Termometri, bilance, pile, lampade, carica batterie, cavi usb, auricolari bluetooth, altoparlanti, lenti d’ingrandimento, microfoni, amplificatori, monopattini, orologi, elettrosaldatrici, microscopi, alimentatori, smerigliatori, telemetri, videoregistratori infrarossi, pompe elettriche, adattatori, compressori, ecc tutti privi delle dichiarazioni CE di conformità e delle garanzie per la sicurezza e la salute.
Nel corso delle operazioni di inventario della merce sono stati individuati anche prodotti che, all’esito delle perizie eseguite dai depositari dei marchi, sono risultati contraffatti: tra questi gli orologi del “Napoli Calcio”, i carica batterie “Samsung” ed i giocattoli “Minions”.
La merce, fabbricata in Cina, importata nel territorio comunitario attraverso il porto di Capodistria da un’azienda con sede a Brno (Repubblica Ceca), era pronta per essere venduta a Roma, Napoli, Prato ed in altre località del Lazio, della Toscana e della Campania e sarebbe stata immessa nel mercato nazionale con gravi rischi per i consumatori.
I prodotti, infatti, totalmente privi del marchio CE ovvero marchiati con il logo comunitario contraffatto e simboleggiante la dicitura “China Export”, non erano stati assoggettati alle procedure di certificazione previste dalle direttive europee per i prodotti elettrici, elettronici e per i giocattoli, con ciò sfuggendo alle verifiche finalizzate ad assicurare che la merce importata nel territorio comunitario sia stata controllata, non sia pericolosa e soddisfi i requisiti minimi per la sicurezza e la salute dei consumatori nonché per la protezione dell’ambiente da materiali inquinanti.
I legali rappresentanti della società importatrice e delle imprese che avrebbero messo in vendita la merce, acquistata per € 10.540,00 e destinata ad essere venduta per circa € 1,5 milioni, sono stati denunciati a piede libero all’Autorità Giudiziaria di Gorizia per i reati previsti dagli articoli 515 (Frode nell’esercizio del commercio), 517 (vendita di prodotti industriali con segni mendaci), 474 (Introduzione nello Stato di prodotti con segni falsi) e 648 (Ricettazione) del codice penale.
Le imprese coinvolte nel traffico internazionale di prodotti contraffatti e non conformi sono state inoltre denunciate per responsabilità amministrativa ai sensi del decreto legislativo 231/2007, essendo i loro amministratori autori di violazioni penalmente rilevanti che configurano la responsabilità degli enti per gli illeciti dipendenti da reato.
Il sequestro probatorio eseguito dalle fiamme gialle goriziane è stato convalidato dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia, dott.sa Ilaria Iozzi: salgono così ad oltre 550 mila i prodotti non conformi di cui dall’inizio dell’anno è stata impedita l’introduzione nel territorio nazionale attraverso controlli tempestivi delle merci sulla linea di confine.
Il Pubblico Ministero, ai sensi dell’art. 260 comma 3 bis del codice di procedura penale, ha disposto la distruzione, previo campionamento, dei prodotti in sequestro, perché di essi ne è vietata la fabbricazione, il possesso, la detenzione e la commercializzazione. L’attività di servizio svolta dalla Guardia di Finanza di Gorizia è stata finalizzata sia a tutelare i consumatori dall’acquisto di prodotti non sicuri e pericolosi per la salute sia a garantire una concorrenza leale a vantaggio degli imprenditori onesti, che operano rispettando le regole del mercato.
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