Il social, spiega la rivista, ha una lunga storia di accuse di discriminazioni nei propri sistemi. Uno studio pubblicato lo scorso anno ad esempio ha verificato che i post che pubblicizzano lavori di segreteria sono mostrati maggiormente alle donne, mentre quelli per lavori nel campo delle pulizie o come autisti sono indirizzati in maggioranza verso minoranze etniche.
Recentemente diversi gruppi per i diritti civili hanno invitato al boicottaggio del social, che ha portato molte grandi aziende, da Coca Cola alla Disney, a sospendere le proprie campagne pubblicitarie. Il problema, spiega la rivista, è però di difficile soluzione, perché i pregiudizi sono insiti nei database che vengono usati per ‘addestrare’ gli algoritmi. “Modificare questi dati è un argomento controverso. Inoltre questo è solo uno dei problemi dei social, e Facebook dovrebbe elaborare una strategia anche contro la presenza di gruppi suprematisti o negazionisti dell’Olocausto”.
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