed autore completo e versatile, è capace di conquistare il pubblico grazie alla sua musica e alle sue parole sempre intense e profonde, alla sua personalità autentica e alla sua capacità di evolversi continuamente. Un artista che ha fatto della sua passione per la musica una missione di vita, regalando emozioni e momenti indimenticabili a tutti coloro che lo seguono.
«Come me, tantissimi cantautori provengono dal quartiere o dalla provincia, e solitamente vengono accostati a dalle abitudini e usanze che ha una persona con quello stile di vita. Io preferisco la provincia, perché ci sono cresciuto. C’è un rapporto particolarmente morboso con i miei fan. Me ne sono accorto nei firmacopie post-pandemia e, a volte, tutto questo amore mi disarma. Sono tornato dal firmacopie di Roma che non stavo bene, mi sentivo travolto da tutto. Se sentissi la responsabilità che ho sulla gente smetterei di scrivere. Non penso mai al percorso che farà nella vita degli altri, è una cosa che mi mette a disagio. Lo faccio per me, poi se riesce a rendere felici gli altri tanto meglio. L’arte cambia la vita, così come la musica anche il cinema ti porta a fare cose che non pensavi di fare», spiega Moro.
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