Girato nella terra di Battiato, La Spada ha optato per due location che potessero restituire maggiormente il senso dell’impermanenza, ma anche della rigenerazione: una di queste è l’Etna con il suo comprensorio, dove Battiato ha scelto di vivere, l’altra l’Argimusco, luogo a lui caro e unico nel suo genere per la densità spirituale, perfetto per un momento di contemplazione. Il videoclip vede la partecipazione dell’attrice siciliana Margareth Madè.
“Per me è un grande onore avere avuto la possibilità di lavorare a questo progetto, ma anche una grande responsabilità” racconta La Spada “L’idea iniziale è stata quella di collocare un cammino metaforico in una ‘dimensione sospesa’, scevra da tutto quello che è stato creato dall’uomo, dove spazio e tempo si annullano. In questa dimensione ho ‘collocato’ un cammino di persone che visto dall’alto evidenzia quanto gli esseri umani siano piccoli e uguali agli altri esseri del creato, un cammino in cui la Natura funziona da ‘specchio’ e ci restituisce ispirazioni e intuizioni utili alla nostra evoluzione”.
Il video inizia con l’acqua, elemento dal quale tutti proveniamo e che come in qualsiasi processo che mira alla ricerca della luce, attraversa zone impervie, la materia, le nebbie. Si conclude, invece, con il movimento ciclico di un derviscio, omaggio iconografico a Battiato, gesto inteso a rimettere in moto il tutto, finché non avremo raggiunto la liberazione.
“Una scena per me importante”, prosegue La Spada, ”è stata quella finale delle persone in preghiera, un momento toccante anche per le novanta comparse, che hanno vissuto l’istante con grande profondità. Rappresenta l’auspicio di un uomo nuovo, un uomo che perso l’ego sarà in grado di integrarsi davvero con la Natura, le cui forme anche le più piccole e insignificanti sono tutte in relazione, in un intreccio caro al maestro, la correlazione quantistica”. Artista interdisciplinare, La Spada volge la sua ricerca al rapporto Uomo-Natura, con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico alle problematiche ambientali.
Nelle parole di Juri Camisasca, co-autore dell’inedito ‘Torneremo ancora’, il brano “nasce dalla consapevolezza che tutti noi siamo esseri spirituali in cammino verso la liberazione. La trasmigrazione delle anime in transito verso la purificazione è l’idea di base che ispira questa canzone. I migranti di Ganden sono qui chiamati a rappresentare il percorso delle anime al termine della vita terrena e le vicissitudini che questa nostra esistenza comporta. Nel contesto del brano, la migrazione non va interpretata nell’ottica delle problematiche politiche. Migrante è ogni essere senziente chiamato a spostare la propria attenzione verso Cieli Nuovi e Terre Nuove, piani spirituali che sono dimore di molteplici stati di coscienza e che ogni essere raggiunge in base al proprio grado di evoluzione interiore”.
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