Haze: è in arrivo il nuovo album “Sciami di Libellule”

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L’intervista alla Band piemontese che racconta com’è nato il loro ultimo lavoro discografico

Haze

Gli Haze, duo Post Progressive nato a Torino sul finire degli anni ’90, sono pronti per l’uscita dell’ultimo album “Sciami di Libellule” prevista per il 21 giugno 2017 e anticipato dai 3 videoclip dei singoli estratti: “Sphera”, “Credo” e “Sciami di libellule”.

Nell’attesa L’Opinionista li ha intervistati per conoscere meglio qual è lo spirito che muove i due artisti; ripercorrere la loro storia dalle radici fino ad oggi; e capire il messaggio dei loro brani.

Qual è la vera filosofia che muove lo spirito degli “Haze”?

“La parola filosofia etimologicamente significa ‘amare il sapere’. Noi, con i nostri testi e la nostra musica, non ci accontentiamo di esprimere concetti semplici o comunque, non esprimiamo concetti che di per se hanno già una spiegazione o una risposta. Siamo invece alla ricerca della comprensione di che cosa può esserci dietro ad un concetto, il perché doveva succedere un determinato fatto, che cosa c’è nascosto dietro un atteggiamento o uno stato d’animo. Lo spirito di composizione degli Haze è mosso da questa forte necessità o bisogno di voler vedere oltre al ‘consentito’ , mantenendo comunque un livello di sobrietà decisamente lucido”.

Cosa vi ha spinto a riunirvi dopo un periodo di pausa avvenuta in seguito ai primi lavori discografici?

“Potremmo dire da un certo punto di vista la morte, l’idea di chiudere e abbandonare tutto con un ultimo brano e video clip, l’idea di chiudere un percorso di vita durato diversi anni e poi lasciato latente, nel momento che abbiamo deciso di chiudere, quindi di staccare la spina, quella morte, alla fine si è tramutata in una specie di resurrezione, un’iniziazione che ha portato a nuova vita. É stato tutto naturale anche il riprendere i brani più vecchi e riarrangiarli in chiave moderna, decidendo di farli solo durante i live. É un progetto che vive di vita propria”.

Cosa cambiereste, potendolo fare, di questo periodo storico che voi stessi definite “fatto di prigionia mentale”?

“Come abbiamo sempre detto, noi fotografiamo in musica eventi che tutti abbiamo davanti agli occhi ma che tendiamo a non approfondire, a non capire. L’evoluzione della coscienza d’insieme ha bisogno di vivere l’esperienza per capirla, come ogni singolo individuo.

Quindi è inevitabile la presa di coscienza, del fatto che non siamo più liberi, siamo sempre più immersi in una realtà virtuale convinti che quello sia il futuro ma in verità è solo la fine, l’inizio della fine del corpo umano, che noi descriviamo, per ora non ci schieriamo. Per ora cerchiamo di lasciare tracce che siano utili a chi verrà dopo di noi, perché non si può cambiare il corso degli eventi ma si può esserne coscienti per non esserne schiavi o vittime”.

Cosa potete raccontarci del prossimo album “Sciami di Libellule”?

“Sciami di libellule è il cd della rinascita della resurrezione, quindi molto spirituale, molto ricercato nei concetti, negli arrangiamenti, negli incastri delle metriche, nell’utilizzo di più elettronica e l’aggiunta di un violino suonato da Elisabetta Bosio. Il titolo del cd che è anche uno dei brani, nasce da un evento particolare dell’estate scorsa accaduto realmente a Torino che fu un passaggio di libellule, ne parlarono anche i vari giornali, un po’ come si vede nei film horror, ricordo che per circa una settimana ogni tanto affacciandomi dal balcone ne vedevo ancora qualcuna.

Le libellule sono portatrici di saggezza, si dice che fossero dei draghi, gli esseri più antichi, da lì la loro conoscenza e saggezza. Ora stiamo lavorando sul mix delle voci che abbiamo registrato al Punto V di Vicio (Luca Vicini – Subsonica) non ci poteva essere scelta migliore, sia Luca che lo studio. Abbiamo da poco deciso di uscire con il cd il 21 Giugno. Intanto stiamo già lavorando sui 3 videoclip dei singoli che saranno “Sphera”, “Credo” e “Sciami di libellule”, poi non si sa mai, tutto può succedere!!”.