ROMA – “Bene l’apertura, ma resto perplesso per il fatto che sia solo per la A: ci sono anche gli altri campionati”. Questo il messaggio del presidente della Figc, Gabriele Gravina (foto), che esprime dubbi sulla mancata estensione del provvedimento di apertura. Al tempo stesso, però, nel Cts c’è chi tiene il piede sul freno della prudenza.
“L’apertura degli stadi al pubblico è una bella notizia ma il fatto che il via libera valga solo per la Serie A, e non per gli altri campionati professionistici, mi lascia perplesso – ha detto Gravina – perché i protocolli di sicurezza sono i medesimi”. A non correre troppo invita il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, componente del Cts, che ritiene auspicabile un atteggiamento prudenziale ma anche una omogeneità di approccio su tutto il territorio” sull’apertura degli stadi.
Insomma, se per la serie A si possono fare, e si faranno, riflessioni, per i campionati in generale ci sarà forse da attendere. “Non si comprende la ragione delle motivazioni secondo le quali il governo ha dato il via libera all’apertura parziale degli stadi solo in serie A”. Lo rende noto la Lega B, dichiarando di ritenere la decisione “irrazionale”.
“Questo – continua la Lega B – considerando che i protocolli di sicurezza sono i medesimi per tutti campionati professionistici e che la B ha un valore sociale ed economico fondamentale. I club risulterebbero gravemente penalizzati dal punto di vista economico e della passione dei tifosi, aspetto fondamentale anche per la regolarità del campionato. L’auspicio è che ci possa essere al più presto da parte del governo una decisione uniforme per la serie B e tutti i campionati professionistici con una ratio che preveda in piena sicurezza l’apertura ad una percentuale di tifosi come avvenuto in vari sistemi europei”.