La rivisitazione a attualizzazione dei movimenti artistici che hanno lasciato un segno importante nella storia dell’arte moderna, ha la capacità di andare oltre le loro stesse origini, trascenderle e trasformarle in qualcosa di diverso rispetto al contesto nel quale erano nati. Questa caratteristica emerge in modo particolarmente evidente nelle opere dell’artista protagonista di oggi.
Nel periodo della sua nascita, la Pop Art era un modo per sdoganare l’arte dagli ambienti elitari in cui era vissuta fino a quel momento e farle parlare un linguaggio semplice che potesse arrivare al maggior numero possibile di persone; Andy Warhol, suo capostipite e fondatore, aveva sognato un mondo in cui anche chi non era particolarmente facoltoso potesse permettersi di avere in casa un’opera d’arte. Dunque la priorità a quel tempo era stata data al ritrarre oggetti e volti conosciuti dal grande pubblico, divi del cinema o della società dell’epoca e poi, con i suoi allievi, i supereroi dei fumetti o i simboli della Street Art, mettendo in secondo piano quel legame con l’approfondimento emotivo o concettuale che invece caratterizzava altre correnti della stessa epoca. Nel ventunesimo secolo siamo già oltre i movimenti artistici del Novecento, molti dei quali, pur mantenendo le connotazioni di base hanno subìto trasformazioni, evoluzioni e assunto sfumature differenti anche in base all’individualità dell’artista che decide di ispirarsi al linguaggio del recente passato.
Giuliana Arcangelelli, appassionata da sempre al disegno e alla pittura e formatasi da autodidatta, sceglie proprio i colori intensi e vivaci della Pop Art come forte mezzo espressivo, così come ne prende l’attitudine a ritrarre volti e figure iconiche, soprattutto declinate al femminile, nei quali però infonde il suo tocco personale che si manifesta come ricerca, modo di narrare, un’interiorità che ha bisogno del sole, della luce, per uscire dall’ombra. Sembra sottintendere, l’artista, che molto spesso le tonalità più vive restano in fondo a un’anima che non sa liberarsi ed esprimersi eppure diviene fondamentale per l’individuo comunicare, lasciar percepire all’esterno i propri colori interiori, quelli che è necessario lasciare che si dispieghino per completare la melodia dell’unicità di ognuno di noi. L’accordo tra figurazione e tinte Pop segue il ritmo del moto interiore, le donne protagoniste delle opere della Arcangelelli sono figure femminili in evoluzione, in rinascita verso un giorno nuovo, diverso, più sereno e consapevole del brutto ma anche del bello che, in fondo, la vita può offrire.
In Volto di donna appare chiaro il frangente di riflessione su se stessa, di raccoglimento e di riconoscimento di un dolore o di un dubbio molto intenso che si lega però al desiderio di uscirne, aggrappandosi al ricordo di un attimo passato che le porta alla memoria ciò che non può tornare, questo è certo, e tuttavia con la consapevolezza che le emozioni possano tornare in circostanze diverse ma non per questo meno intense.
Ne I colori della vita, emerge forte la coscienza dell’alternanza tra positivo e negativo, tra luci e ombre, tra giorni colorati e giorni scuri, e la donna, seppur in qualche modo timorosa di un futuro che non conosce, al punto di doversi quasi proteggere, volge però lo sguardo verso l’osservatore, come se la curiosità e l’aspettativa di un domani migliore fossero la linfa della sua esistenza.
E ancora di celebrazione alla vita e alle energie positive racconta l’opera Energia vitale, in cui la protagonista sembra riemergere da un periodo cupo, tenebroso che l’aveva tenuta ancorata verso il basso, luogo da cui tende a uscire; i colori e il suo capo rivolto verso l’alto esprimono con quanta forza e determinazione cerchi la luce, cerchi quella vitalità necessaria a ritrovare se stessa, a superare quel momento complesso e risalire dal fondo, attimo dopo attimo, giorno dopo giorno, sforzandosi di guardare i colori vivi, quelli che comunque la vita ci pone davanti pur non essendo sempre capaci, in determinati frangenti, di riuscire a vederli.
Dunque in qualche modo, pur nella consapevolezza che spesso gli eventi si susseguono al di fuori del nostro controllo, come racconta l’opera Intrappolati dentro il nostro destino, forse la più vicina alla corrente Metafisica, Giuliana Arcangelelli sprona l’osservatore a lottare e a uscire da una situazione che appare senza soluzione, perché invece trovando il motivo per evolvere e rinascere, si può cambiare il nostro sentiero, accogliere ciò che accade e accettarlo come una parte inevitabile e immodificabile del nostro percorso.
Anche le opere più astratte, che completano il suo impulso creativo, come per esempio I quattro elementi della terra, presentano i colori decisamente Pop e narrano di vita, di contrasto tra bene e male che però, insieme, forniscono l’equilibrio di un’esistenza e di un mondo imperfetti e proprio per questo decisamente umani. Giuliana Arcangelelli ha al suo attivo molte mostre collettive nel centro Italia e un’importante mostra personale a Gualdo Tadino, e il suo percorso è in continuo sviluppo e crescita.
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