Lifestyle

I ritratti improbabili di Arianna Capponi, quando il Pop Metafisico si unisce al Neoclassicismo

La contaminazione artistica è quanto di più affascinante sia possibile riscontrare e ammirare nella contemporaneità poiché i creativi riescono a dare un’impronta personale e affascinante a panorami, personaggi od oggetti che assumono un aspetto e un significato completamente differente da quello originario; questo è tanto più vero quanto più i riferimenti con gli stili pittorici dei secoli precedenti sono incisivi, o quanto la similitudine con generi molto comuni in passato sia trasformata, trovando così un’affascinante modalità di riprendere icone e miti e di interpretare soggetti trasportandoli in un mondo sospeso, dissociato dal contesto reale per renderli attuali in virtù di simboli e nuovi approcci creativi. L’artista di cui vi parlerò oggi mostra uno stile divertente, simbolico ma al tempo stesso incredibilmente moderno, attraverso cui riprende il tema del ritratto stravolgendolo però per renderlo un po’ Pop e un po’ Metafisico.

Nel momento in cui si decretò l’inizio dell’era artistica moderna, in quel periodo di inizio Novecento in cui vi fu l’esigenza di oltrepassare le linee guida pittoriche che avevano dominato il secolo precedente, alcuni grandi teorici delle nuove correnti avvertirono l’esigenza di un ritorno al Classicismo interpretato però in maniera differente, attraverso una nuova lettura più affine al vivere dell’epoca, quel periodo incerto ed enigmatico a cavallo tra le due guerre in cui ogni sicurezza era decaduta e l’instabilità esistenziale si insinuava nel modo di vivere e di pensare delle persone e degli esponenti del mondo dell’arte. Fu proprio la Pittura Metafisica che distaccandosi dal coevo Surrealismo, orientato a far emergere quei timori, le ansie e le angosce che appartenevano all’interiorità, a volte raffigurate sotto forma di scenari apocalittici e mostri provenienti dalla mente e dal mondo degli incubi come nelle opere di Salvador Dalí, propose una chiave di lettura più moderata, meno estrema e più propensa alla ricerca di punti fermi costituiti proprio da quel mondo classico che le altre correnti artistiche si proponevano di allontanare e rinnegare; il capostipite del movimento, Giorgio De Chirico, narrava di scenari privi della presenza umana ma densi di decontestualizzazione, metafora della destabilizzazione esistenziale di quei tempi, in cui i riferimenti al Neoclassicismo, come i mezzibusti scultorei, le colonne e i capitelli costituivano il necessario legame con valori e certezze ormai perdute. Qualche decennio dopo, negli anni Cinquanta del Novecento, nacque dalla mente di Andy Warhol la Pop Art in cui la necessità di rassicurazione visiva, o forse sarebbe meglio dire semplificazione e ricerca di modelli in cui identificarsi perché noti nella vita quotidiana, divenne la base di ritratti o nature morte reinterpretate attraverso il suo ironico linguaggio, rimaste immortali in virtù della vivacità cromatica ma anche per la decontestualizzazione che però aveva abbandonato l’aura misteriosa, inquieta, della Metafisica e si era spostata verso un punto di vista più giocoso, più divertente e coinvolgente anche nei confronti di un pubblico meno intellettuale e più attratto da icone conosciute. Andy Warhol ha così sdoganato oggetti di consumo e li ha resi nuovi simboli di riferimento proseguendo, ma anche stravolgendo, il percorso intrapreso dalla Metafisica interpretato però in maniera meno seriosa, più dissacrante e al tempo stesso più spensierato permettendo così al mondo dell’arte di entrare nelle case di un pubblico più ampio, in grado di comprendere i messaggi chiari e semplici di un tipo di linguaggio espressivo che non richiedesse una vasta conoscenza dei movimenti del passato.

1 Aphrodite
2 Pathos

L’artista laziale Arianna Capponi mescola abilmente i due stili pittorici, Metafisica e Pop Art, dando vita a un approccio ironico e spiritoso attraverso il quale trasforma i miti greci in punti focali a cui dare uno sfondo irreale quanto popolare proprio per il suo rappresentare gli sfondi con i decori delle carte da parati delle nonne, un po’ in stile Liberty proprio per dare nuova collocazione, inedito punto di vista ai personaggi mitologici che rende protagonisti.

3 Zebra

Non solo, stravolge anche il ritratto immortalando animali tropicali e della savana, raffigurandoli come se si fossero messi in posa consapevoli di essere immortalati; anche in questo caso gli sfondi sono floreali, quasi una tappezzeria funzionale a far emergere i tratti e i colori degli animali che spiccano e catalizzano l’attenzione dell’osservatore. Dunque in qualche modo Metafisici a loro volta, i ritratti della Capponi assumono caratteristiche tradizionali e al contempo Pop, in qualche modo vicini all’ormai celebre percorso pittorico di Kehinde Wiley, artista afroamericano autore di ritratti in cui persone comuni tutte di colore, vengono immortalate imitando le pose delle opere di grandi maestri del passato come Tiziano, Giovanni Battista Tiepolo, Caravaggio; tuttavia la sperimentazione della Capponi va oltre e rompe gli schemi, affida al mondo animale l’interpretazione di emozioni umane, la vanità, l’equilibrio, l’inconsapevolezza, la solidità, proprio grazie a quell’atmosfera irreale e metafisica di cui i protagonisti sono avvolti.

4 Tucano

Gli sfondi, pur essendo cromaticamente affini agli ambienti in cui abitualmente gli animali vivono, in realtà sembrano sfondi irreali che sottolineano l’approccio innovativo e divertente con cui Arianna Capponi sceglie di guardare la realtà che la circonda e di intendere l’arte.

5 Armonia ancestrale

Ecco dunque che i fenicotteri rosa di Armonia ancestrale, rappresentano la forza a cui deve attingere l’essere umano per sostenere il peso di un’esistenza spesso complessa e incerta, tanto quanto gli eleganti pennuti hanno bisogno di rafforzare le sottili zampe che devono sostenere il peso di un corpo troppo grande, sproporzionato; l’unico modo per resistere è quello di trovare l’equilibrio, interiore o esterno poco importa, ciò che conta è imparare a comprendere quando è il momento di restare fermi e prendersi il proprio tempo e quando invece è giusto muoversi, agire per continuare a stare in armonia con se stessi.

6 Tartaruga

L’opera Tartaruga, contraddistinta da uno sfondo decorato azzurro proprio come l’ambiente marino che la ospita, nasconde il messaggio che ciascun essere vivente trova la sua strada migliore, la più affine e dunque appagante, quando la sua individualità e le caratteristiche che lo contraddistinguono vengono valorizzate; la lentezza della tartaruga diviene poetica danza quando entra in acqua, donandole un aspetto completamente differente, rendendola molto più interessante, molto più utile nel suo ambiente naturale. In qualche modo la Capponi lascia emergere l’incapacità dell’uomo contemporaneo di sapersi ascoltare e di scegliere non ciò che la società o le persone vicine vorrebbero che diventasse bensì solo ciò per cui davvero si sente predisposto, trasformando la propria esistenza non più in un susseguirsi di giorni e notti bensì in un percorso soddisfacente e piacevole, pieno di appagamento e di realizzazione di sé. La magistrale tecnica iperrealista di Arianna Capponi le consente di giocare anche con il Neoclassicismo, ritraendo statue dedicate a miti greci fuori dal proprio contesto, ponendo sullo sfondo quelle ironiche tappezzerie che identificano il suo stile, per sottolineare quanto in fondo anche ciò che sembrerebbe al di fuori dal tempo, quasi arcaico, non smette di esercitare un forte fascino sull’osservatore a prescindere che ne conosca la storia, oppure proprio in virtù della profonda conoscenza possa apprezzare un punto di vista inedito, una narrazione differente e attuale che lo rende forse anche più immortale.

7 Le Grazie, Aglaia, Eufrosine e Talia

Nella tela Le Grazie, Aglaia, Eufrosine e Talia, ispirata all’opera scultorea di Antonio Canova, la Capponi rappresenta la delicatezza, la gestualità dolce e lirica di una bellezza senza tempo, di un’armonia donata esattamente da quell’essere al di fuori della contemporaneità pur trovandosi in un contesto insolito, quello di una carta da parati floreale color rosso magenta, quasi come se l’artista le ponesse al centro di una vetrina ideata per esaltarne le forme ed evidenziarne l’armonia estetica oltre che la positività emozionale che alle divinità greche veniva attribuita. Arianna Capponi, diplomata presso l’Accademia di Belle Arti, nel corso della sua lunga carriera ha partecipato a molte mostre collettive in Italia, ricevendo premi e riconoscimenti e le sue opere fanno parte di collezioni private in Italia, Stati Uniti, Polonia, Germania e Belgio.

ARIANNA CAPPONI-CONTATTI
Email: ariannacapponi23@gmail.com
Sito web: https://www.artistitaly.com/arianna-capponi/
https://www.galleriamilanese.com/team/arianna-capponi
Facebook: https://www.facebook.com/marianna.capponi
Instagram: https://www.instagram.com/arianna_capponi/
Linkedin: https://www.linkedin.com/in/arianna-capponi-864176165/

Arianna Capponi’s improbable portraits, when Pop Metaphysics meets Neoclassicism

Artistic contamination is one of the most fascinating things we can find and admire in the contemporary world, as creative people manage to give a personal and fascinating imprint to landscapes, characters or objects that take on an aspect and meaning completely different from the original one; this is all the more true when the references to the pictorial styles of previous centuries are incisive, or when the similarity with genres very common in the past is transformed, thus finding a fascinating way of taking up icons and myths and interpreting subjects by transporting them into a suspended world, dissociated from the real context to make them topical by virtue of symbols and new creative approaches. The artist I am going to talk about today shows an amusing, symbolic and at the same time incredibly modern style, through which she takes up the theme of the portrait, turning it upside down to make it a little Pop and a little Metaphysical.

In the moment when was decreed the start of the modern artistic era, at the beginning of the 20th century when there was a need to go beyond the pictorial guidelines that had dominated the previous century, some of the great theorists of the new currents felt the need for a return to Classicism, but interpreted in a different way, through a new reading more akin to the life of the time, that uncertain and enigmatic period between the two wars in which all security had fallen and existential instability crept into the way people and exponents of the art world lived and thought. It was precisely Metaphysical Art that, by breaking away from the coeval Surrealism, which aimed to bring out the fears, anxieties and anguishes that belonged to the inner world, sometimes depicted in the form of apocalyptic scenarios and monsters from the mind and the world of nightmares, as in the artworks of Salvador Dalí, proposed a more moderate, less extreme key to interpretation and more inclined to the search for fixed points constituted precisely by that classical world that the other artistic currents aimed to remove and repudiate; the founder of the movement, Giorgio De Chirico, narrated scenarios devoid of human presence but dense with decontextualisation, a metaphor for the existential destabilisation of those times, in which references to Neoclassicism, such as sculptural busts, columns and capitals, constituted the necessary link with values and certainties now lost.

A few decades later, in the 1950s, the mind of Andy Warhol gave birth to Pop Art in which the need for visual reassurance, or perhaps it would be better to say simplification and the search for models with which to identify because they were familiar in everyday life, became the basis for portraits or still lifes reinterpreted through his ironic language, they have remained immortal thanks to their chromatic liveliness but also to their decontextualisation, which, however, had abandoned the mysterious, restless aura of Metaphysical Art and moved towards a more playful, entertaining and engaging point of view, even for a less intellectual public that was more attracted to well-known icons. Andy Warhol thus cleared customs of consumer objects and made them into new symbols of reference, continuing, but also distorting, the path taken by Metaphysical Art, but interpreted in a less serious, more irreverent and at the same time more light-hearted way, thus allowing the art world to enter the homes of a wider public, able to understand the clear and simple messages of a type of expressive language that did not require extensive knowledge of past movements. Arianna Capponi, an artist from Lazio, skilfully mixes the two styles of painting, Metaphysical Art and Pop Art, creating an ironic and witty approach through which she transforms Greek myths into focal points to which she gives an unreal and popular backdrop precisely because of her depiction of the backgrounds with the decorations of her grandmothers’ wallpapers, somewhat in the Art Nouveau style, precisely to give a new setting, a new point of view to the mythological characters she makes protagonists.

Not only that, she also distorts portraits by immortalising tropical and savannah animals, depicting them as if they were posing in the knowledge that they were being immortalised; in this case too the backgrounds are floral, almost like a wallpaper that serves to bring out the features and colours of the animals, which stand out and draw the observer’s attention. Somewhat metaphysical in their own right, Capponi’s portraits take on traditional and at the same time Pop characteristics, in some way close to the now famous pictorial path of Kehinde Wiley, An Afro-American artist, the author of portraits in which ordinary black people are immortalised by imitating the poses of the paintings of the great masters of the past such as Tiziano, Giovanni Battista Tiepolo and Caravaggio; however, Capponi’s experimentation goes further and breaks the mould, entrusting the animal world with the interpretation of human emotions, vanity, balance, unawareness and solidity, thanks precisely to the unreal and metaphysical atmosphere in which the protagonists are enveloped. Although the backgrounds are chromatically similar to the environments in which the animals usually live, they actually seem to be unreal backgrounds that underline the innovative and amusing approach with which Arianna Capponi chooses to look at the reality that surrounds her and to mean art.

So the pink flamingos in Armonia ancestrale (Ancestral harmony) represent the strength that human beings need to draw on to support the weight of an often complex and uncertain existence, just as the elegant feathers need to strengthen their thin legs that must support the weight of a body that is too big and disproportionate; the only way to resist is to find equilibrium, whether internal or external, what matters is learning to understand when it is time to stay still and take one’s time, and when it is right to move, to act in order to continue to be in harmony with oneself. The artwork Tartaruga (Turtle), characterised by a background decorated in blue just like the marine environment in which it is housed, conceals the message that each living being finds its best path, the most similar and therefore the most satisfying, when its individuality and characteristics are enhanced; the slowness of the turtle becomes a poetic dance when it enters the water, giving it a completely different aspect, making it much more interesting, much more useful in its natural environment. In some way Capponi brings out the inability of contemporary man to listen to himself and to choose not what society or those close to him would like him to become but only what he really feels predisposed to, transforming his existence no longer into a succession of days and nights but into a satisfying and pleasant path, full of fulfilment and self-realisation.

Arianna Capponi’s masterly hyper-realist technique also allows her to play with Neoclassicism, portraying statues dedicated to Greek myths out of their context, placing in the background those ironic tapestries that identify her style, to underline how in the end even what would seem out of time, almost archaic, never ceases to exert a strong fascination on the observer, regardless of whether he knows its history or, precisely because of his profound knowledge, can appreciate a new point of view, a different and current narrative that makes it perhaps even more immortal. In the canvas Le Grazie, Aglaia, Eufrosine and Talia, inspired by Antonio Canova’s sculpture, Capponi depicts the delicacy, the sweet, lyrical gesture of a timeless beauty, of a harmony given precisely by that being outside the contemporary world while being in an unusual context, a magenta-red floral wallpaper, almost as if the artist placed them at the centre of a showcase designed to enhance their forms and highlight their aesthetic harmony as well as the emotional positivity attributed to the Greek divinities. Arianna Capponi, graduate of the Academy of Fine Arts, has taken part in many group exhibitions in Italy over the course of her long career, receiving awards and recognition, and her artworks are part of private collections in Italy, the United States, Poland, Germany and Belgium.

Condividi
Pubblicato da
Marta Lock

L'Opinionista® © 2008-2024 Giornale Online
Testata Reg. Trib. di Pescara n.08/08 dell'11/04/08 - Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009 - p.iva 01873660680
Pubblicità e servizi - Collaborazioni - Contatti - Redazione - Network - Notizie del giorno - Partners - App - RSS - Privacy Policy - Cookie Policy
SOCIAL: Facebook - Twitter - Instagram - LinkedIN - Youtube