Da venerdì 9 a domenica 18 dicembre in scena un classico del teatro musicale, famosissimo in tutto il mondo anche grazie all’omonimo film del 1972
NAPOLI – Dal 9 al 18 dicembre 2016 andrà in scena lo spettacolo “Cabaret” con Giampiero Ingrassia e Giulia Ottonello, regia di Saverio Marconi, presso il Teatro Augusteo di Napoli.
Lo spettacolo, scritto da Joe Masteroff, basato sulla commedia di John Van Druten e sui racconti di Christopher Isherwood, ha le musiche di John Kander e le liriche di Fred Ebb, tradotto con attenzione da Michele Renzullo.
Vanta inoltre una colonna sonora straordinaria, a diritto entrata nel patrimonio dei musical grazie a brani intramontabili come “Willkommen”, “Money”, “Maybe This Time” e la nota “Life is a Cabaret”, considerata da molti un inno internazionale alla speranza.
Giampiero Ingrassia in “Cabaret” si cimenta in un ruolo complesso e dalle mille sfaccettature, che gli è valso il Premio Persefone 2016 come migliore attore protagonista di musical: recita, ma soprattutto canta, con un momento di particolare intensità in “I don’t care much”. Nel suo invito agli spettatori ad affrontare la realtà e ad abbandonare l’indifferenza è racchiuso il senso profondo dello spettacolo: “Vi emozionerete, piangerete, sicuramente, e vi farete molte domande”.
E mentre Sally sogna di diventare una grande attrice, fuori dal trasgressivo club il mondo va in frantumi e sulle vite di tutti sta per abbattersi la furia hitleriana. “La vita è un cabaret”, canta Sally Bowles sul finale dello spettacolo, ma nel celeberrimo brano, cui Giulia Ottonello dona straordinaria vocalità e allo stesso tempo profonda drammaticità, esplodono i tormenti, le aspirazioni fallite, il tentativo di cercare spensieratezza anche quando il dramma incombe.
Sinossi:
Nella Berlino dei primi anni ‘30, sullo sfondo dell’avvento del nazismo, si intrecciano le storie dei vari personaggi: la fragile ed evanescente Sally Bowles (Giulia Ottonello), giovanissima stella del Kit Kat Klub, che inizia una tempestosa relazione con il giovane romanziere americano in cerca di ispirazione Cliff Bradshaw (Alessandro Di Giulio); l’austera Fräulein Schneider (Altea Russo); il timido e riservato ebreo Herr Schultz (Michele Renzullo); la libertina Fräulein Kost (Valentina Gullace); il nazista Ernst Ludwig (Andrea Verzicco); e a sorvegliare tutti, come un personaggio brechtiano, un eclettico Giampiero Ingrassia, Maestro di Cerimonie che prende vita solo sul palcoscenico del Kit Kat Klub: è il filo conduttore che rappresenta l’aspetto ludico della storia, vuole infatti che tutti si lascino travolgere dall’atmosfera licenziosa del locale e si divertano per dimenticare i problemi che esistono realmente, ma è allo stesso tempo quello ambiguo e stravagante. Un Maestro di Cerimonie ammiccante, ammaliante, tentatore, che apre agli spettatori le porte del mitico club berlinese, metafora della decadenza del mondo, sempre pronto a ridere e scherzare, ma con una morale corrotta, sottolineata anche dal trucco sapiente: un misto tra Joker, il Corvo e il cantante dei Kiss Gene Simmons, una maschera che trasuda inquietudine.
Note di regia di Saverio Marconi:
“Se per tre volte, nel corso della mia carriera, ho deciso di mettere in scena Cabaret, è perché in tre periodi differenti della mia vita, lontani e diversi tra loro, ho sentito la necessità di guardare, e far guardare, oltre il sipario del Kit Kat Klub.
Uno spettacolo che conosco molto bene, e a cui tengo molto, che questa volta, dimenticati i riferimenti al film, ho messo in scena come voglio io, con una nuova e profonda sincerità nell’affrontarlo. Una lettura più dura, con alcuni momenti di teatro nel teatro, molto più attuale dunque, che costringerà gli spettatori a mettersi di fronte alla tendenza di oggi a lamentarsi, senza però mai reagire per cambiare davvero.
Ho pensato e firmato a quattro mani con Gabriele Moreschi una scenografia che abbraccia il palcoscenico, una pedana, un vecchio sipario, le tavole consumate e intrise di memoria: è così che ogni sera si rievoca un periodo storico, attraverso quella musica, quelle storie, che come in un girotondo schnitzleriano continuano ancora oggi il loro racconto, senza soluzione di continuità e di emozioni. Insieme a un cast straordinario raccontano di un’indifferenza colma di paure ed egoismo, con la speranza che, al prossimo giro, per una volta vinca il coraggio di affrontare la realtà”.
Giorni e orari spettacolo: venerdì 9 alle ore 21:00; sabato 10 alle ore 21:00; domenica 11 alle ore 18:00; martedì 13 alle ore 21:00; mercoledì 14 alle ore 18:00; giovedì 15 alle ore 21:00; venerdì 16 alle ore 21:00; sabato 17 alle ore 21:00; domenica 18 alle ore 18:00. Prezzi: poltrona € 35,00; poltroncina € 25,00.
INFO: www.teatroaugusteo.it