ANCONA – Gli impatti dei cambiamenti climatici sull’economia, sull’ambiente e sulla salute delle persone in Europa, in particolare quella meridionale, sono destinati nei prossimi anni ad aumentare con effetti catastrofici soprattutto sulla popolazione urbana, se non verranno messe in atto efficaci misure di adattamento. Purtroppo, l’Indice di Vulnerabilità al Cambiamento Climatico (JRC, Eurostat, DG Regio) registra i valori massimi (0,37 – 0,52) per le regioni del sud Europa, incluse le Marche e l’Abruzzo, dove sono ubicati i comuni della Città del Medio Adriatico Italiano (CMAI).
La straordinaria ondata di maltempo che ha colpito le Marche negli scorsi giorni, provocando diverse vittime, numerosi dispersi e centinaia di sfollati, fa riflettere sull’urgenza di trovare delle strategie adeguate per far fronte all’emergenza climatica in atto. Secondo i dati, in sei ore sono caduti 400 mm d’acqua, ossia circa un terzo di quello che normalmente piove in un anno intero e, in alcune zone, il doppio di quello che piove nel periodo estivo. L’evento estremo è stato preceduto da un periodo di siccità, che ha reso il terreno più compatto del normale e quindi non adatto ad assorbire l’ingente quantità di pioggia.
La mancanza di una visione progettuale unitaria del sistema naturale e del verde urbano nella pianificazione a scala locale ha generato nelle città del Medio Adriatico una discontinuità delle aree verdi, che ha effetti molto negativi sulla biodiversità e sullo stesso comfort microclimatico nelle aree più dense, dove manca, o è poco più che residuale, la presenza di alberi. Il patrimonio arboreo è in grado di influenzare la temperatura dell’aria, l’assorbimento delle radiazioni e del calore, l’umidità relativa, la turbolenza e l’albedo. Inoltre, la qualità delle aree verdi nel caso della CMAI è fortemente compromessa a causa della presenza di un ambiente forestale degradato, di aree verdi urbane di scarsa qualità progettuale, di errori nella selezione delle specie arboree e nell’organizzazione degli spazi, nonché della scarsa manutenzione. Appare quindi lampante la necessità di azioni verdi di adattamento e mitigazione.
Il progetto europeo LIFE+ A_GreeNet – Adriatic Climate Urban Network, co-finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma LIFE, nasce proprio dall’urgenza di contrastare i terribili possibili danni della crisi climatica, applicando azioni concrete, finalizzate a evitare eventi che hanno costi in termini ambientali e umani. A_GreeNet ha lo scopo di rendere le città della costa del Medio Adriatico più resilienti al cambiamento climatico attraverso vari interventi (il recupero dei suoli, la piantumazione di foreste e aree verdi), soluzioni flessibili (verde verticale, verde in copertura, dispositivi verdi, ecc.) e favorendo la realizzazione dei Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima.
Non solo: l’urgenza del progetto è anche promuovere il cambiamento culturale nelle dinamiche di sviluppo territoriale, che mettano al centro la salute e la qualità della vita delle persone nelle città, proprio per evitare che tragedie, come quella che ha colpito la costa marchigiana in questi giorni, non si ripetano più.
“Non è più possibile tergiversare – dichiara Nicola Corona, team manager del progetto per Legambiente – i fenomeni climatici estremi saranno sempre più frequenti e non devono più coglierci impreparati. Le popolazioni residenti nei territori costieri risultano particolarmente esposte agli effetti dell’innalzamento delle temperature e ai danni legati a questo fenomeno. Il progetto Life+A_GreeNet si pone l’obiettivo di rispondere a questa crisi, lavorando alla protezione e riqualificazione del patrimonio naturale dei comuni costieri del Medio-Adriatico. La realizzazione, ad esempio, di aree verdi urbane è una soluzione facilmente realizzabile in poco tempo e a costi bassi, in quanto migliora la qualità delle aree urbane e incide positivamente sul benessere dei cittadini e sulla biodiversità urbana”.
“La catastrofe che si è abbattuta nelle Marche – dichiara Rosalba D’Onofrio, professoressa associata presso la Scuola di Ateneo di Architettura e Design dell’Università di Camerino, partner di progetto – ci conferma che siamo di fronte ad un mutamento strutturale del clima che richiede con forza interventi di adattamento. Non è un’emergenza, ma qualcosa di sistemico: l’innalzarsi della temperatura fa aumentare anche la frequenza e l’intensità dei fenomeni meteorologici estremi e il nostro Paese è tra i più colpiti. Serve, senza ulteriori rinvii, una cultura nuova per le città e il territorio. Il Life+ A Greenet, proprio per le città del Medio Adriatico, prevede di mettere al centro delle scelte della pianificazione l’infrastruttura verde. Essa può contribuire alla resilienza nei confronti delle bombe d’acqua e delle precipitazioni intense, intervenendo sulle aree pavimentate, rendendole nuovamente permeabili, trasformandole quindi in aree verdi e incrementando le aree boscate, perché le foglie degli alberi intercettano le piogge, riducendo il run off. L’avanzamento culturale, che si auspica, sarà assistito da un osservatorio Clima-Salute, in grado di monitorare i progressi dei sistemi insediativi nel tempo e suggerire i correttivi necessari”.