Ghemon a Sanremo 2021: “Affronto gli anni della mia vita come se stessi facendo dei film”

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MILANO – Ghemon si prepara ad andare al 71° Festival di Sanremo con il brano “Momento Perfetto”. Un paio di settimane dopo questa partecipazione, per la precisione il 19 marzo, uscirà il nuovo album “E vissero feriti e contenti”.

Stamane, in conferenza stampa, l’artista avellinese ha spiegato la gestazione di questo lavoro“Il 2020 è stato un anno intenso sotto tanti punti di vista. Io l’ho vissuto a ondate. Durante il lockdown ci confrontavamo tra colleghi e io inizialmente non riuscivo a scrivere niente, poi ho avuto una reazione: mi sono chiuso in studio e ho iniziato a concentrarmi. Così a tempo di record è venuto fuori un nuovo disco fatto per voglia, fatto per desiderio. Nell’anno delle solitudini e delle grandi distanze ho realizzato un album basandomi sullo spirito di gruppo, a volte in remoto e a volte tutti insieme, con la mascherina, il rispetto delle distanze e via dicendo”.

Nella copertina di “E vissero feriti e contenti” c’è anche un gatto: “La scelta è dovuta al fatto che questo è il mio settimo album, i gatti hanno sette vite e io penso di averne vissute altrettante, quindi è tutto molto simbolico”.

Ghemon torna al Festival dopo due anni: “Ho già cantato in un posto vuoto in altre fasi della mia carriera, quindi per me non sarà un problema dovermi esibire senza il pubblico in sala. L’emozione di salire su un palco, però, sarà la stessa”. Sfoggerà anche un look diverso rispetto all’ultima volta: “Il mio look è cambiato nel tempo perché io affronto gli anni della mia vita come se stessi facendo dei film, anche se non mi pagano come un attore”, dice con un filo di ironia.

Com’è cambiato negli anni il suo modo di scrivere? “Nella prima parte della mia carriera ero un po’ come quei poeti che si chiudono in casa, annoiati. Oggi invece mostro anche la “parte divertita”. Le mie canzoni esistono perché sono figlie della mia esperienza, e io per poter scrivere devo sentire l’esperienza delle persone che sono attorno a me”.

È un po’ un approccio a nuovi confini: “Io mastico come ascoltatore, aprendomi il mondo di un sacco di musica bella, cercando di non copiare e basta. Poi restituisco ciò che ho assimilato, tentando di fare una cosa mia. Non a caso i miei artisti preferiti sono Pino Daniele ed Elio e le Storie Tese, che spaziavano molto in ciò che facevano, ma anche Lucio Dalla, che aveva l’unicità e la riconoscibilità”.