Gianna Nannini a Back2Back su Rai Radio2: “Faccio meditazione suonando Beethoven”

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ROMA – Gianna Nannini si racconta a Back2Back su Rai Radio2 ai microfoni di Ema Stockholma e Gino Castaldo, tra ricordi e momenti iconici della sua lunga carriera e uno sguardo al prossimo tour europeo che partirà da Ginevra il 24 novembre si chiuderà a Roma il 21 dicembre prossimi. Da pochi giorni è uscito il suo nuovo album intitolato “Sei nell’anima”, riprendendo il titolo di una sua celebre hit. “Già il film in uscita il 2 maggio aveva questo titolo, mentre in contemporanea stavo facendo un disco che avrei voluto fosse soul. Soul significa anima, e invece di prendere un titolo dalle canzoni nuove, ne ho preso uno già scritto. Era ideale per questo progetto. E il disco su supporto in vinile è arrivato subito al n. 1 in classifica”, esordisce la rocker toscana.

Il biopic è estratto dal libro “Cazzi miei”, autobiografia del 2016 a breve ripubblicata con nuova prefazione aggiornata dalla stessa Nannini. “È tutto parte di un grande percorso, intitolato “Sei nell’anima”. Il film è una retrospettiva sulla mia vita fino ai 30 anni, si ferma al 1983”, continua a raccontare a Castaldo e Stockholma. “E ‘1983’ è anche il titolo di uno dei brani che fa da trailer al film, nato in contemporanea col film stesso. Un anno di rinascita, perché se è vero che alla fine si muore, l’età è facoltativa. E io da donna mi sono voluta appioppare questa cosa, così nessuno mi poteva più rompere le scatole sull’età. La difficoltà nel fare questo film è stata quella di trovare me. Finché non trovavano Gianna non si sapeva se si facesse. E invece hanno trovato una pistoiese, Letizia Toni, nel suo primo ruolo da protagonista, che canta come me, con l’accento toscano che aiuta molto per l’inflessione locale che ho anche io. Ho seguito soprattutto le prime fasi della lavorazione, un duro percorso che abbiamo fatto insieme, lavorando con bravi ingegneri del suono a Berlino che ci hanno sistemato bene la parte musicale che è bellissima. Nel cast c’è anche Andrea Delogu, trasformata in Mara Maionchi, e devo dire che le somiglia moltissimo”.

La cura particolare per il suono, la passione per le radici popolari della musica sono altri elementi che caratterizzano il percorso dell’artista. “Mi rilasso con la musica classica, la ascolto e la suono: faccio meditazione suonando Beethoven. Penso che arrangiamenti e missaggio facciano la differenza. Sui nuovi brani ho lavorato con il grande produttore Alan Moulder. Sono stata sempre in contatto con grandi ingegneri del suono, e l’orecchio si abitua a quelle frequenze. Non vado mai dal più bravo, vado da quello che è più giusto per quel pezzo, per me e per la musica italiana. Ho un’anima folk italiana, vengo dalla canzone popolare toscana, poi ho cercato di allargare la visione andando al sud, soprattutto Puglia e Calabria, cercando di capire da questo mondo quello che mi apparteneva”.

E infine su un altro dei suoi brani più amati, “Fotoromanza” svela: “Ero a Roma a girare il video con Michelangelo Antonioni, e mi era presa la polmonite. Mi aveva messa nella terra bagnata col fango fino alle gambe tutte nude, a Cinecittà, per tre giorni e faceva freddo. Lo chiamavo di notte e mi diceva: prendi l’Uniplus, le supposte. Lui girava solo quando sentiva lui, secondo lui l’emozione non era pronta per il ciack. Solo quando avveniva qualcosa allora dava il via. Ma questa canzone non sarebbe stata la stessa cosa senza la ritmica che c’è. Con il produttore Conny Plank ci siamo presi una settimana in un casolare per trovare la ritmica giusta. Ci muovevamo tipo elefantini cuccioli, in maniera simile, con tutto il corpo insieme, e questa onda sulla quale naviga la melodia è diventata Fotoromanza”, conclude.