Politica

Fedriga: “Sulle liste d’attesa lese competenze, controllo alle Regioni”

TRIESTE – “Condividiamo l’obiettivo di combattere le liste d’attesa: è una priorità delle Regioni e non solo del governo e ci auguriamo che nella conversione del decreto si possa giungere a un’intesa. La proposta che abbiamo fatto non è l’abolizione dell’articolo 2 ma una riformulazione”. Lo ha precisato il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, in merito alla bocciatura da parte delle Regioni del decreto sulle liste d’attesa.

L’attuale articolo 2 per Fedriga lede “le competenze delle Regioni” per questo “abbiamo proposto di formulare un emendamento che crei nuclei di controllo e valutazione all’interno delle singole Regioni”. Fedriga sottolinea che la riformulazione dell’articolo 2 è stata consegnata al governo “in una logica di assoluta alleanza istituzionale e lealtà collaborativa”. “L’articolo 2 dell’attuale testo – ha spiegato – prevede che ci sia attività di verifica di controllo anche come polizia giudiziaria da parte del ministero direttamente all’azienda sanitaria. Questo crea notevoli problemi: il problema più grave è che rischiamo di non raggiungere l’obiettivo” a causa di “una confusione delle competenze istituzionali”.

“Seconda cosa vengono lese le competenze delle Regioni stesse. Abbiamo proposto di formulare un emendamento che crei nuclei di controllo e valutazione all’interno delle singole Regioni” e che preveda che “a sua volta il ministero controlli le Regioni sul raggiungimento degli obiettivi e delle verifiche. In questo caso vengono garantite le competenze e c’è un ordine che può rendere efficiente la misura stessa. Su questo purtroppo a oggi non abbiamo avuto una risposta positiva e quindi non abbiamo potuto che dare un giudizio negativo”. Fedriga ha poi osservato che “uno dei problemi seri che stiamo riscontrando in tutto il Paese è l’aumento esponenziale delle prescrizioni che non riesce a essere esaudito. Sulla parte prescrittiva e soprattutto sulle prescrizioni inappropriate dobbiamo metterci mano”.

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Redazione L'Opinionista

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