Il giocattolo: come è cambiato nel corso degli anni?

619

giocattoliQuanto è importante giocare? I giocattoli sono parte integrante del mondo dei bambini e volendo fare un piccolo viaggio a ritroso sulla loro nascita (che si perde nella notte dei tempi), non è mutato il desiderio dei bambini e ragazzi di interessarsi al gioco.

A noi adulti, i giocattoli offrono spunti di riflessione per fotografare i mutamenti che permeano la società. I cambiamenti ci inducono a riflettere sempre più sul fatto che meno si gioca e meno ci si rende partecipi della propria crescita.

Tutto è cambiato!

Non mettendo assolutamente in dubbio la necessità del fattore gioco per l’apporto di qualità e maturazione nel processo psico-fisiologico del bambino stesso….il giocattolo ha mutato forme, dimensioni, colori, materiali, meccanismi, volume e, naturalmente, tutto ciò per appagare sempre più le richieste della folta platea dei bambini.

Lu ciucch’ e la maneddu

I bambini in tempi non molto lontani avevano a disposizione giochi più “modesti” come l’altalena, il tiro alla fune, far volare un’aquilone, usare un bastone a mo’ di cavallo. Il giocare ai birilli è da datare intorno al IV millennio a.C. ; da citare senz’altro la fionda, le belle statuine, le biglie colorate, i trenini elettrici, la trottola, tirare sassi nell’ acqua, a rimbalzello. Nel catanese, tra le attività ludiche del recente passato sono da menzionare lu ciucch’ e la maneddu (tipo baseball); ne lu puaret’ si dovevano lanciare monetine su un muro.

“Carica l’asino” e gli astragali

Fino al 1600 fogli incisi testimoniavano il gioco popolarissimo detto “carica l’asino”: 60 caselle su cui si giocava con i dadi e quello degli “astragali”. Facendo delle piccole interviste ai giovani di un tempo (tipo i nostri nonni e genitori) che trascorrevano la maggior parte del tempo all’aperto, piccole pezze di lenzuola riempite con lana o erba fatta essiccare potevano dar vita a bambole al contrario pezzetti di legno, recuperati e intagliati, venivano trasformati in zufoli, fischietti e le stecche di ombrelli malridotti diventavano freccette.

Il Children Museum e lo Splelzeugmuseum

Esiste anche la Fiera del Giocattolo nella città di Norimberga (con oltre 2500 stands) e non poteva mancare il Museo del Giocattolo (Splelzeugmuseum) che permette ai visitatori (piccoli e non) di deliziare gli occhi con una panoramica di “balocchi” su ben 1400 metri quadrati. Esistono anche musei per i bambini ed, anzi, nel corso dei secoli ne sono stati aperti molti: dal Children Museum del 1899 di Brooklyn passando per quello di Boston a quello di Genova che ha aperto i battenti nel 1998!

E al tempo dei “romani” giocavano?

Cicerone e Orazio Marziale si dilettavano con attività ludiche quali: testa o croce (Caput et Navis”) e pari o dispari (Par Imparar). Cambiando discorso e parlando di…bambole, intorno al 1730 comparvero quelle semoventi e quella che cammina farà il suo ingresso solo nel 1800 oltre ad animali che si animavano creati da Jean Roulet in Francia…mentre per le bambole parlanti occorrerà aspettare il 1820; per quella che dà baci bisogna attendere il 1890. Per trovare i primi cavalli a dondolo e le case per le bambole si dovette temporeggiare fino al 1700.

Se la palla e i birilli sono di pietra

Ma il gioco non è propriamente un’attività solo dei giorni nostri visto che circa 5000 anni fa già esisteva la palla, (di pietra e con un diametro di circa 6 centimetri) tanto che ne sono stati ritrovati esemplari in Scozia. E per non farci mancare niente…in una tomba di un bambino egizio sono stati scoperti birilli in pietra. Più di tremila anni fa anche nelle terre greche esisteva il giocattolo in pietra: lo “yo-yo”.

A cura di Mariacristina Salini