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“I giorni della Cagna”, il nuovo romanzo di Daniele Autieri

ROMA – A pochi giorni (esce il 10 maggio) dall’uscita della serie tv “Gomorra”, un adrenalinico romanzo criminale che racconta il momento esatto in cui piccole e grandi organizzazioni criminali si sono sedute allo stesso tavolo e hanno stretto il più terribile dei patti: unirsi in un unico branco e diventare la Bestia più feroce che l’Italia abbia mai conosciuto.

Autieri, con il ritmo e la sfrontatezza della migliore narrativa americana, scandaglia i rapporti osmotici tra potere politico e potentati criminali trasformando la cronaca nera in grande fiction.

Settembre 2005, Caraibi. Un Jeanneau di 12 metri prende il mare, si lascia alle spalle l’uragano Katrina e inizia la traversata dell’Atlantico. A bordo, due uomini e 300 chili di coca piovuta dal cielo su gentile concessione del cartello di Maganguè. Un mese dopo gli skipper arrivano a Fiumicino dove li aspettano gli uomini della batteria di San Basilio, quelli che hanno comprato il carico e sono pronti a inondare di neve le strade di Roma.

Inizia così “I giorni della Cagna” (pagg. 489, Rizzoli), il romanzo scritto da Daniele Autieri che racconta la vicenda criminale di Claudio Accardi, un borghese qualunque, di buona famiglia e di scarse ambizioni, che un giorno decide di sfruttare il suo unico talento: andare per mare. Da quel momento Claudio è “lo skipper”, l’uomo capace di portare in solitaria carichi ingenti dal Sudamerica a Roma, e questo lo fa entrare nelle grazie e nelle confidenze dei boss.

Mafia romana, camorra, ‘ndrangheta, estremisti di destra: tutti lo vogliono e gli aprono le porte degli affari. Perso nella sua corsa folle verso la ricchezza, Claudio Accardi diventa così testimone di una delle stagioni più buie della Repubblica, quella della truffa Fastweb-Telecom Sparkle, delle inchieste Finmeccanica, dei senatori eletti con i voti della ‘ndrangheta, e di una nuova criminalità che – mutuando l’esperienza eversiva dei Nuclei armati rivoluzionari – guarda alle istituzioni con l’intento, non di corromperle, ma di possederle. Figlio di questo parto violento è la Cagna: il patto segreto che in questi ultimi dieci anni mafia autoctona, mafia siciliana, camorra e ‘ndrangheta hanno siglato per prendersi Roma. E da lì, lo Stato.

Daniele Autieri (Roma 1977) è giornalista de “la Repubblica”: sua, tra le altre, l’inchiesta che ha rivelato i retroscena della vicenda delle baby squillo dei Parioli, da cui è nato ‘Professione Lolita’ (Chiarelettere 2015). Adesso si sta occupando degli sviluppi di “Mafia capitale”. Autieri è uno dei pochi in Italia ad occuparsi di giornalismo investigativo. Di questo e del precedente romanzo sono già stati venduti i diritti cinematografici.

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Redazione L'Opinionista

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