L’auspicio, prosegue Martina, è che questo doppio accordo “funzioni e mi pare che ci siano tutti gli elementi” in termini di sicurezza. Siamo di fronte, aggiunge il vicedirettore della Fao, “a una dinamica di prezzi alimentari globali in aumento praticamente dalla pandemia e il conflitto in Ucraina ha ulteriormente drammatizzato questa situazione già molto complessa. Sbloccare ora questi bene agricoli di base è fondamentale per lavorare in alcuni Paesi in via di sviluppo che tradizionalmente si approvvigionavano dalla Russia e in particolare dall’Ucraina, e questo è un segnale concreto che aiuterà. Certo, la sfida della sicurezza alimentare – sottolinea ancora Martina – è aperta”.
L’accordo sullo sblocco dei porti per il grano “è un tassello importante, non risolutivo, ma un primo segno concreto che va riconosciuto”. Prima del conflitto, conclude Martina, “avevamo 50 Paesi in Via di sviluppo che ricevevano più del 30% del loro grano da Russia e Ucraina. Quindi immagino che questa sia una notizia positiva per chi aspettava quel grano e non l’ha mai ricevuto”.
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