La SIMIT partecipa alla tavola rotonda sui fattori di rischio per la salute riproduttiva: il punto del Prof. Massimo Andreoni sulle infezioni sessuali
Le malattie sessualmente trasmesse rappresentano un grave problema di sanità pubblica. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ogni anno 200 milioni di persone contraggono un’infezione sessualmente trasmessa.
I dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità confermano che in Italia negli ultimi anni la frequenza e diffusione delle malattie sessualmente trasmesse è in incremento. In particolare le nuove infezioni colpiscono, nel 30% (circa) dei casi, soggetti di età compresa tra i 14 e i 25 anni.
Sottolinea la Ministra Lorenzin all’apertura del FertilityDay tenutosi a Roma: “In Italia ci sono 700mila persone che vogliono avere figli senza riuscirvi; milioni di giovani e giovanissimi che non conoscono la questione della fertilità e i rischi ad essa connessi. Il ministero della Salute fa prevenzione. Il nostro obiettivo è l’informazione e la consapevolezza, poi ognuno fa le sue scelte ed è artefice del proprio destino”.
“Questo dato è estremamente preoccupante in particolare per le complicanze tardive che possono determinare – sottolinea Massimo Andreoni, infettivologo e Past President Simit, Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali, intervenuto alla tavola rotonda con la Ministra Lorenzin – Infatti, alcune malattie possono decorrere in modo scarsamente sintomatico e determinare nel tempo, se non curate, alterazioni tali da determinare infertilità sia nella donna che nell’uomo. Inoltre si deve ricordare che alcune patologie quali l’epatite B e C e l’infezione da HIV, che fino a qualche anno fa erano trasmesse principalmente con il sangue, oggi sono a prevalente a trasmissione sessuale. È indispensabile quindi pensare a politiche di sanità pubblica rivolte ad affrontare questo tema attuando misure rivolte ad incrementare la rete degli ambulatori per le malattie sessualmente trasmesse facilitando i percorsi di diagnosi e cura”.