Spregiudicato, pungente e dissacrante: pubblicato il primo Ep del rapper torinese. Ecco la nostra intervista all’autore di Buffet
Un senso dell’umorismo originale e senza filtri, quello di Riccardo Marchiori, aka Fattosano. Classe 1992, il rapper è originario di Chieri (To) e il suo profilo è quello del classico creativo introverso. Trascorre l’adolescenza a Cambiano, dove cresce coltivando la passione del disegno mentre i compagni frequentano il campetto del paese. Taciturno, ma con la risposta sempre pronta, Riccardo scopre ben presto la musica rap: ascolta gli Articolo 31 e poi Fabri Fibra.
All’età di diciannove anni decide di puntare sulla musica. Frequenta corsi di scrittura e intraprende il percorso di autodidatta, pubblicando a ventun anni la demo Confusion insieme con l’amico Stefano ‘RebuSkunk’, e frequentando “lezioni di flow”. Sviluppa anche diverse collaborazioni con voci femminili: conosce così Adriano Vecchio, arrangiatore e compositore che diventa per lui un vero punto di riferimento.
Quest’ultimo lo troviamo prender parte alla pubblicazione dell’Ep di debutto di FattoSano: Il ballo del Grizzly, disponibile già dal 3 luglio, è appunto il primo – colorato – lavoro studio dell’autore. Brani anche molto diversi – musicalmente – gli uni dagli altri, ma tenuti insieme dallo spirito scanzonato e goliardico di FattoSano. Vero biglietto da visita, appunto, è il singolo Buffet: una ricostruzione umoristica dell’ultima cena, nella quale Riccardo e i suoi commensali fanno baldoria fino a tardi.
Dalle sonorità elettroniche fino a quelle irish-folk: FattoSano sperimenta e sorprende. Per l’occasione noi de L’Opinionista lo abbiamo intervistato per saperne di più sul suo Ep d’esordio. Etichetta e distribuzione a cura di Sette Afk Label.
Ciao Riccardo e grazie per essere con noi. Allora, parliamo di Buffet: tra sacro e profano. Il clip si rifà – goliardicamente – all’ultima cena. Ti va di dirci chi sono i discepoli di questo folle raduno? Il senso di questa canzone…
“Benvenuti al Buffet!” testo di FattoSano e composizione di Adriano Sette Vecchio! La giornata delle riprese del videoclip è stata eccezionale. Eravamo circondati da Prosecco, è stato divertente. I miei discepoli sono gli amici di una vita, giustamente solo loro potevano parteciparvi realmente a questo banchetto, sono stati bravissimi, ci siamo divertiti un sacco a mostrare il significato del “condividere” ai giorni nostri. Abbiamo preso un’immagine sacra e l’abbiamo ridisegnata. Il significato della canzone è proprio questo: oggi l’uomo fa molta fatica a condividere (pensieri, parole, oggetti, sensazioni) realmente con altre persone. È una canzone tristissima insomma (ride).
Il ballo del Grizzly: il tuo Ep d’esordio. Cosa ti aspetti da questa produzione? Quali sono le aspettative?
Sono consapevole che è un buon risultato e che sto/stiamo andando nella giusta direzione. Mi aspetto che piaccia al pubblico, che lo faccia divertire e anche rimuginare sugli argomenti trattati. Per me la regola è questa: “Se piace a me, piacerà sicuramente a qualcun altro” (ride), poi i numeri salgono e scendono sui portali, il vero pubblico lo si vedrà in live.
Vorrei chiederti a proposito di Prosecco: un brano divertente e spensierato. Quanto ci è mancato poter condividere un buon bicchiere con gli amici? Ti va di raccontarci della trama del brano e della sua sonorità?
In realtà “Prosecco” è il primo brano dell’EP scritto e composto, quindi molto prima del periodo di quarantena causa pandemia. Vi dirò, alla fine non è mancato più di tanto, perché grazie alla video-piattaforme, si facevano aperitivi a gogò in video chiamata, top. Avevo in testa un’idea “irish-pub” con musica folk irlandese, e quando è così rompo le balle ad Adriano Sette Vecchio, che poi risponde con composizioni eccellenti. Il testo, beh, ho viaggiato in mood aperitivo, così tanto che mi sono trasformato in Prosecco, e chi ascolta si trasforma in Prosecco. Vi rispecchiate in questo pezzo?
Ma Che Sbatta: una critica totale. Da cosa nasce questa voglia di mettere tutto in discussione?
Il problema è proprio “la voglia”. Manca. Non si ha più voglia di far nulla. La maggior parte della mia generazione (io compreso a volte) e quella più giovane non ha proprio “sbatta”. Siamo tutti così svogliati che manca la passione nel far le cose. Una generazione che non si appassiona è pericolosa, perché non garantirà la buona continuazione della storia.
I tuoi brani sono rivestiti di ironia e giocosità ma il loro intento è spesso polemico e tagliente. Quale cantante ti ispira a tentare questa forma di comunicazione?
Da come è formulata la domanda, la risposta vien da sé: Caparezza. Non sono un fan totale di tutte le sue canzoni, però, raga, è un artista che mantiene alto il livello italiano musicale. È fortissimo.
Con chi ti vedresti volentieri per una collaborazione futura?
Non si può dire ora come ora.
E a proposito di futuro: ti va di darci qualche anticipazione? Il lockdown durerà ancora a lungo, per musica e spettacoli…
Essendo settori che lavorano con il pubblico, quindi avendo molte persone a contatto, sono svantaggiati. Purtroppo è un momento in cui non si hanno risposte o se vi sono, non si ha la certezza del vero per quello che riguarda la scomparsa del virus e/o l’eventuale ritorno. Bisogna essere pazienti e rassicurarsi del fatto che la musica, e l’arte non moriranno mai. “Si, ma FattoSano! Non compro il pane con l’arte, lo compro con i soldi!”.