Dal 28 Gennaio 2022 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme digitali “Inesorabilmente” (Italiana Musica Artigiana), il nuovo singolo di Giovanni Zavagno. “Inesorabilmente” è un brano malinconico che racconta un vivere alla giornata intriso di ricordi legati all’infanzia. Una madre che per quanto fosse stata presente non ha saputo trasmettere al figlio abbastanza amore e sicurezza, ma lui non la colpevolizza perché sa che è opera del destino e nonostante tutti i suoi sforzi non cambierà mai, per questo decide di farla finita e raccoglie tutto il suo coraggio per abbandonarsi alla morte.
Giovanni Zavagno ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Inesorabilmente” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?
È una canzone parzialmente autobiografica scritta insieme a Valeria Rossi che mi ha dato il cosiddetto “la” per cominciare. Ci siamo conosciuti su Facebook e quasi per gioco le inviai alcune mie canzoni che con grande gentilezza ascoltò positivamente. Ci scambiammo numeri telefonici ed indirizzi mail e successivamente fece in modo di ispirarmi attraverso alcune sue frasi scritte in un taccuino. Quelle frasi divennero per me una dolce ossessione, tanto che nel giro di poche ore venne alla luce il brano. “Inesorabilmente” descrive un tormentato vivere alla giornata intriso di ricordi del passato che soprattutto si riferiscono al periodo della mia fanciullezza. I ricordi di una madre che per quanto fosse stata presente non ha saputo trasmettermi quella sicurezza che mi avrebbe reso forte e uomo. Ma io non la colpevolizzo, so che nonostante tutto qualcosa ci ha messo lo zampino, un destino che mi avrebbe da sempre segnato e che nonostante tutti gli sforzi non sarebbe cambiato. Ma come dicevo prima si tratta di una canzone in parte autobiografica, e mentre io nella realtà sono riuscito a prendere in mano la mia vita, il protagonista, al contrario, decide di farla finita e raccoglie tutto il suo coraggio per abbandonarsi alla morte. Sono quindi partito da un’idea di base riferita alla mia esistenza immaginando come qualcun altro si sarebbe potuto comportare se si fosse trovato nella medesima situazione.
Cosa vuoi trasmettere con questo brano?
Molte volte mi sono interrogato sul perché ci siano persone che decidono di togliersi la vita e ritengo che sia un gesto estremo che spesso è la conseguenza di profonde riflessioni interiori che nessuno mai potrà capire, né tantomeno giustificare ma che sicuramente sono state frutto di pensieri rincorsi dietro un buon motivo per non farlo, perché la vita è certamente un dono ma per qualcuno può divenire un enorme peso posto sulla bilancia della vita stessa.
C’è anche un videoclip, come si caratterizza?
Nel video vi sono immagini di bimbi che giocano spensierati sull’erba, con i loro genitori, vivono le emozioni che ogni bambino deve vivere, fatte di gioiosi momenti. Una ballerina che esegue passi di danza rende fluido lo scorrere del tempo che inesorabilmente porta le immagini al blu di un mare movimentato che pare essere senza fine.
Come nasce la tua passione per la musica?
La passione per la musica l’ho sempre avuta, sin da bambino, quando a gambe larghe sedevo in prossimità di un giradischi ascoltando le canzoni dei Beatles. L’esplosione artistica si è rivelata verso i 14 anni quando per gioco mi sono messo a strimpellare una chitarra con sole 4 corde. Ho capito che nonostante tutto, uno strumento poteva tornarmi utile per scrivere qualcosa di mio, e allora… eccomi dedito ad imparare i rudimenti della musica per iniziare a buttare giù qualche riga di testo musicato. Quindi ecco le prime canzoni alle quali si sono susseguite molte altre sempre più elaborate e vicine alla mia personalità sino a trovare il mio stile. I primi gruppi, le band che ambivano a fare serate dapprima per gli amici, sono diventate un modo per imparare a stare sul palco ed il pretesto per fare conoscere le mie canzoni.
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