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Festa dell’Unione Europea: occhi puntati sul Bilancio Ue 2021-2027

Festa dell’Unione Europea: il 68° anniversario della dichiarazione di Shuman. Dubbi e timori per il prossimo summit con l’Europa. Quale posto ricopre l’Italia?

Il 9 maggio è stato riconosciuto come giorno europeo o Festa dell’Europa. Questa data ricorda infatti il lontano 1950, quando fu presentata la Dichiarazione Shuman, che conteneva un piano di cooperazione economica ideato da Jean Monnet. L’obiettivo fu quello di creare un nucleo economico europeo, decisivo per un’Europa federale, indispensabile per il mantenimento della pace. Questa data, il 9 maggio, segna di fatto la resa del regime nazista e la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Il posto dell’Italia nell’Unione Europea

Ad oggi gli occhi sono puntati sulla proposta di Bilancio Ue 2021-2027 di Jean-Claude Juncker. Per il post Brexit, il piano di Bruxelles prevede più fondi per i migranti, la difesa, la ricerca ed Erasmus ma tagli ai fondi per le politiche agricole e di coesione.

I dati della Commissione sul nostro Paese sottolineano una ripresa che vede l’Italia in fondo all’elenco degli Stati membri. Inoltre esigua crescita dell’economia e della produttività; alta disoccupazione e alto deficit annuale. In effetti l’Italia non viene mai indicata come uno tra gli Stati più virtuosi, ma occorrerebbe forse, da parte dei nostri rappresentanti, una linea più dura. Una presenza di rilievo che riesca ad affermarsi e a far sentire la propria voce in materia. Un leader poco “influenzabile” e realmente connesso con i bisogni del Paese. Purtroppo l’attuale scenario politico non preannuncia nulla di buono.

Di certo, la mancata formazione di un governo esecutivo, non deporrà a nostro favore durante il prossimo vertice con l’Europa. Un timore già annunciato dal Presidente della Repubblica Mattarella in occasione delle ultime consultazioni avvenute lunedì scorso.

Molti sono i campi su cui l’Italia dovrebbe delineare il proprio profilo: primo tra tutti la gestione delle migrazioni. In merito si dovrebbe chiarire un’equa ripartizione degli sbarchi tra gli Stati dell’UE. Inoltre, senza rischiare di essere troppo nazionalisti difendere il nostro Made in Italy. Con una chiara etichettatura dei prodotti. Non da ultimo, si dovrebbe discutere dei tagli europei ai fondi per l’agricoltura. E chiarire che in Italia l’agricoltura è una della maggiori fonti di sostentamento, nonché risorsa imprenditoriale.

In un clima comunque di festa, gli animi sono rivolti a sventare il disincanto verso i veri principi europeisti. Come ricorda lo stesso europarlamentare Aldo Patriciello: “Non dobbiamo ignorare le critiche e la crescente disaffezione: servono cambiamenti profondi per dare risposte a chi non trova lavoro, ed alla minaccia del terrorismo. Serve quindi un’Europa concreta, dei fatti. Dobbiamo tornare a quella ispirazione iniziale con cui i Paesi fondatori realizzarono l’idea della pacificazione europea, […] al di là delle singole diversità”.

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Pubblicato da
Virginia Chiavaroli

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