Un progetto che, in forma di concerto, aveva già preso vita nel 2018 per alcune repliche e che ora si concretizza in un nuovo album, partendo proprio dalle scelte musicali effettuate in quella circostanza ma lasciando la porta aperta a eventuali sorprese. Come è ormai consuetudine per Ginevra e i suoi compagni di viaggio Francesco Magnelli e Andrea Salvadori, anche questo disco verrà prodotto grazie a una campagna crowdfunding cominciata venerdì 15 maggio su www.produzionidalbasso.com.
Ecco cosa dichiara Ginevra Di Marco: “Anche in tempi di solitudine – diceva Luís Sepulveda – bisogna raccontare. Aveva ragione. Abbiamo deciso di ripartire da qui. Ora. E di farlo per noi, per ricominciare e darci una possibilità. Per le persone che ci hanno chiesto di esserci, e che abbiamo sentito vicine anche nei giorni più neri, dove tutto sembrava svuotarsi di senso. E poi è primavera e tutto intorno ci suggerisce di rinascere. Vogliamo provarci allora, con il sorriso di questi giorni e con un nuovo progetto, un viaggio attraverso le canzoni di Luigi Tenco che hanno accompagnato l’ultimo anno di musica e concerti. Il 21 marzo del 2018 Luigi Tenco avrebbe compiuto ottant’anni e NEM (Nuovi Eventi Musicali) ci propose di rileggere parte del repertorio di Tenco creando una collaborazione trasversale tra musica classica e moderna. Qualche concerto in trio e quartetto classico con le partiture di archi originali appositamente riscritte per noi. La proposta ci trovò entusiasti e spaventati allo stesso tempo, succede sempre così quando sappiamo che andremo a toccare un grande artista. Ma gli anni ci hanno insegnato che quello che conta è la misura in cui si ama qualcuno e la sua arte. Più ne siamo innamorati più accade che lo si riesca a interpretare e a restituire con personalità. E noi Tenco ce lo abbiamo dentro, infuso e respirato negli anni dell’infanzia e prima adolescenza, allontanato e quasi ripudiato nello spirito ribelle dei vent’anni per poi arrivare a farci i conti in età più matura, quando capisci che per andare avanti e capire il presente devi volgere lo sguardo indietro. Luigi Tenco lo abbiamo cantato, ricordato e inserito anche nei dischi di questi ultimi anni, riconoscendogli il merito di essere stato uno a cui non interessava la sicurezza di linguaggi precotti, men che meno pensare alle mode: nella sua musica sperimentava soluzioni inedite mescolando beat, rock, strumenti classici e incursioni nella musica popolare con il piglio e la sensibilità di uno che sta guardando oltre. Tenco era il cantore dell’esistenza ma scriveva quello che sentiva, sia che raccontasse i turbamenti d’amore che gli ideali sociali e politici, scrivendo tante canzoni manifesto di contestazione. Combatteva a modo suo, il più delle volte disertando. Un’anima militante capace di schierarsi contro ogni sopruso, senza retorica. L’ho amato anche per questo. E poi c’è la parte mia più intima affezionata a Tenco, cantore di quella malinconia indefinibile che ha sempre pervaso il mio sentire la vita e dove ora affiorano ricordi di infanzia, frammenti di giornate trascorse, l’odore di casa, memorie emotive legate alla mia famiglia, verso la quale ora, alla soglia dei cinquant’anni, guardo con tenerezza e gratitudine”.
In attesa del nuovo album, Ginevra ha deciso di pubblicare online una toccante versione live del brano che dà il titolo al disco, “Quello che conta”, (Morricone E. / Salce L.) che Tenco interpretò nel 1962. Una canzone, registrata in occasione di una delle repliche nel 2018, le cui parole si adattano perfettamente al tempo che stiamo vivendo.
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