La stabilizzazione dei precari, per Fioramonti, “significherebbe innanzitutto garantire continuità didattica a chi la scuola la frequenta. La didattica a distanza di per sé è una misura che ci ha permesso di gestire l’emergenza, ma ha mostrato anche i suoi limiti (primi fra tutti, l’accentuazione delle disuguaglianze e un minore apprendimento in generale). Per questo, dobbiamo ambire a classi piccole, in sicurezza, ma in presenza”.
I mesi scorsi “avrebbero potuto essere tempo prezioso per operare interventi sistemici, in grado di incidere sulle strutture e sugli organici. Le misure proposte, purtroppo, non sembrano avere un potenziale rivoluzionario in grado di dare risposte innovative, ma sono piuttosto provvedimenti volti a tamponare l’emergenza. In molti casi, dovranno essere dismessi superata la pandemia. Sebbene ormai il tempo stringa, possiamo ancora fare tanto. Abbiamo una partita davvero importante da giocare, grazie alle risorse del recovery fund. Ora è il momento di progettare e fare scelte audaci, per tornare a fare finalmente investimenti strutturali, in grado di sovvertire e sanare l’ormai debilitato sistema scolastico”, conclude Fioramonti.
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