ROMA – Il Presidente della Commissione esteri, Piero Fassino – insieme al vicepresidente Paolo Formentini e a Marta Grande, presidenti dei gruppi parlamentari di amicizia tra Italia e Israele – ha incontrato in videoconferenza una delegazione della Commissione affari esteri e difesa della Knesset israeliana, guidata dal presidente Zvi Hauser e composta anche dai parlamentari Gideon Saar e Avi Dikter, presidenti dei gruppi di amicizia per la parte israeliana.
Con la videoconferenza il Presidente Fassino ha inteso rilanciare – per ovviare ai limiti derivanti dalla pandemia – il dialogo tra le Commissioni esteri dei due Parlamenti e, in generale, la diplomazia parlamentare come strumento utile alla costruzione di soluzioni di pace nel Mediterraneo e nel Medio Oriente.
I temi al centro del colloquio sono stati l’impatto degli Accordi di Abramo sulle relazioni tra Israele e il mondo arabo e sulla questione israelo-palestinese; le tensioni in Medio Oriente e nel Mediterraneo orientale; la situazione in Libano; il ruolo della Turchia; la situazione nella regione subsahariana segnata dalla attività dei gruppi fondamentalisti della Jihad.
“L’Accordo di Abramo – ha detto Fassino – è un importante contributo alla stabilità e alla pacificazione della regione, a cui altri passi devono seguire, a partire dal rilancio del dialogo diretto tra Israele e ANP per una soluzione di pace condivida fondata sul principio “due popoli due Stati””.
“Italia e Israele – ha sottolineato Fassino – sono Paesi amici, uniti dalla storia, dalla geopolitica, da intense relazione economiche e culturali e dalla dolorosa esperienza del terrorismo. Su questo terreno l’Italia è fermamente impegnata a combattere il fenomeno in tutte le sue forme poiché non vi è causa politica che possa legittimare il ricorso al terrorismo interno o internazionale. Così come determinato è l’impegno dell’Italia e del Parlamento italiano contro l’antisemitismo e contro l’antisionismo”.
A conclusione dell’incontro Fassino ha invitato la Commissione esteri israeliana a recarsi in visita in Italia non appena l’evolvere della crisi pandemica lo renda possibile.