“Primavera descrive un periodo della mia vita, un giorno in particolare, una certa ora del giorno, una persona, un posto, tante cose. Spero che possa descrivere altri periodi, persone e luoghi persone per tanta altra gente”
Dal 9 aprile è disponibile su tutte le piattaforme di streaming e in rotazione radiofonica “Primavera”, il nuovo brano di Giacomo Luridiana. Lo stile cantautorale energico di “Primavera” descrive la resilienza di essere immuni a frustrazioni, delusioni e sconfitte quotidiane grazie alla magia di un amore che soddisfa, sia esso solo un’illusione, una realtà o un misto delle due. Con la co-produzione di Nicola Ursino, Giacomo Luridiana racchiude in questo brano un mix di emozioni e sensazioni a metà tra l’irreale e l’esperienza vissuta.
Giacomo Luridiana ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Primavera” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?
Primavera è una canzone che ho scritto tempo fa in realtà, per la mia ex ragazza. E’ una persona d’oro, le cose non sono andate tra di noi, ma sono felice che questo brano descriva dei momenti di cui non mi pento e che mi hanno fatto crescere insieme a lei. La canzone vuole raccontare un certo stato d’animo, quel tipo di sensazione che rende irrilevanti o addirittura dà un senso a tutte le cose che normalmente ti darebbero fastidio, uno stato d’animo che ti fa sentire bambino ed estremamente maturo allo stesso tempo.
Cosa vuoi trasmettere con questo brano?
Mi piace pensare che “primavera” possa far tornare in mente un momento, un periodo, un giorno particolare a chi la ascolta. Non voglio trasmettere nulla in particolare, mi piacerebbe dare un’emozione.
Cosa vuoi trasmettere con questo brano?
Spero che tanta gente ascolti la canzone, ovviamente non mi lamenterei se il singolo facesse il botto, ma la cosa che mi darebbe più soddisfazione sarebbe sapere che a un tot di persone fa piacere tornare ad ascoltarselo di tanto in tanto piuttosto che sapere che milioni di persone l’hanno ascoltato una volta o due.
Cosa vuoi trasmettere con questo brano?
Da bambino ho sempre ricercato vie per esprimermi creativamente. Come a tutti i bambini mi piaceva molto disegnare, poi ho iniziato a scrivere poesie e quando mio zio mi ha regalato la sua vecchia chitarra e ho imparato a suonarla poesia e musica hanno iniziato a mescolarsi. Il passo definitivo però è stato riprendere ad ascoltare ossessivamente Springsteen a 17 anni dopo tanto tempo che non lo ascoltavo; me lo faceva sentire spesso mia mamma in macchina ma nel periodo delle scuole medie ho smesso di ascoltarlo. Riprendere da dove ero rimasto con Bruce Springsteen mi ha fatto capire che fare musica era l’unica cosa che volevo davvero.