Ingenti danni alle coltivazioni arboree e in campo ed alle strutture (capannoni, serre, tunnel) sono stati provocati da grandinate e vento forte che, nello scorso fine settimana, hanno flagellato le campagne in tutta Italia, a macchia di leopardo. Raffiche violente di vento hanno causato cadute di alberi e allettamento delle colture già alte in campo. La grande quantità di acqua che sta cadendo in molte provincie, se da un lato era necessaria dopo i mesi di siccità autunnale e invernale, dall’altro sta rendendo estremamente difficoltosa la produzione di fieno. Lo sottolinea Confagricoltura che sta facendo una prima ricognizione dei danni. Ricognizione ancora parziale, perché l’instabilità atmosferica prosegue anche in questa settimana.
I tecnici di Confagricoltura sono all’opera su tutto il territorio e già contano danni per vari milioni di euro. Di seguito una prima mappa sulla situazione territoriale.
Nel pomeriggio di sabato una forte grandinata si è abbattuta in tutto il Nord dell’Astigiano e al confine tra Piemonte e Lombardia. Chicchi grandi fino a tre centimetri, soprattutto nella zona tra le province di Asti e Torino, hanno imbiancato i campi e le strade trasformando il paesaggio in uno scenario invernale come dopo una copiosa nevicata. Hanno patito i campi di orzo e grano, oltre ai vigneti. Nelle zone di Vercelli, Novara e fino al Milanese ci sono state intense grandinate e temperature in picchiata, vento forte che ha abbattuto alberi. Colpiti in particolare campi di orzo, frumento, mais e ortaggi in pieno campo. Nel Monferrato i danni sono ben visibili: distrutte le coltivazioni negli orti, nelle vigne e nei campi, in alcune situazioni anche fino al 70%. La grandine si è poi abbattuta sul territorio acquese, specialmente a Rivalta Bormida, dove il temporale con la grandine ha colpito domenica sera. Altre segnalazioni arrivano anche dai centri intorno ad Isola Sant’Antonio (nel Tortonese). Nel Bresciano colpite le vigne e problemi anche per le semine. Nel Mantovano i problemi principali si registrano dalle temperature, estremamente più rigide rispetto alla media stagionale, che stanno causando ritardi colturali che andranno a inficiare la qualità finale delle materie prime.
“La stima dei danni è in corso, ma in alcuni casi è difficile, se non impossibile, pensare a un recupero – afferma Enrico Allasia, presidente Confagricoltura Piemonte – Certo è che dobbiamo fare i conti con i cambiamenti climatici che ci impongono nuove strategie e investimenti”.
Dopo i danni provocati, nei giorni scorsi, dalla neve su centinaia di ettari di colture cerealicole – orzo, frumento e foraggere destinate all’alimentazione animale – nella fascia collinare del bolognese, ora si teme per le esondazioni dei fiumi in piena, dovute alle piogge abbondanti. E’ allerta anche nelle campagne delle provincie di Modena, Reggio Emilia, Forlì, Ravenna, Bologna per diversi corsi fluviali che presentano criticità. Tra questi, Secchia, Panaro, Savio, Lamone, Montone, Ronco, Marecchia, Idice, alcuni dei quali hanno già tracimato. Purtroppo le previsioni sono di un peggioramento della situazione. “Per quanto riguarda i fiumi abbiamo un problema strutturale solo parzialmente affrontato, che riguarda la difesa idraulica e la mitigazione dei rischi – commenta la presidente di Confagricoltura Emilia Romagna Eugenia Bergamaschi -. Va monitorata attentamente anche la fauna, perché in passato già si sono verificate esondazioni provocate da tane dei selvatici che hanno ostacolato il regolare deflusso delle acque”.
L’ondata di maltempo di domenica 12 maggio, ed in particolare le estese grandinate che hanno colpito la provincia di Latina, hanno causato pesanti danni a coltivazioni, piante e strutture. Nell’agro pontino la grandine è caduta abbondante soprattutto nelle campagne tra Aprilia, Cisterna e zone limitrofe, devastando vigneti, coltivazioni e piantagioni, in particolare di kiwi e cocomeri. Danni anche alle strutture come serre e tunnel. La grandine si è accumulata sui terreni formando uno strato spesso diversi centimetri. “Con le piante in fiore in questo periodo – dichiara Sergio Ricotta, presidente di Confagricoltura Lazio – la grandine è senz’altro l’evento più temuto, perché i chicchi spogliano i rami compromettendo i raccolti”.
Grandinate e raffiche di vento hanno martoriato in particolare il Nuorese. Notevoli i danni a piantagioni e coltivazioni. La grandine, con la sua violenza ha anche sfondato le serre, distruggendo pure le colture coltivate al coperto.
Pioggia e grandine domenica hanno martoriato per ore le province di Taranto e Bari. La perturbazione che si è abbattuta su tutta la Puglia ha avuto un’intensità violenta proprio a ridosso della Murgia Sud Orientale. Colpiti in particolare i comuni di Massafra, Mottola, Palagiano, Palagianello, fino a Ginosa e Castellaneta. In provincia di Bari si segnalano danni ingenti a Putignano, Noci, Gioia del Colle, Conversano, Alberobello, Locorotondo, Castellana Grotte e Turi. Interessate anche le aree al confine con la Basilicata e del Nord Barese. La grandine ha distrutto vigneti e frutteti, danneggiati anche i tendoni e le coperture. A rischio anche la raccolta delle ciliegie. Violenta grandinata anche nel Metapontino, con chicchi di considerevole grandezza.
“Tutta l’ortofrutta, ma anche le produzioni di uva, sia da vino che da tavola, sono state danneggiate in modo gravissimo – spiega il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro – E a nulla sono servite coperture e tendoni. La grandine ha distrutto tutto”.
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