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Genova, “droga del combattente”: sequestrate oltre 37 tonnellate

GENOVA – 37.500.000 pastiglie di tramadolo sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Dogane, in esecuzione di un provvedimento emesso dal GIP del Tribunale del capoluogo ligure
nell’ambito di una indagine, tuttora in corso, coordinata dal
Sostituto Procuratore dott. Federico Manotti della Procura Distrettuale Antiterrorismo di Genova.

IL TRAMANDOLO

Il tramadolo è un oppioide sintetico, utilizzato nella terapia del dolore, che tenuto conto delle sue proprietà si presta ad usi non terapeutici, essendo utilizzato in tutto il Medio Oriente alla stregua di una sostanza stupefacente. L’importante carico, proveniente dall’India, era destinato in Libia, dove avrebbe alimentato i canali dell’illecito smercio di questa sostanza.

I FATTI

Tenuto conto del delicato scenario internazionale, nei mesi scorsi le fiamme gialle di Lungomare Canepa, in sinergia con l’Agenzia delle Dogane, avendo intensificato i controlli delle merci dirette in Libia, individuavano tre containers dichiarati contenere stoffe sintetiche e shampoo per capelli; in realtà, dietro alcuni cartoni utilizzati come carico di copertura, erano nascoste ben 37.500.000 pastiglie di “tamol x”, che, all’esito delle conseguenti indagini, venivano sottoposte a sequestro preventivo, in quanto merce accompagnata da documentazione doganale e commerciale falsa, strumentale a trarre in inganno gli Organi accertatori.

Nel dettaglio il provvedimento cautelare è stato richiesto dalla Procura Distrettuale Antiterrorismo ipotizzando i delitti di “falsità ideologica mediante induzione” aggravati dalla finalità di terrorismo, configurazione giuridica che è stata accolta dal Gip del Tribunale di Genova che ha quindi disposto il sequestro preventivo dell’ingente quantitativo di tramadolo.

La vendita al dettaglio del farmaco sequestrato avrebbe fruttato circa 75 milioni di euro, in quanto ciascuna pastiglia, sul mercato nero nord africano e medio orientale, viene venduta a circa 2 Euro.

Secondo le informazioni condivise con fonti investigative estere tali proventi sarebbero stati destinati a finanziare il terrorismo islamico. Il tramadolo, come testimoniato dai rapporti dell’UNODC ha dirette implicazioni anche sui teatri bellici, essendo utilizzato dai combattenti sia come eccitante, sia per aumentare le capacità di resistenza allo sforzo fisico.

L’operazione si è avvalsa della preziosa collaborazione della D.E.A. americana e della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga presso il Ministero dell’Interno e del supporto del Comando Generale della Guardia di Finanza- II Reparto- Ufficio Cooperazione Internazionale e Rapporti con Enti Collaterali, nonché del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma, per i particolari accertamenti svolti sulla rete internet.

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