I paesaggi di Marijana Vukovic, in bilico tra figurazione e astrazione (IE)

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sunset

L’attitudine a raccontare scorci e panorami si trasforma spesso in manifestazione di interiorità, di ricordi, di attimi emotivi per i quali la mano diviene pura esecutrice della connessione con sensazioni impossibili da trattenere e, a volte, da definire. L’artista di oggi va oltre i confini del visibile per narrare emozioni che necessitano di muoversi all’interno della libertà espressiva, per rivelarsi in tutte le loro sfaccettature.

Marijana Vukovik scopre molto tardi l’inclinazione alla pittura, ma nel momento in cui accoglie l’impulso creativo che chiede di rivelarsi attraverso l’arte, se ne lascia travolgere completamente, iscrivendosi a master di perfezionamento e liberando l’energia che le chiede di produrre una tela dopo l’altra, come se tutto ciò che aveva tenuto inconsciamente dentro di sé sia impossibile da trattenere ancora. La scelta di avvicinarsi all’Espressionismo è indubbiamente legata a quella necessità di raccontare le emozioni, le sensazioni che ha percepito quando si trovava di fronte agli scenari che poi riproduce; il movimento espressionista, preceduto dal Fauvismo di cui ha preso e ampliato le linee guida, è stato quello che più di tutti ha sottolineato l’importanza del sentire rispetto alla riproduzione estetica della realtà, quello che ha posto su un livello più elevato l’interrelazione tra lo stato d’animo dell’artista e ciò che il suo occhio captava, piuttosto che l’esigenza di descrivere le immagini oggettive impreziosendole di dettagli armoniosi che dovevano incrementarne il senso classico della bellezza. I due differenti orientamenti dell’Espressionismo, quello Astratto della scuola di New York che ha avuto Jackson Pollock come fondatore, e quello classico dei grandi maestri come Vincent Van Gogh, Paul Gauguin e il tedesco Emil Nolde, solo per citare quelli che si sono espressi in maniera ampia e incisiva proprio sui paesaggi, avevano come punto irrinunciabile proprio la caratteristica di raccontare sensazioni spesso forti, incisive, impetuose perché non filtrate dall’equilibrio della ragione. Tuttavia in qualche modo questa nuova forma artistica fu anticipata proprio da qualche esponente del movimento abitualmente considerato antagonista, l’Impressionismo, che ha visto in Claude Monet e in Paul Cézanne esempi di come anche l’estetica possa essere individualizzata e raccontata attraverso un mondo emotivo che sconvolge gli schemi tradizionali. Marijana Vukovic fonde questi due stili pittorici restando in bilico, in equilibrio tra la figurazione dell’Impressionismo, pur raccontandola attraverso le tonalità delle emozioni più profonde, delle sensazioni percepite e ricevute un attimo prima dell’impulso di dipingerle, e l’astrazione dell’Espressionismo in cui l’immagine si nasconde dentro la ricchezza emozionale che essa stessa genera, inducendola a tralasciare i dettagli per porre l’attenzione sull’essenza che dalla tela fuoriesce, lasciando che i frammenti compongano il coro di note che contribuiscono a raccontare il trasporto provato di fronte a quel contatto con la natura, con la meraviglia semplice eppure di incredibile bellezza di un tramonto, di uno scorcio o di un prato.

Maple leaf
1 Maple leaf (Foglia d’acero)

Sono serene le sue emozioni, positive grazie all’approccio sorridente verso la vita dell’artista, le atmosfere delle opere coinvolgono l’osservatore grazie alla capacità della Vukovic di esprimersi attraverso l’essenzialità delle sensazioni, con la semplicità della naturalezza, con la morbidezza delle tonalità accese e al tempo stesso calde che inducono a perdersi dentro quei paesaggi a volte più definiti, altre appena accennati.

Sommer am Meer
2 Sommer am Meer (Estate al mare)

Nel lavoro Sommer am Meer (Estate al mare) per esempio, il colore del cielo al tramonto sembra voler avvolgere il ricordo di una stagione passata eppure ancora vivida nel ricordo, in cui il mare calmo accompagna e culla le vele sullo sfondo infondendo quel ritmo lento e rilassato tipico delle vacanze; e ancora in Thailand Grüße (Saluti dalla Tailandia) la Vukovic lascia andare la memoria verso una natura differente da quella che il suo occhio è abituato a vedere, incontaminata eppure ugualmente familiare proprio in virtù di quel vissuto che rimasto nello scrigno emotivo dell’artista.

Thailand Grüße
3 Thailand Grusse (Saluti dalla Thailandia)
Italian dreams
4 Italian dreams (Sogni italiani)

In entrambe le opere la parte figurativa predomina in modo evidente, pur accogliendo la gamma coloristica più legata all’Espressionismo, in cui i toni equivalgono a lettere che compongono la poetica delle sensazioni per dare vita all’immagine finale, quella che tocca le corde emotive di chi guarda la tela.

Il lavoro Italian Dreams (Sogni italiani) sembra voler essere una fase di passaggio tra Impressionismo ed Espressionismo, le macchie di colore sono usate non per catturare la luce e dare un maggiore senso di realtà bensì per raccontare l’accelerazione dei battiti emozionali di Marijana Vukovic quando immagina l’Italia, quella mescola di sole, mare, natura e profumi che fuoriesce dalla tela stessa.

5 Mountains (Montagne)
Hoffnung
6 Hoffnung (Speranza)

Poi vira verso l’Astratto in Mountains (Montagne), in cui le montagne di cui parla il titolo vengono narrate con colori cupi e innaturali forse per descrivere il senso di solitudine che si avverte quando ci si trova in cima a quelle vette, il rischio di non avere alcuna mano da afferrare nel momento del bisogno perché per raggiungere la cima ci si è lasciati alle spalle tutto il resto; e ancora Hoffnung (Speranza), opera in cui la Vukovic aggiunge un elemento materico che rompe lo sfondo in scala di grigi con la sua presenza per determinare l’apertura verso una possibilità nuova, impensata, una soluzione che giunge inattesa e che può cambiare il volto del presente e le opzioni del futuro. Dipinge da poco tempo Marijana Vukovic eppure ha già esposto a Vienna, a Barcellona, a New York, a Zurigo e a Udine; ama donare le sue opere per supportare organizzazioni umanitarie.

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