ROMA – “Nel giorno della Festa del Lavoro, che si celebra domani, 1° maggio, il ringraziamento di Confagricoltura va a tutti gli operatori del settore che, instancabilmente, in questo anno segnato dalla pandemia, hanno lavorato senza sosta per garantire cibo in quantità e di qualità”. Lo afferma Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, la principale Organizzazione datoriale agricola italiana, con oltre il 50% delle giornate lavoro del settore.
Con 1.057.000 lavoratori, l’agricoltura mantiene sostanzialmente stabili i livelli occupazionali.
La presenza femminile, pari al 32% sul totale operai, si concentra soprattutto nei contratti a tempo determinato (34%). Questi ultimi, inoltre, si caratterizzano per appartenere a fasce d’età più giovani (il 56% ha meno di 45 anni) e per una maggiore incidenza della componente di origine non comunitaria, rispettivamente 21% e 16% (Rapporto EBAN 2021).
La manodopera agricola è prevalentemente impiegata nel Sud del Paese (53% del totale), che detiene anche la quota più rilevante degli operai a tempo determinato (56%). Viceversa, nel Nord si concentra la maggiore incidenza degli operai a tempo indeterminato.
“E’ doveroso riconoscere il rilevante contributo che il nostro segmento produttivo, insieme agli operatori di tutta la filiera, ha garantito con grande senso di responsabilità in questo periodo difficile – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -. Lavoratori e imprese vanno aiutati a uscire dal disastro generato dalla pandemia. E’ indispensabile valorizzare le capacità produttive, investire nella formazione del personale, nella trasformazione tecnologica, digitale e sostenibile dei processi produttivi, anche perché il settore sta andando verso un’agricoltura sempre più professionale e strutturata”.
Le misure contenute nel PNRR potranno avere un forte impatto sul lavoro: creeranno nuove occasioni di impiego, soprattutto per donne e giovani, recuperando centinaia di migliaia di posti di lavoro persi con la pandemia in molti settori.
Confagricoltura evidenzia l’urgenza di politiche in grado di favorire un’occupazione più stabile e di qualità anche nel settore primario attraverso la rimozione degli ostacoli che scoraggiano le imprese nell’assunzione, come l’elevata pressione fiscale e contributiva sul lavoro, la complessità degli adempimenti, e incentivi per l’assunzione effettivamente fruibili.