I reality show visti dalla psicologa Elisa Caponetti

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ROMA – “Negli ultimi anni stiamo assistendo sempre più ad una proliferazione dei reality show. Sicuramente, il Grande Fratello e l’Isola dei Famosi rappresentano due realtà televisive molto importanti seppur diverse tra loro e che riscuotono estremo successo anche se a volte criticate entrambe. Nel corso del tempo hanno subito notevoli trasformazioni adattandosi ad esigenze di share e di pubblico. Se è vero che possono essere delle esperienze molto usuranti per i concorrenti, in special modo il Grande Fratello (sia per una maggior durata che per il fatto di restare chiusi all’interno di una casa) è anche vero che riuscire a partecipare è una cosa molto ambita dagli aspiranti concorrenti”. È l’analisi della psicologa Elisa Caponetti.

“Viviamo ormai – aggiunge – in un mondo estremamente esibizionistico in cui viene lasciato spesso poco spazio all’autenticità e alla libera espressione di sé e del proprio mondo emozionale. Nei reality, e ciò vale per entrambi quelli citati, tutto ciò viene espresso e vissuto attraverso il piccolo schermo. La forza dei reality, tra l’altro seguitissimi, sta proprio nell’osservare le vite, i comportamenti e le reazioni dei partecipanti: talora ridono e gioiscono, altre, piangono e soffrono. Chiunque può identificarsi a volte con un personaggio, a volte con un altro. Amicizie sincere o soltanto di comodo, segreti, complicità, competizione e rivalità, amori veri o presunti… Non manca proprio nulla, come nella vita realmente vissuta. E così è facile immedesimarsi in uno dei tanti partecipanti, a seconda di cosa risuonerà maggiormente internamente a noi e di quelle che sono state le nostre esperienze di vita passate e presenti”.

Per la psicologa “occorre considerare che la nostra è una società caratterizzata da un appetito insaziabile ed una spettacolarizzazione delle vite umane in cui tutto viene digerito senza emozione alcuna, generando una vera e propria bulimia legata spesso alla necessità di ottenere un riconoscimento ed un’identificazione pubblica e sociale. Solitamente ciò che spinge a partecipare ad un reality è il desiderio di avere visibilità dopo una fase di assenza dal piccolo schermo. Una volta si diventava famosi perché si possedevano dei talenti, oggi i reality hanno il potere di dare visibilità immediata a persone spesso sconosciute e senza particolari e spiccate doti. Ed è così che pur di viversi alcuni momenti di visibilità si è disposti ad esibirsi senza alcuna propria tutela, senza nessuna conservazione di una propria intimità”.

Poi Caponetti conclude: “Viene rappresentata la vita quotidiana priva di censura alcuna ed è così che il telespettatore arriva a cogliere ossessivamente ogni singolo istante vissuto dai protagonisti del momento dando attenzione anche al dettaglio più nascosto. I concorrenti vengono messi in un tritacarne pronti ad offrire tutto di sé a spettatori morbosi desiderosi di cogliere in modo maniacale quello viene offerto. Si assiste e a volte si vive con trepidazione la vita degli altri lasciando scorrere la propria con minor interesse e passione. È uno specchio completamente rappresentativo della nostra epoca storica. I reality raffigurano infatti uno spaccato veritiero e emblematico del nostro Paese, sono un ritratto fedele e autentico della società in cui viviamo, facendo affiorare contrasti, liti, gelosie, tradimenti, monotonia, così come la possibilità di costruire nuovi legami e amicizie. Tutto ciò alimenta in modo distorto il desiderio di protagonismo e spesso l’esaltazione estrema dell’individualismo”.