Musica

I Ministri tornano con “Cronaca nera e musica leggera”

Foto di Chiara Mirelli

MILANO – Tornano i Ministri con tutta la forza che la loro musica ha sempre regalato, uno schiaffo emotivo e coinvolgente come i loro concerti. Dopo il singolo “Peggio di Niente”, la band presenta il nuovo EP “Cronaca nera e musica leggera“, uscito ieri (14 maggio) per Woodworm/Universal. La band porterà presto l’EP in tour con una serie di appuntamenti imperdibili: il primo concerto dal vivo annunciato da Magellano Concerti è quello dell’8 luglio al Circolo Magnolia di Milano. Un momento di ripartenza significativa per chi ha messo il live sempre al centro della propria carriera, e che può finalmente ricominciare a viverlo a partire dalla propria città (maggiori informazioni sulla data verranno comunicate nei prossimi giorni).

L’estetica di “Cronaca nera e musica leggera” è un omaggio alle collane Einaudi (precisamente Piccola Biblioteca Einaudi e Nuovo Politecnico) rese indimenticabili dal progetto grafico di Bruno Munari. E come a voler battezzare nel migliore dei modi un lavoro discografico che apre un capitolo nuovo per la band, ecco l’approvazione della stessa Einaudi: una benedizione importante, che segna una linea di unione tra generazioni diverse ma unite ancora dalla voglia di parlare a tutti, senza distinzioni. “Cronaca nera e musica leggera ci suonava già dal titolo come una sorta di saggio mai scritto”, spiegano i Ministri. “Tra le altre cose, parla di confusione e di crisi dei saperi, della progressiva scomparsa di una qualche verità condivisa. I saggi Einaudi sono stati la quinta essenza della nostra infanzia, i libri dei grandi, e i loro quadrati erano il simbolo di un sapere con la S maiuscola, moderno ma autorevole. E, in più, elegantissimo. Omaggiarle è un modo per rivederle, farle rivedere e in qualche modo trovare conforto”.

I 4 brani dell’ep, che mettono le basi per un percorso del tutto nuovo per i Ministri, sono un tentativo di fare ordine tra le voci che arrivano da dentro, dalla parte più profonda e vera dell’io, e quelle che invece, da fuori, assillano, stordiscono e deprimono. Quello che ne viene è una spinta, solo un respiro prima di spiccare un salto: perché le canzoni, in realtà, non riescono mai a fare ordine, ma sanno come farci reagire, come un pugno nello stomaco o come un’esortazione al domani. Si sono esibiti con i Coldplay, i Foo Fighters, i Subsonica e moltissimi altri. Hanno collaborato con Caparezza, Afterhours, Mauro Pagani, con i registi più all’avanguardia e alcuni tra i migliori producer, da Gordon Raphael (Strokes) a Sylvia Massy (Johnny Cash, System Of A Down) passando per Tommaso Colliva e Taketo Gohara.

Hanno collezionato oltre 500 concerti, dai centri sociali degli inizi ai sold-out nei superclub e ai grandi festival, e i loro brani su Spotify sono stati ascoltati oltre 25 milioni di volte. Dopo 15 anni sulle scene, un capitolo si chiude e se ne apre un altro. E come a voler sottolineare un elemento di continuità nello stravolgersi di prospettive, vita e abitudini, si sono affidati a Nicolò Cerioni e alla sua arte per i loro abiti di scena: una piccola tradizione della band, cominciata nel 2006 con delle indimenticabili giacche napoleoniche, che li ha resi delle icone del rock in Italia anche nello stile.

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Redazione L'Opinionista
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