TRENTINO – E’ iniziata l’attività di monitoraggio in Trentino di alcuni artropodi di interesse medico- veterinario, tra cui zecche e zanzare, da parte della Fondazione Edmund Mach che coordina su incarico del Dipartimento salute e politiche sociali della Provincia autonoma di Trento la cabina di regia provinciale per la sorveglianza e il controllo dei vettori ed è impegnata anche a livello internazionale nello studio delle malattie emergenti della fauna selvatica.
L’attività è svolta in collaborazione con PAT, APSS, APPA, Muse, FBK, Museo Civico di Rovereto, Comunità Alto Garda e Ledro, Istituto Zooprofilattico delle Venezie, Comune di Trento, Comune di Rovereto, Comunità della Vallagarina e Consorzio dei Comuni.
Per quanto riguarda l’attività di monitoraggio condotta da FEM sulle zanzare dal 2008 ad oggi sono 65.099 gli esemplari adulti raccolti (di cui 48.249 tigre), 115 i siti campionati, 22i comuni interessati. Accanto a questa attività c’è anche Bugmap l’app gratuita per smartphone sviluppata in FEM: i singoli cittadini possono segnalare la presenza di zanzare inviando le fotografie cosi da rendere possibile l’aggiornamento costante e in tempo reale delle mappe di distribuzione delle specie invasive sul territorio provinciale e l’identificazione precoce di eventuali nuove specie aliene.
La presenza nei boschi delle zecche (Ixodes ricinus) è rilevabile generalmente da marzo e raggiunge il suo picco tra la fine di maggio e la prima metà di giugno. Questa specie è diffusa in tutti gli ambienti forestali dal fondovalle fino ai 1200 m s.l.m. e può trasmettere pericolose malattie, tra cui l’Encefalite virale (TBE), la Malattia di Lyme e la rickettsiosi.
La prevenzione della puntura di zecca è l’arma più efficiente per controllare queste gravi malattie. E’ necessario innanzitutto monitorare il loro ciclo di sviluppo e conoscere bene le aree dove si sviluppano, le cause che portano ad un loro aumento ed i microorganismi che trasmettono. Al fine di limitare la diffusione delle patologie provocate dalle punture di zecche è molto importante il controllo cutaneo e sugli indumenti, specie dopo un’escursione o passeggiata negli ambienti ad alta concentrazione. Ulteriori informazioni sulla prevenzione sono disponibili sul sito dell’APSS (https://www.apss.tn.it/Documenti-e-dati/Normative/Attenzione-alle-zecche).
Accanto ai controlli individuali, tuttavia, risulta cruciale il monitoraggio della diffusione della specie sul territorio, attività che la Fondazione Mach effettua stagionalmente sia in ambiente sia su altri animali che ne sono vettori, come i roditori selvatici che hanno un ruolo chiave nel mantenimento e nella trasmissione dei patogeni di questi parassiti. A completamento di tale attività si inserisce lo screening molecolare mirato a verificare nelle zecche la prevalenza di infezione di specifici patogeni (Borrelia sp, Rickettsia sp e Babesia sp). I dati raccolti sono quindi utilizzati per lo sviluppo di modelli matematici e mappe di rischio aggiornate.
Zanzare, dalla app FEM “Bugmap” per localizzarle con l’aiuto dei cittadini alle mappe Anche l’attività delle zanzare invasive del genere Aedes viene monitorata in Trentino attraverso un programma di campionamento sinergico tra diverse istituzioni, in particolare la Fondazione
Mach, il Muse e il Museo civico di Rovereto. Mentre la più comune zanzara tigre ( Aedes albopictus) inizia a comparire nella sua forma adulta verso la metà di maggio, la zanzara coreana (Aedes koreicus) si trova già a metà del mese di aprile. Questo anticipo è dovuto alla capacità di sopportare temperature più rigide rispetto alla zanzara tigre, caratteristica che conferisce alla coreana la possibilità di colonizzare nicchie ecologiche a quote più elevate. Entrambe le specie di zanzara prediligono ambienti antropizzati sfruttando piccoli o medi ristagni d’acqua (inferiori ai 100L) abbondantemente presenti sia su suolo pubblico che nelle proprietà private.
Vengono inoltre campionate le zanzare autoctone, in particolare la zanzara comune Culex pipens, che è vettrice di malattie emergenti come la febbre del Nilo Occidentale (West Nile virus). Quest’anno il monitoraggio di queste specie invasive da parte di FEM riguarda due macro aree. La prima è localizzata nella zona dell’alto Garda, dove sono presenti 6 siti di campionamento di adulti; la seconda area comprende parte della Valsugana e la collina est del comune di Trento con 7 siti. Da quest’anno è stato aggiunto un ulteriore sito di cattura presso l’interporto doganale di Trento, considerato un possibile punto d’ingresso di altre specie invasive come, ad esempio, la zanzara giapponese (Aedes japonicus).
In ogni sito è presente una trappola appositamente studiata per la cattura di esemplari adulti attiva per 24 ore ogni due settimane. Il posizionamento delle trappole da parte di FEM è cominciato nei giorni scorsi e proseguirà fino a ottobre.
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