“Fondali oceanici”, le opere di Vanni Cuoghi alla Casa Alpina di Ollomont

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Dal 7 agosto al 5 settembre dalla Casa Alpina di Ollomont le opere di Vanni Cuoghi: un progetto che fonde arte, geologia e ambiente

fondali oceanici

GENOVA – Canone inverso, passato o presente, abisso o vetta. Vive di contrasti la mostra “Fondali oceanici” del Maestro Vanni Cuoghi che verrà inaugurata il 7 agosto nell’open day dalle 10 alle 19 alla presenza dell’artista presso la Casa Alpina di Ollomont. L’esposizione è inserita anche tra gli “eventi off” del Festival Combin en Musique (10 luglio-28 agosto), giunto alla quarta edizione. Un appuntamento molto atteso, coronato dalla performance musicale intitolata “Raga Acqua” a cura del Maestro Matteo Ramon Arevalos.

La filosofia sottesa all’esposizione, appositamente realizzata per la Casa Alpina, fa eco alle tesi di Marc Augé per cui “se una parola ha due significati sarà più ricca di una univoca”.
E’ il caso delle vette della Valle di Ollomont come ricorda la geologa Elisabetta Drigo che ha redatto uno studio approfondito sulla tematica: oggi sfiorano il cielo con i loro 2000 metri di altezza e lo sguardo che si perde a vista d’occhio, ma nel passato erano veri e propri fondali. Da qui il titolo dell’esposizione, “Fondali oceanici”, a solleticare la curiosità sulla genesi di un territorio originatosi dalle rocce del Margine Continentale Europeo e Africano e nella Crosta dell’Oceano Mesozoico Ligure-Piemontese.

Da un altro punto di vista rappresenta un modo di riabilitarne l’origine e, al contempo, di svelarne tutta la potenza espressiva.

Se chiaramente oceano e montagna si annodano nei lacci della storia, ricordando il percorso e l’esito di una serie lunghissima di eventi, Vanni Cuoghi ricorre ora alla potenza universale dell’arte per divulgare la genesi di questi giganti di pietra, quale risultato di una straordinaria dose di fortuna geologica, e per farci riflettere sugli “accidenti” della storia.
Questo territorio costellato di creste montuose è, per caso singolare, orfano di un’iconografia storica che ne ritragga le vette, mentre le immagini del Monte Rosa, del Cervino e del Monte Bianco, solo per citarne alcune, hanno popolato i taccuini dei viaggiatori di mezza Europa.

«Solo il Grand Combin -spiega l’artista Vanni Cuoghi- appare in un’acquaforte del 1860 di Edouard Aubert in “La Patria, geografia dell’Italia”, ma il Mont Gelé , il Mont Velan, i Molari di Valsorey non sono da nessuna parte. Sarà con l’avvento della fotografia che le immagini e il paesaggio della Valle di Ollomont verranno conosciute e apprezzate, ma non godranno mai del ‘successo’ dei propri vicini. ‘Fondali Oceanici’ si propone come obiettivo quello di restituire un’identità iconografica alla Valle di Ollomont attraverso il Disegno e la Pittura. Queste pratiche, considerate da gran parte dell’Arte Contemporanea anacronistiche e “fuori tempo massimo”, hanno, in realtà, una dimensione temporale del fare che dialoga con la meditazione».

Sempre richiamando il filosofo ed antropologo Augé si evidenzia di volta in volta un “nonluogo” diverso, come spazio al contempo identitario, relazionale e storico. Si ricorda dunque come, la Terra, sia uno spazio sorprendentemente movimentato, teatro di numerosi eventi, collocando, di rimando, la nostra esistenza al suo interno come un vero e proprio miracolo. Ci poniamo così in relazione con il mistero del ciclo della vita, con le grandi ere geologiche e con il potenziale naturalistico che oggi abbiamo il dovere di preservare.

All’improvviso, con le opere di Vanni Cuoghi, ci ritroviamo catapultati negli eventi della storia di millenni e, al pari, a ripercorrere una dimensione spirituale, a tratti onirica. La stessa capacità critica e di astrazione che sta all’origine dei lavori.

«In effetti, nel ritrarre dal vero un soggetto – continua Vanni Cuoghiil passaggio dello sguardo, dalla visione al supporto, ha bisogno di metabolizzare l’immagine che prenderà corpo attraverso il gesto di disegnare e dipingere. Nei mesi della pandemia non ho potuto viaggiare e lavorare en plein air, dal vero. La memoria è venuta in ristoro, tanto da calarmi con la mente e con tutti i cinque sensi nell’atmosfera della Valle di Ollomont, che così assiduamente frequento come buen retiro. In studio, davanti allo schermo del pc a Milano, guardavo le cime che circondano Ollomont e, disegnandole, ne ripercorrevo i sentieri, le pieghe e le cime.  Non avevo  caldo o  freddo,  non c’era il ronzio degli insetti,  il profumo dell’erba, la luce sfavillante… niente di tutto questo. Eppure il “viaggio” si è compiuto lo stesso supportato  da immaginazione, ricordo  e desiderio».  E’ l’elaborazione artistica di tutto quell’imprinting che accende e rende unica la nostra vita, di quelle sequenze che rimangono impresse nella mente.  Nei tour il viaggiatore portava con sé un grande tesoro per non dimenticare: il carnet du voyage, quelli stessi diari esperienziali che continuano a vivere tra le pagine di Gallimard, di Bettinelli, di Carvalho, solo per citare qualche esempio. Ecco, Vanni Cuoghi oggi rielabora, nella sua arte, un carnet du voyage che ormai è epidermico, parte di sé, dove coesiste la percezione del tempo come un presente che tutto collega.

Di più: è il tratto, il disegno, che restituisce forma al tempo dimostrando come tutto sia connesso, dando un senso al divenire.

Di fronte alle opere di Vanni Cuoghi lo spettatore resta rapito dalla maestria tecnica dell’artista capace di infondervi non solo la precisione stilistica della mano, ma di compiere quel “ritorno alla pittura colta” che si affida all’occhio, così come alla conoscenza. Ed ecco il sapiente gioco del ripiegarsi della carta con cui sono realizzati i lavori per dar vita allo skyline delle montagne modulate sapientemente dai riverberi luminosi ed accecanti della candida neve; per poi focalizzare l’attenzione all’apice delle vette, che sdoppiando il significato simbolico, diventano emblematicamente raffigurazione dei fondali oceanici dell’era mesozoica e degli animali marini che, per definizione, popolano il mare.

«Queste sette opere racchiudono tutte le mie “passeggiate” fatte a china e in punta di pennello» conclude Vanni Cuoghi. «Ogni segno è stato tracciato con consapevolezza per arrivare fino in cima, ma l’anelito è rivolto al cielo abitato dalle creature delle profondità marine. In fondo vetta e abisso coincidono, sono la stessa cosa, dipende da dove si trova il nostro punto di vista».

Opere

– Balena – Grand Combin, 2021, acquerello su carta, cm 62×46
– Calamaro – Mont Gelé, 2021, acquerello su carta, cm 62×46
– Capodoglio – Mont Vélan, 2021, acquerello su carta, cm 62×46
– Nautilus – Morion, 2021, acquerello su carta, cm 62×46
– Polpo – Molari di Valsorey, 2021, acquerello su carta, cm 62×46
– Rana Pescatrice – Monte Berio, 2021, acquerello su carta, cm 62×46
– Squalo – Grand Téte de By, 2021, acquerello su carta, cm 62×46

Biografia dell’artista

È diplomato in scenografia presso l’Accademia di Brera, Milano. Ha partecipato a numerose biennali in Italia e all’estero, tra cui la Biennale di San Pietroburgo (2008), la Biennale di Praga (2009), la 54 Biennale di Venezia, Corderie dell’Arsenale, Padiglione Italia (2011) la 56 Biennale di Venezia, Collateral Italia Docet (2015) e la Biennale Italia-Cina (2012) e ha, inoltre, partecipato a mostre pubbliche presso il Palazzo Reale di Milano (2007 ), l’Haidian Exhibition Center di Pechino, in occasione dei XXXIX Giochi Olimpici (2008), il Liu Haisu Museum di Shangai (2008), il Museo d’Arte Contemporanea di Permm, in Russia (2010), il Castello Sforzesco di Milano (2012) Fabbrica del Vapore  di Milano (2015) Vestfossen Kunstlaboratorium  Museum in Norvegia (2018). Sue opere sono state esposte in diverse fiere italiane e internazionali come Frieze (Londra), MiArt (Milano), Artefiera (Bologna), Scope (New York) Off (Bruxelles) Daegu Artfair ,(Corea) KIAF, Seoul (Corea), Bank (Hong Kong) . Nel 2012, su commissione di Costa Crociere, ha realizzato otto grandi dipinti per la nave Costa Fascinosa e nel 2014 sei per  Costa Diadema.
Dall’ottobre del 2015 è titolare della cattedra di Pittura presso l’ Accademia Aldo Galli di Como.

Tra le mostre personali pubbliche si ricordano nel 2011 Novus Malleus Maleficarum, presso San Pietro in Atrio e Pinacoteca di Palazzo Volpi a Como, nel 2013, Aion presso i Musei Civici Cremaschi a Crema, nel 2016 Da Cielo a Terra al Museo Ebraico di Bologna, nel 2017 The Invisible Sun, presso il Museo Francesco Messina a Milano.

A fine maggio del 2019 inaugura  The eye of the Storm, una mostra personale presso la Rossi-Martino Gallery  a Hong Kong e a ottobre inaugura la personale Esuli pensieri presso la Fondazione Balestra a Longiano (FC).

A luglio del 2020 inaugura la mostra personale Apnea  a cura di Elisabetta Sgarbi e con il supporto di M.Ar:Co presso le Argenterie nella Villa Reale di Monza.

 “Raga Acqua” a cura del Maestro Matteo Ramon Arevalos

Il concerto Raga Acqua per sitar solo e tanpura elettronica si svolgerà durante il  vernissage della mostra di Vanni Cuoghi, un tappeto sonoro suonato dal vivo per entrare  in contatto con il tema dell’esposizione di Cuoghi, i fondali marini che prima  caratterizzavano queste terre del Festival Combin en Musique. Matteo Ramon Arevalos  comporrà per l’occasione una cellula tematica, un raga, che verrà sviluppata durante il  concerto secondo la tradizione della musica classica indiana.

Matteo Ramon Arevalos si avvicina alla musica a sei anni suonando la batteria; ben presto si appassiona però al pianoforte e alla composizione. Nel 1993 prende parte nella composizione della favola in musica Notte di suo fratello Jean-Michel Arevalos. Nel 1994 vince il primo premio al Concorso Nazionale Pianistico Agorà di Roma. Nel 1995 si diploma in pianoforte al Conservatorio Bruno Maderna di Cesena col massimo dei voti e la lode. Successivamente si perfeziona con Rudolf Kehrer a Vienna e con Oxana  Yablonskaya a New York. Tra il 2000 e il 2006 studia composizione a Roma con  Francesco Telli, a Lugano con Paul Glass e a Parigi con Narcis Bonet. Pubblica per  College Music Edizioni due delle sue composizioni per pianoforte: Vivo Marcia Fantasia  (2002) e Nocturne 1996 (2006) con CD allegato. Dal 2003 al 2006 ha collaborato con la  compagnia teatrale Fanny & Alexander al progetto Ada – Cronaca familiare, eseguendo  musiche di Olivier Messiaen, György Ligeti e Morton Feldman, partecipando anche  all’incisione per il DVD Rebus per Ada, Luca Sossella Editore (2006). Nel 2008 esegue la Rothko Chapel di M. Feldman con l’Ensemble Giacinto Scelsi diretta da Roberto Gabbiani  e, in duo con l’ondista Nadia Ratsimandresy, dà vita a un progetto monografico dal titolo  Messiaen et autour de Messiaen in occasione del centenario di nascita di Olivier  Messiaen, realizzando l’incisione e la pubblicazione del CD per l’etichetta ReR Megacorp  (UK). Nel 2009 con il gruppo I. Feraud compone le musiche per la performance dinamica  Variazioni sull’Angolo Diedro. Nel 2011 con il compositore elettronico Paolo F. Bragaglia ha creato il gruppo Synusonde, realizzando il CD Yug per l’etichetta Minus Habens Records. Ha collaborato con la regista Elisabetta Sgarbi per la composizione e l’esecuzione della colonna sonora originale dei suoi film Raffaello – La Stanza della Segnatura (2009) e Sono rimasto senza parole (2011). Sempre nel 2011 ha partecipato alla 54° Biennale Arte di Venezia con l’artista Vanni Cuoghi e alla 4° Biennale di Arte Contemporanea di Mosca alla mostra di mosaico Reliquary nella galleria Musivum Gallery eseguendo Mantra Gita 3 una sua composizione per soprano, pianoforte preparato con tessere di mosaico e tre percussioni. Nel 2013 in duo con l’ondista Bruno Perrault, ha pubblicato per l’etichetta ReR Megacorp, il suo secondo CD per ondes Martenot e  pianoforte intitolato Sérimpie, da quel momento i loro concerti sono stati spesso  accompagnati da un allestimento scenografico dell’artista Roberto Pagnani. Dal 2014 ha  iniziato una intensa attività concertistica negli Stati Uniti, Argentina, Russia, Francia  eseguendo principalmente un repertorio di musica classica contemporanea e sue  composizioni per pianoforte. Nel 2015 è stato invitato per tenere un concerto con sue  composizioni per pianoforte dall’Istituto Italiano di Cultura di San Pietroburgo per un  convegno internazionale matematico e scientifico dove gli è stata commissionata una  composizione ispirata all’equazioni di Beltrami intitolata Eque Azioni Beltrami per  pianoforte preparato con 100 palline da ping pong su cui erano state scritte le equazioni e video proiettate live con una telecamera. Recentemente ha collaborato con la compagnia Masque Teatro, Nerval Teatro e con la compagnia Drammatico Vegetale, scrivendo le musiche di Leo, un loro recente lavoro dedicato al cinquecentenario della morte di Leonardo Da Vinci. Con il regista Hanspeter Ammann ha composto la colonna sonora del suo film Late Penang Afternoon, presentato al Shanghai International Film Festival 2017. Nel 2017 gli è stata commissionata dal Centro Dantesco di Ravenna e dall’Ensemble  Mosaici Sonori un Oratorio, Dante: un viaggio nella Comedia, per coro, orchestra e due  narratori, in occasione delle celebrazioni dantesche. Sempre nel 2017 è stato pubblicato un cd con le opere pianistiche del compositore Fausto Razzi per la ReR Megacorp. Attualmente è impegnato in duo con la cantante-attrice Camilla Lopez nel progetto Tributo a Violeta Parra e TELEION – Frammenti di musica greca antica e in alcuni progetti  di sue composizioni per pianoforte e pianoforte video-preparato intitolati LA FOLIA e  METAMORPHOSIS.
Ha partecipato a numerosi Festival, tra cui: Acusmatiq (Ancona); Angelica (Bologna); Area  Sismica (Ravaldino); Ares Le Site (Strasbourg); Festival di Bellagio; Festival di  Santarcangelo; KunstenFestivalDesArt (Bruxelles); Ionian Lapsus Festival (Kefalonia); Il  Suono dei Soli (Palermo); Irno Festival (Salerno); La Milanesiana (Milano); Musivum  Gallery, Teatro Skjabin (Mosca); House of Composers (San Pietroburgo); OKC Abrašević (Mostar); Podewil (Berlino); Ravenna Festival; Rencontres Martenot (Parigi); deSingel  (Anversa); Usina del Arte, Ciclo de Música Contemporánea Teatro Nacional Cervantes (Buenos Aires); Time Zone (Bari); IIC of New York,Spectrum NYC; The Firehouse Space (New York).

La Casa Alpina

La Casa Alpina si trova nel centro della Valle di Ollomont, nel cuore della Valle d’Aosta. E’ situata in prossimità della zona sportiva, nelle vicinanze del Capoluogo ed è circondata da un magnifico panorama montano coronato da maestose cime dominate dal Grand Combin.

Quest’area è caratterizzata dalla presenza del sito minerario delle Miniere di rame Ollomont-Valpelline, inserito nel Parco Minerario della Valle d’Aosta e oggetto di un vasto progetto di recupero in atto negli ultimi anni.

L’edificio fa parte di un complesso più ampio storicamente conosciuto come “Casa Alpina dei Padri Barnabiti”, un’importante colonia per ragazzi gestita da un gruppo religioso proveniente dalla città di Genova, fortemente legato alla storia di Ollomont e al suo sviluppo turistico, inattiva da decenni.

La struttura risale ai primi decenni del Novecento e presenta interessanti caratteristiche architettoniche riconducibili allo stile eclettico tipico dell’epoca.
Luogo di grande fascino, intriso di storia, che lascia percepire il fermento che animava quegli spazi.

Il progetto Casa Alpina nasce dalla volontà di recupero e salvaguardia delle caratteristiche architettoniche della struttura e di un riutilizzo attivo affinché possa tornare ad essere un presidio sul territorio diventando punto di incontro per interessi di natura squisitamente culturale, sociale ed economica.

La mostra “Fondali Oceanici” di Vanni Cuoghi rappresenta proprio uno straordinario evento di apertura in questo solco ideale e operativo.

Lo spazio espositivo della Casa Alpina intende di fatto diventare anfiteatro di mostre per artisti che riescano a far dialogare le loro opere con il contesto alpino.

La struttura potrà proporsi anche come “residenza d’artista”, luogo suggestivo in cui sviluppare la creatività. Si tratta di una formula di ospitalità per artisti che offre loro la possibilità di isolamento con l’obiettivo principale di riflettere sulla propria individualità e di concentrarsi sul proprio lavoro, ma anche, parallelamente, di incontrare realtà particolari. In questo caso si tratta della dimensione montana, per fare della conoscenza reciproca un mezzo di avvicinamento tra arte e comunità. Una formula con cui si potranno ospitare artisti e artigiani che, durante il periodo di soggiorno, produrranno i loro manufatti in una “bottega aperta” al pubblico. Al termine del ciclo si potranno organizzare esposizioni temporanee e mettere in vendita le loro opere.

Il progetto, che dovrebbe venire alla luce nei prossimi anni, prevede inoltre uno spazio commerciale dove proporre la vendita di prodotti di differente tipologia e materia, provenienti principalmente dall’arco alpino che possano trasmettere il sapere e il valore del lavoro artigiano tipico dei popoli di montagna. Una vetrina per far conoscere mestieri e prodotti, alcuni dei quali rari o che rischiano la scomparsa, a tutto vantaggio dell’offerta turistica locale.

Arte e promozione turistico-sportiva si fondono, grazie alla collaborazione con diverse figure professionali operanti nella valle di Ollomont.

Un piccolo dortoir per garantire l’accoglienza di gruppi di studenti, operatori culturali o semplici appassionati di montagna, dotato di una piccola cucina a supporto delle attività.