Furti e rapine nelle abitazioni reati tra i più temuti dagli italiani, i consigli di Cna Installazione Impianti

35

ROMA – Il furto/rapina nelle abitazioni è il crimine che più preoccupa gli italiani. A ritenerlo una minaccia sul piano della sicurezza il 26,6% dei maggiorenni secondo Eurispes, addirittura il 43,1% secondo il Censis. Solo una sensazione? Non tanto, vista la crescita dei furti (+17,3%) e delle rapine (+14,2%), due tipologie nelle quali rientrano anche i reati commessi nelle abitazioni, registrata da Eurispes tra il 2021 e il 2022.

Una casa su tre senza difese

Le famiglie più avvedute hanno da tempo deciso di correre ai ripari contro questa minaccia. Ma rimangono molte le abitazioni sprovviste totalmente di difese: più di una su tre. Inoltre, la criminalità è sempre più agguerrita. Alla vigilia delle ferie, con interi palazzi svuotati dai residenti, è tempo che pongano rimedio ai rischi non solo quanti finora non hanno fatto nulla ma anche quanti posseggono apparecchiature diventate obsolete che possono rendere le abitazioni più agevolmente “espugnabili” rispetto al momento della messa in opera. Perché la criminalità segue passo passo, e talvolta precede, gli avanzamenti tecnologici.

I sistemi basici di difesa vanno dalle porte blindate alle inferriate. Per una porta blindata di ultima generazione, tutto incluso, si spende da 2.700 a 6mila euro. Le inferriate hanno prezzi che variano sensibilmente a seconda della dimensione: una grata fissa in ferro di dimensione media non può costare meno di 5/600 euro.

Sistemi sempre più sofisticati

Ma quanto costa proteggere in maniera più sofisticata le nostre abitazioni dalle mire dei malintenzionati? E, ancora, lo Stato aiuta in qualche modo le famiglie in questa difesa? A stilare un “decalogo” di suggerimenti è CNA Installazione Impianti.

Rispetto ai sistemi di sicurezza del passato e ai fenomeni di criminalità di un tempo, oggi un buon sistema di allarme anti-intrusione deve prevenire e intercettare il tentativo di intrusione e non limitarsi a segnalare l’avvenuta intrusione. Un buon impianto deve disporre di un sistema di rilevazione perimetrale unito a protezioni volumetriche interne. Se accoppiato agli impianti di sicurezza, un buon sistema di videosorveglianza (che consenta di monitorare in qualsiasi momento la situazione dell’edificio, registrandola) ci permette di constatare se ci sono falsi allarmi semplicemente attuando una video-verifica evitando di disattivare inopportunamente l’impianto.

Per un appartamento di medie dimensioni, nell’ordine dei 70 metri quadrati, il costo si aggira tra i 2500 e i 3mila euro per tecnologie di fascia medio-alta e segna un aumento del 10% rispetto agli anni precedenti.

Un sistema costituito da quattro telecamere filari unito a un sistema di registrazione si aggira tra i 1500 e i 2mila euro in base alla tipologia e qualità di definizione delle telecamere. Come per i sistemi di sicurezza anche in questo caso si evidenzia un aumento del 10% rispetto agli anni precedenti.

Come avere il sostegno pubblico

La Legge di Bilancio 2023 ha confermato la detrazione fiscale per l’installazione di sistemi di sicurezza. Acquistando un nuovo impianto di allarme o videosorveglianza, o sostituendo quello già esistente, sarà possibile usufruire della detrazione fiscale del 50% delle spese sostenute.

Il bonus sicurezza è disponibile fino a tutto il 2024 e consiste in una detrazione fiscale dell’Irpef che dev’essere ripartita in dieci quote annuali di uguale importo. A usufruirne per intero sono soltanto le unità immobiliari residenziali; nel caso di uso promiscuo dell’edificio (abitazione e impresa) il vantaggio fiscale è ridotto del 50%.

Possono beneficiare del bonus tutti i contribuenti soggetti al pagamento dell’Irpef, senza alcun limite di reddito che siano proprietari dell’immobile, soci di cooperative, imprenditori individuali, detentori di una società semplice in nome collettivo o in accomandita semplice, di un’impresa familiare.

La detrazione può essere richiesta dai proprietari di abitazioni, di unità immobiliari e dai locatari, che effettuano interventi di sicurezza nell’unità immobiliare che posseggono o detengono, per l’acquisto, l’installazione o la sostituzione di sistemi di sicurezza per la casa, come a esempio impianti di allarme, citofoni, saracinesche, porte blindate o sistemi antintrusione, entro un limite massimo di spesa di 96mila euro.