Le questioni e le soluzioni da mettere in campo sono innumerevoli e variano a seconda della generazione di appartenenza dei componenti del team operativo. Si parte con i boomer che, secondo Business Wire, sono alla ricerca di un miglior equilibrio fra vita privata e professionale: 3 dipendenti su 4, infatti, hanno avvertito un peggioramento dell’equilibrio tra lavoro e vita privata a causa della pandemia. La felicità di questi professionisti si coltiva, promuovendo benefici relazionati alla cura della salute. A tal proposito, il 71% dei boomer, nel corso dell’anno corrente, vede nella cura della vista un beneficio essenziale. Inoltre, secondo New Zealand Herald, gli stessi boomer sarebbero più a loro agio se continuassero a lavorare interamente da remoto.
Passando alla generazione successiva, ovvero la Gen X, Business News Daily focalizza l’attenzione su alcuni punti di grande rilevanza: per lavorare efficacemente con gli “X worker”, che rappresentano il 35% della forza lavoro moderna negli USA, il singolo datore di lavoro è chiamato a consentire loro di lavorare in autonomia, rispettare le loro tempistiche, garantire un corretto equilibrio tra vita professionale e privata, comunicare con i diretti interessati in maniera efficace e trasparente, evitare la cosiddetta microgestione o la supervisione del dettaglio di ogni singola mansione assegnata, fornire ai singoli collaboratori opportunità di progresso e apprendimento tramite, per esempio, corsi di formazione e, infine, valorizzare l’esperienza, tenendo sempre in considerazione il valore di ogni professionista.
“Ogni generazione necessita di accorgimenti mirati per lavorare serenamente e coltivare la felicità all’interno del proprio workplace – Alessandro Zollo, Amministratore Delegato di Great Place to Work Italia – Ogni ambiente di lavoro è ricco e vario e ciò comporta anche la messa in pratica di misure efficaci di change management per garantire un benessere organizzativo a 360° e, quindi, un’employee experience e un clima aziendale non soltanto produttivo, ma anche accogliente e apprezzato da tutti i collaboratori che fanno parte del team operativo. I leader d’impresa sono chiamati ad accompagnare i propri collaboratori all’interno del percorso di trasformazione aziendale che, in seguito al periodo di pandemia, coinvolge e coinvolgerà tutte le imprese del territorio”.
Proseguendo con il percorso di analisi delle varie generazioni, i millennial sono i prossimi della lista: secondo quanto indicato da Standard Media, le aziende del giorno d’oggi espongono i giovani a progetti importanti, sviluppando le loro capacità di leadership e, allo stesso tempo, concedono loro spazio e possibilità di esprimere la loro opinione, indicando cosa funziona e cosa no all’interno dell’ambiente di lavoro in cui si trovano. E ancora, i giovani della generazione Y sono portatori di positività e gioia in ufficio e, proprio per questo motivo, diverse company organizzano attività grazie a cui i giovani collaboratori possono mettersi in mostra a suon di entusiasmo e creare o rafforzare i rapporti personali e professionali sul posto di lavoro. Sulla stessa lunghezza d’onda, New Business Daily focalizza l’attenzione su ulteriori concetti utili: per i millennial, fiducia e trasparenza sono ingredienti chiave in ambito relazionale così come il tasso di coinvolgimento nelle varie fasi operative.
Per concludere, ecco la Gen Z che, secondo il settimanale d’informazione Time, risulta indecisa: il 30% dei giovanissimi vorrebbe lavorare in smartworking, mentre il 34% afferma di essere più produttivo e coinvolto quando lavora dall’ufficio. Per la crescita personale e professionale di questi giovani collaboratori risultano fondamentali elementi come la cultura aziendale, la socializzazione con i colleghi e, allo stesso tempo, anche la presenza di un mentore o di un modello con cui connettersi e da cui prendere spunto. Per concludere, anche Psychology Today analizza la situazione “Gen Z related”, concentrando l’attenzione sul fatto che la maggior parte dei nati nel nuovo millennio predilige un modello di lavoro ibrido. Inoltre, la rivista statunitense chiude l’approfondimento realizzato, elencando i desideri dei giovani professionisti in campo lavorativo: si passa dalla disponibilità di distributori automatici in ufficio alla mission azionale, in linea con i desideri e le prospettive dei nuovi giovani professionisti, fino allo sviluppo professionale, con tanto di formazione face to face.
· Un miglior equilibrio tra vita privata e professionale;
· Benefit aziendali inerenti al mantenimento e al miglioramento del benessere psico-fisico;
· Smartworking: anche i boomer ritengono di essere più produttivi e a loro agio a lavorare da remoto.
· L’autonomia come parola e richiesta chiave per esprimersi al meglio;
· La comunicazione efficace risulta fondamentale per comprendere al meglio le mansioni da svolgere;
· Crescita professionale: i corsi di formazione sono sempre apprezzati dai singoli collaboratori per apprendere nuove skill operative.
· Coinvolgimento e motivazione: tratta di una generazione che necessita di essere continuamente coinvolta nei vari progetti aziendali per essere altamente efficace e produttiva;
· I rapporti interpersonali, costruiti in ambito professionale, devono essere fondati su fiducia e trasparenza;
· Opportunità di esprimere la propria opinione, positiva o negativa, in merito alle dinamiche aziendali.
· L’hybrid work è il desiderio primario dei giovanissimi;
· La mission aziendale emerge come il fondamento grazie a cui preferire un’azienda invece di un’altra;
· La presenza di un mentore o di una figura professionale da cui prendere spunto e ispirazione come punto di gradimento ulteriore.
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