I Naftalinas raccontano il videoclip di “Tutti vogliono imparare a suonare il gipsy jazz”

223

naftalinas

È ora disponibile il videoclip ufficiale di “Tutti vogliono imparare a suonare il gipsy jazz”, brano estratto dall’ultimo album della band Naftalinas uscito in digitale lo scorso 3 ottobre

Tutti vogliono imparare a suonare il gipsy jazz” è il primo brano estratto da “Dieci storie sempre al limite del guaio”, nuovo progetto discografico full lenght dei Naftalinas. Il testo del brano è una riflessione autoironica su quanto l’amore per un genere musicale possa spingere alcuni musicisti a tentare di emulare i colossi della musica, tentativo che li porta ad apparire drammaticamente inadeguati. La band ci ha gentilmente concesso un’intervista.

È disponibile il videoclip ufficiale di “Tutti vogliono imparare a suonare il gipsy jazz”, come si caratterizza?

Il videoclip nasce dalla volontà di raccontare la storia tragicomica celata nella canzone. Abbiamo così riunito un gruppo di amici dal forte spirito goliardico, assegnando ad ognuno di loro un ruolo attoriale Il protagonista è un uomo innamorato della musica manouche che accecato dalla sua passione parte alla volta della Camargue per approfondire la conoscenza di quello che lui crede essere il re della musica Gipsy. In realtà finirà per essere rapinato e malmenato da un gruppo di zingari prezzolati. Il tutto è girato in un bianco e nero dai toni seppia che ricorda i film comici muti dell’epoca.

Si tratta del video del primo brano estratto dal vostro nuovo progetto discografico. Com’è nato e come si struttura questo progetto?

“Dieci storie sempre al lìmite del guaio” è il primo disco di un quartetto ormai stabile di musicisti, che negli ultimi 5 anni ha sentito il bisogno di raccontare e fermare un bel periodo di musica condivisa anche con altre persone. Partendo da una base “Jazz Spaghetti swing” abbiamo utilizzato tutti i generi che si prestavano a raccontare al meglio le storie dei personaggi del disco, in una forma canzone che anche grazie ad una serie di collaborazioni di livello assoluto è molto piacevole e “colorata” Ci siamo sempre definiti un progetto aperto e su questa linea ci siamo mossi, chiudendo il disco con 16 musicisti, anime diverse, riuscendo comunque a mantenere una identità riconducibile ai Naftalinas

Il brano rappresenta una riflessione autoironica, come mai avete scelto questo tipo di registro?

Il disco intero è pervaso di ironia e voglia di leggerezza, il periodo si prestava a questo approccio(ride), in questa direzione del non prendersi troppo sul serio, si muove il nostro primo singolo. È autoironico perché noi per primi abbiamo sognato di essere zingari, lasciandoci trasportare dalle musiche balcaniche Ci siamo spinti fino al viaggio a Sainte Marie de la Mer per vedere il festival della musica gitana, scimmiottando anche esteticamente gli stilemi classicamente Gipsy tra cui ovviamente i “Baffetti a filo” del protagonista della canzone

Com’è avvenuto il vostro incontro musicale e con quali intenti avete avviato il vostro progetto artistico?

Il mondo dell’ukulele italiano è uno scenario assai variopinto, in cui affluiscono musicisti di ogni genere ed età, noi ci siamo incontrati tramite i festival del Nord Italia di ukulele Ritrovandoci in accordo sulla volontà di far riemergere colonne sonore, musiche e canzoni ormai finite nel dimenticatoio Obiettivo comune era tirar fuori quelle melodie una volta famose che come abiti impomatati hanno ormai l’odore della Naftalina Oggi stiamo ulteriormente virando in un qualcosa di più personale, tentando di non perdere però la lezione di certa musica italiana del passato.