ROVIGO – È questo il bilancio di un’operazione condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Rovigo, nel corso di un servizio di controllo del territorio finalizzato a contrastare il commercio e il transito di prodotti non conformi di provenienza asiatica. In particolare, i finanzieri della Tenenza di Adria, lungo la Strada Statale 309-Romea, hanno fermato un T.I.R. con targa greca, condotto da un cittadino ellenico, a bordo del quale venivano trasportati, contenuti in 744 scatoloni, 35.950 prodotti elettrici/elettronici di provenienza cinese, per un peso complessivo di 16.710 Kg.
Sottoposto a un preliminare controllo, si appurava che il carico, sdoganato in Grecia e diretto a Napoli, era sprovvisto dei certificati UE di conformità previsti dalle normative di settore.
Approfondendo gli accertamenti e analizzando le informazioni riportate obbligatoriamente sul documento di trasporto, esibito dal conducente, previsto per le merci “importate” nell’Unione Europea – il “c.m.r.” – le fiamme gialle hanno riscontrato molteplici incongruenze, tra le quali l’impossibilità di risalire al destinatario della merce. Infatti, il luogo di destinazione indicato nel documento di trasporto corrispondeva a un vago e generico indirizzo di Napoli non riconducibile ad alcuna azienda e/o attività economica.
La documentazione di scorta delle merci palesava, in effetti, l’omissione totale delle generalità del destinatario della merce, consentendo esclusivamente di appurare che queste provenivano dalla Grecia, dove erano state sdoganate, ed erano dirette a Napoli, spedite, peraltro, da un’azienda gestita da soggetti di nazionalità cinese, con sede in provincia di Roma, che risulta apparentemente inattiva.
In base a queste premesse l’intero carico veniva sottoposto a un controllo analitico che permetteva, fra l’altro, di rinvenire anche articoli che non risultavano neppure dichiarati sul “c.m.r.”, come, per esempio, 1000 microcellulari dualsim definiti nel gergo operativo “citofoni”. Questi cellulari sono di così ridotte dimensioni che risultano facili da occultare e che, spesso, sono noti agli onori della cronaca perché introdotti clandestinamente nelle carceri, per favorire i contatti dei detenuti con l’esterno, oppure usati con successo sulle piazze dello spaccio.
Tra gli altri apparecchi sottoposti a sequestro sono stati, invece, rinvenuti tipi di elettrodomestici e sistemi di illuminazione, di cui n.19.260 articoli tra confezioni di luci di Natale, catene luminose decorative e lampadine colorate, n.300 mini-localizzatori GPS, n.13.300 borse dell’acqua calda elettriche e n.744 fornetti da manicure.
Questi ultimi apparecchi, tutti sprovvisti delle certificazioni di conformità UE, sono prodotti non sicuri per i consumatori, rappresentando un serio pericolo per la loro incolumità, anche in considerazione della loro natura e per l’utilizzo a stretto contatto con la persona.
Tra le principali contestazioni avanzate spicca, non a caso, l’omessa indicazione su tutti i prodotti sequestrati di ogni riferimento obbligatorio alle generalità dei loro produttori, importatori e distributori. Nondimeno veniva accertata l’assenza delle indicazioni d’uso e delle prescrizioni minimali previste per legge in lingua italiana, da apporre sui prodotti stessi anche a mezzo di diciture sulle confezioni o a mezzo di fogli illustrativi.
L’intero carico di merce non conforme è stato, quindi, sequestrato in via amministrativa per le violazioni degli art.6. del D.Lgs. 86/2016 e degli artt. 104, commi 3 e 4, e 107 del D. Lgs. 205/2006, estraendo apposita campionatura ex. art.15 legge 689/1981, per i successivi approfondimenti.
All’impresa cinese responsabile della violazione sono state contestate sanzioni amministrative da irrogare a cura della camera di Commercio di Rovigo, che consisteranno nel pagamento di una somma da 50,00 euro a 150,00 euro per ogni articolo non conforme sequestrato e che, in concreto, si tradurrà nell’irrogazione di una sanzione pari a 60.000,00 euro, limite massimo previsto per legge.
La repressione di ogni tentativo di immissione sul mercato interno di prodotti non conformi agli standard qualitativi europei è parte integrante della missione istituzionale della Guardia di Finanza a tutela dei consumatori e delle imprese nazionali oneste.
Interventi di questo tipo testimoniano lo sforzo costante esercitato dalla Guardia di Finanza nel garantire un efficace controllo economico del territorio, attraverso il quale è possibile tutelare il consumatore finale, assicurando che sul mercato arrivino prodotti salubri e controllati. In tal modo vengono contrastate tutte le forme di illegalità che inquinano il corretto funzionamento dell’economia legale e del mercato, creano concorrenza sleale e danneggiano gli imprenditori rispettosi delle regole.
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