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I molteplici sguardi sull’esistenza nelle opere enigmatiche di Alexandra Mohr (IE)

L’esistenza contemporanea è un universo complesso e sfaccettato che gli artisti del Ventunesimo secolo esplorano in ogni sfumatura, ciascuno attraverso un personale linguaggio che è spesso sintesi e fusione di movimenti che nell’epoca precedente, erano rimasti rigorosamente separati e ben distinti l’uno dall’altro. La protagonista di oggi attinge a due importanti correnti del passato per generare un approccio tendente ad andare oltre il visibile, a indagare le sensazioni che quel muoversi silenzioso che resta inespresso e inascoltato, suscita inconsapevolmente vnell’uomo moderno.

Nei primi anni del Ventesimo secolo si delineò in Germania una corrente pittorica che voleva contrapporsi all’oggettivismo, alla rappresentazione estetica della realtà che aveva contraddistinto l’Impressionismo, proprio perché il panorama storico stava andando verso uno scenario ben diverso da quello piacevole e gradevolmente estetico della vita nobiliare e borghese tanto esaltata dai massimi rappresentanti di quella corrente di fine Ottocento, quattro fra tutti Renoir, Monet, Manet, Degas. Nel nuovo contesto europeo avanzava la guerra con tutte le paure, i timori, le angosce e le insicurezze che avvolgevano la società e che non potevano restare inascoltate da chi, di quella società, doveva essere testimone, e cioè l’artista. Il movimento dell’Espressionismo si pose come obiettivo quello di affermare la predominanza dell’individuo con le sue emozioni, sensazioni, e interiorità rispetto a un’oggettività che non poteva più essere distinta e distaccata da ciò che continuamente veniva percepito e sentito nella complicata vita quotidiana. L’impeto creativo di artisti come Van Gogh ma anche lo sbigottimento, il panico, la disperazione e gli incubi interiori presenti nelle opere di Edvard Munch, Egon Schiele e Oskar Kokoschka, ebbero la capacità di rappresentare quel lungo ventennio in cui l’importanza dell’essere umano si stava contrapponendo all’alienazione dell’avanzare di un progresso in cui spesso si perdeva il senso del singolo, in cui l’esplorazione della mente e della psiche, attraverso gli studi di Sigmun Freud, stava generando un risveglio di tutto il mondo culturale e artistico che non si riconosceva più in un’estetica che rinunciava alle sensazioni e alle emozioni più profonde. Allo stesso modo il movimento coevo del Surrealismo, si legava a sua volta all’inconscio, alle angosce e al mondo dei sogni, dando vita a opere molto più distanti dalla realtà perché filtrate dalla psiche, dalle inquietudini e dagli incubi esistenziali dell’artista come dell’essere umano che, in un’epoca di distruzione e di perdita delle certezze esterne, poteva solo aggrapparsi a se stesso. Alexandra Mohr, artista tedesca che non può non attingere a quell’Espressionismo che ha visto la nascita proprio nella sua nazione, introduce nelle sue opere anche elementi tipici del Surrealismo per narrare e testimoniare un personale punto di vista sul disorientamento e la precarietà dell’uomo contemporaneo, distanti per molti versi dalle inquietudini del Ventesimo secolo ma non per questo meno intense e destabilizzanti per una quotidianità che si trova ad affrontare continui cambiamenti e sfide globali.

1 Human or animal

La parola d’ordine delle tele della Mohr sembra essere proprio la trasformazione, la metamorfosi e la necessità dell’individuo moderno di plasmarsi e mimetizzarsi con un’attitudine camaleontica, sulla base delle persone con cui entra in contatto, o degli eventi che vive, oppure delle tante voci dissonanti che nel corso della giornata ascolta. Ecco dunque che lo sguardo dell’artista diviene mezzo di indagine dei pensieri e delle verità nascoste negli altri ma anche nella realtà che avvolge il vivere attuale, un’esortazione all’osservatore ad ascoltare con maggiore attenzione ciò che gli ruota intorno per scoprirne gli enigmi e per approfondirne risvolti che altrimenti non verrebbero notati.

2 Past, present, future 2

Nell’opera Past, present, future 2 (Passato, presente, futuro 2) Alexandra Mohr cerca di scavare in un’interiorità complessa, sfaccettata, che si modifica in virtù degli eventi accaduti e di quelli che sono in procinto di accadere, ma che troppo spesso dimentica di fermarsi e fare i conti con quella complessità perché faticosa da accogliere, a volte dolorosa proprio in virtù di accadimenti che, pur trasformando la protagonista, sono stati riposti in un cassetto della memoria in cui è meglio continuare a tenerli. Eppure, a un esame più profondo, essi comunque emergono da un’espressione, da una ruga del volto, da un dettaglio apparentemente dimenticato.

3 Gegenwart

Nella tela Gegenwart (Presente) le linee curve che avvolgono il volto in primo piano sembrano voler rappresentare la stratificazione dell’esistenza, quell’accumularsi di esperienze, episodi, vicende che hanno la capacità di trasformare lentamente ma inevitabilmente l’essenza di ognuno, anche quando si vorrebbe restare fortemente legati a convinzioni e punti fermi che poi però non riescono a opporsi a quel cambiamento a cui resistere è impossibile. Così dobbiamo arrenderci a convivere con tutto il bagaglio che ci portiamo addosso e che, in fondo, fa di noi le persone che siamo diventate.

4 Clown

Quando però l’individuo narrato sente il bisogno di liberarsi o, al contrario, di proteggersi, Alexandra Mohr si allontana dalla sua parte più figurativa e approccia all’indefinito dell’Espressionismo Astratto che mai però nasconde completamente il corpo che deve proteggere, velandolo senza disgregarlo perché in fondo è proprio all’interno della confusione che si cela una nuova certezza a la possibilità di rinascita.

5 Amazone
6 Energie (Energia)
7 Cocoon 1

Le opere Amazone (Amazzone), Energie e Cocoon 1 sono emblematiche di questo concetto filosofico dell’artista che guarda all’uomo e all’individuo come essenza centrale di un mondo che invece sembra volerlo dimenticare; in quei corsi e ricorsi che la storia sempre propone, Alexandra Mohr ritrova la stessa necessità di porre emozioni e inquietudini del vivere attuale all’interno di una ricerca pittorica da cui non può che emergere l’umano con tutte le sue debolezze, con le sue paure, con la sua provvisorietà. Alexandra Mohr ha alle spalle una lunghissima carriera artistica, le prime tele le ha dipinte nel 2003, ma solo nel 2018 decide di mostrare le sue creazioni al pubblico partecipando a importanti mostre e fiere internazionali – Svizzera, Spagna, Usa, oltre ovviamente alla Germania -; esegue lavori su commissione sia astratti che figurativi.

ALEXANDRA MOHR-CONTATTI
Email: alexandra@artmohr.de
Sito web: www.artmohr.de
Facebook: https://www.facebook.com/profile.php?id=100014209110586

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Pubblicato da
Marta Lock

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