ROMA – Più ombre che luci nell’analisi trimestrale sul registro delle imprese. Il saldo positivo di oltre 15mila attività economiche mostra un indebolimento della vitalità del sistema imprenditoriale del nostro Paese che risente del rallentamento del ciclo economico sul quale pesano le crisi geopolitiche, l’alto costo del denaro, le condizioni restrittive di accesso al credito e la debolezza della domanda interna. È quanto rileva il Segretario Generale di Cna, Otello Gregorini, commentando i dati diffusi da Unioncamere e InfoCamere.
“I risultati del terzo trimestre – sottolinea Gregorini – sono inferiori alla media degli ultimi 10 anni nonostante le performance positive del turismo e dei servizi professionali”. Oltre alla manifattura e al commercio, anche l’artigianato mostra segnali di affanno, con un saldo positivo di poco superiore a 1.000 unità, il valore più basso degli ultimi cinque anni e un tasso di crescita fermo allo 0,09%, ben al di sotto dello 0,22% registrato 12 mesi fa. Senza il contributo positivo del settore delle costruzioni il saldo sarebbe stato peggiore”.
In tale contesto “è di fondamentale importanza una legge di bilancio che non penalizzi le imprese, accelerare gli investimenti del Pnrr, ridurre i costi energetici, avanzare senza indugi sul fronte delle semplificazioni e maggiore coraggio da parte della BCE nella riduzione dei tassi. La performance non brillante dell’artigianato, infine, riflette la perdita di appeal della forma artigiana che conferma la necessità di ammodernare la legge quadro del 1985 per adeguarla alle profonde trasformazioni del sistema imprenditoriale”.
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