ROMA – “Con il continuo intreccio fra decreti, Dpcm e ordinanze, la confusione interpretativa complica la vita di tutti. Capisco l’eccezionalità della fase, ma i limiti alle libertà devono passare dal voto del Parlamento”. Così la presidente del Senato Casellati in un’intervista a la Repubblica, in cui parla anche della gravità del conflitto tra il ministro Bonafede e il magistrato Di Matteo; conflitto su cui il Csm deve fare chiarezza. Mentre, dopo le polemiche sulle parole dedicate alla Germania, sull’Europa dice: “Non sono le critiche costruttive ad alimentare l’euroscetticismo, ma le incertezze dell’Ue di fronte ai rischi di recessione”. E sui rapporti con Berlino osserva: “Non ci sono sentimenti ostili verso nessuno. C’è solo la capacità di capirsi”.
“Comprendo l’eccezionalità del momento – continua Casellati a proposito dei Dpcm – ma resto convinta che le limitazioni alle libertà fondamentali dei cittadini anche nella emergenza debbano passare attraverso il voto del Parlamento. Esistono strumenti legislativi, come i decreti legge, che ben possono coniugare la rapidità di scelte anche transitorie con il coinvolgimento di tutte le forze politiche. Purtroppo la stagione dei Dpcm non è finita, come annunciato. Gli italiani vogliono chiarezza. Con il continuo intreccio fra decreti, Dpcm, ordinanze nazionali e regionali, la confusione interpretativa ha complicato e complicherà la già difficile vita di tutti”.
“Ho fiducia nella responsabilità degli italiani che hanno dimostrato serietà e disciplina nell’osservare le misure di sicurezza prescritte – rileva Casellati – sta qui lo snodo della ripresa. L’Italia non può più aspettare. Ogni giorno di ritardo nella riapertura delle attività produttive significa saracinesche che non si rialzeranno più, cittadini che perdono il lavoro, famiglie sempre più povere. L’esperienza del ponte Morandi, con 1.000 persone al lavoro anche durante l’emergenza, è un esempio per tutti”. Sul decreto Rilancio: “È una misura sicuramente importante. Il problema è che in questo momento per tutte le famiglie che non hanno uno stipendio fisso il tempo è un fattore decisivo. Così come la chiarezza delle regole e la semplicità delle procedure. Gli aiuti e l’accesso al credito devono arrivare subito e senza le troppe carte della burocrazia”.
Sullo scontro tra Bonafede e Di Matteo, conclude: “Sono preoccupata. Per la prima volta nella storia della Repubblica registro un conflitto grave tra un membro del Csm e il ministro della Giustizia. Certo è che un conflitto di questo genere non può restare senza risposta. Anche il Csm deve fare la sua parte. Lo dico con la sensibilità di chi ne è stato componente come me”.