ROMA – Nonostante i dati del Mef confermino che l’introduzione dell’obbligo della fattura elettronica abbia sostenuto il gettito IVA nel 2019, l’Italia ha chiesto e ottenuto dalla Commissione Europea l’autorizzazione a prorogare lo split payment di altri due anni fino a giugno 2023. Il Governo aveva riconosciuto, anche nel Documento di Economia e Finanza per il 2020, che grazie al contributo della fatturazione elettronica il gettito Iva sugli scambi interni era cresciuto di 3,6 miliardi segnando un incremento del 3% rispetto all’anno 2018.
Era pertanto ragionevole attendersi finalmente l’abrogazione dello split payment, del reverse charge e della ritenuta dell’8% sui bonifici relativi a spese per lavori edili, dal momento che la fatturazione elettronica aveva già dato prova di realizzare un efficace contrasto all’evasione Iva. I danni finanziari provocati alle imprese dalla proroga sono e saranno ingenti.
L’Iva relativa alle operazioni di split payment ammonta infatti a 12 miliardi che determinano l’impossibilità di compensazione con la corrispondente IVA pagata ai fornitori: 12 miliardi che rimangono nella disponibilità della PA e sottraggono preziosa liquidità alle imprese. La Cna esprime quindi profonda disapprovazione per la decisione del Governo che non ha tenuto conto delle sollecitazioni già manifestate in passato e continuerà a sostenere e lottare per l’abrogazione dello split payment e delle altre misure inutili per lo Stato e dannose per le imprese.
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