L’app è stata lanciata negli Stati Uniti nel 2017, poi estesa a Canada e pochi altri paesi e si rivolge agli ‘under 13’ il cui ingresso è vietato in Facebook. I genitori possono consentire ai propri figli di rendere visibili nome e foto del profilo, i bambini potranno inoltrare le loro richieste di amicizia. Con la funzione “amicizia supervisionata” viene consentito ai genitori di approvare le nuove connessioni. Così come è sotto il controllo dei genitori – assicura Facebook – anche la partecipazione dei bambini ai gruppi, come quelli scolastici o sportivi.
Negli Stati Uniti, alcuni attivisti sul fronte privacy hanno sostenuto che l’app potrebbe essere dannosa per i bambini assorbendoli troppo in attività online e potenzialmente raccogliendo dati.
In Europa, dove è in vigore da maggio 2018 la legge europea sulla privacy (Gdpr) è previsto per chi ha meno di 16 anni e vuole usare i servizi digitali che “un genitore o un tutore debba acconsentire a suo nome ai termini d’utilizzo”. I singoli Paesi membri possono decidere autonomamente di abbassare il limite d’età fino ai 13 anni. Limiti anagrafici spesso aggirati da bambini e ragazzi, a cui basta mentire dicendo di essere più grandi.
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